Luna Pop - Squerez ?

Prosegue la rubrica GLI INSOSPETTABILI ovvero una serie di dischi che non avremmo mai pensato che... Dopo Masini, Ringo Starr, il secondo dei Jam, "Sweetheart of the rodeo" dei Byrds, Arcana e Power Station, "Mc Vicar" di Roger Daltrey, "Parsifal" dei Pooh, "Solo" di Claudio Baglioni, "Bella e strega" di Drupi, l'esordio dei Matia Bazar e quello di Renato Zero del 1973, i due album swing di Johnny Dorelli, è la volta dell'unico album del gruppo italo pop per eccellenza, i LUNA POP.

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“Squerez?” uscì nel 1999 ed è l’unico album dei bolognesi LUNA POP, scioltisi solo due anni dopo dopo una profonda spaccatura all’interno del gruppo con conseguente lancio della fortunatissima carriera solista di Cesare Cremonini.
“Squerez” è uno dei migliori esempi di POP ITALIANO, dove si concentrano palesi riferimenti al miglior brit pop (Oasis, Beatles sono quasi sempre dietro l’angolo, vedi la ballatona tra Gallagher e McCartney di “Un giorno migliore” - palesemente "copiata" da "Better day" degli Ocean Colour Scene, senza dimenticare la strafamosa “50 special” in pieno mood primi Supergrass), coniugati con la classica canzone leggera italiana.
Ancora brit rock (di nuovo è evidente lo sguardo agli Oasis) in “Resta con me” mentre la melensaggine di “Vorrei” merita solo un veloce passaggio alla successiva altrettanto poco significativa “Se ci sarai” che prelude invece alla particolare “Metrò” che mischia l’approccio 30’s del Paul McCartney di “Honey pie” e “Maxwell’s silver hammer” e certe atmosfere alla Kinks.

Passate un altro paio di ballate zuccherose si torna ad un momento di nuovo interessante come “Zapping” in cui i riferimento è questa volta non distante da Blur e certo alt rock italiano alla Afterhours con distorsione in bella evidenza ed un riff tipicamente rockeggiante.
L’album si chiude con “Silvia sta dormendo” dall’incedere epico caro agli Oasis di “Champagne supernova” ma dai riff quasi grunge.

Cremonini è eccessivamente monocorde ma la voce è già ben riconoscibile, i brani molto ben arrangiati e suonati con una produzione che conserva un gusto vintage e “indie” che rende il tutto ancora più genuino e immediato, i brani sono eccessivamente virati verso le ballate dolciastre ma sanno essere sempre efficaci e personali.
Un classico.