domenica, maggio 05, 2013
La storia dei NOT MOVING: primo semestre 1987
“Sinnermen” pur con tutti i guai subiti era stato comunque un “successo”, apprezzato dalla critica e accolto bene pure dal pubblico (anche se, come sempre, non abbiamo mai saputo le effettive cifre di vendita.
Pare qualche migliaio di copie ma..chissà...).
Le richieste di concerti aumentano e cresce anche il nostro cachet, mantenendoci nell’ambito del “professionismo”.
La Spittle Records, con cui i rapporti ritornano leggermente più distesi, ci offre nuove opportunità, tra cui quella di girare un video (cosa inconsueta per il 1987 per un gruppo del nostro tipo).
Come sempre, sordi ad ogni consiglio (e, con il senno di poi, ad ogni logica) scegliamo il brano meno rappresentativo del nostro sound, oltre tutto una cover e, seppur in inglese, quello meno “commerciabile”, “Cocksucker blues” degli Stones.
Lo giriamo a Parma prima di un concerto, non è male, ma alla fine non produrrà alcun effetto perchè VideoMusic (unico sbocco video, Rai e Finivest a parte, pressochè irraggiungibili) deciderà di evitare un brano che parla di un succhiacazzi...
E la cosa non aiuterà a migliorare i rapporti con l’etichetta.
Tra l’altro si accorge di noi anche l’ENPALS la “mutua degli artisti” che verifica che il nostro cachet (non frequentemente “fatturato” per usare un eufemismo) mal si accompagna con lo status di dilettanti da prestazione occasionale gratuita e ci appioppa una bella multa !
Poco importa, siamo già sul furgone per la GERMANIA. Dal 13 al 28 febbraio, tra ghiaccio, neve e temperature che raramente salgono sopra lo zero ci spariamo 10 date in 12 giorni (Neckargemund, Goch, Weisbaden, COLONIA, HANNOVER, BIELEFELD, Cloppenburg, BERLINO, Schwindkrichen, Amberg) in coppia con i locali Surfin Dead.
I concerti sono un vero successo: riempiamo quasi sempre i locali, la gente apprezza, suoniamo benissimo, spacchiamo veramente.
Qualcuno si lascia prendere eccessivamente dalla vita da rockstar ed esagera in tutti i suoi classici aspetti e non torna particolarmente “sano”.
Il tour è in ogni caso devastante.
Non si dorme quasi mai e le poche volte capita spesso di farlo in sacco a pelo sul pavimento o in case senza finestre (Berlino con -10 fuori) o sul furgone pieno di spifferi oppure direttamente sul palco (a Goch).
Si mangia poco e male, si beve tanto e bene.
Attraversiamo la Germania Est, muraglie di neve e kilometri di ghiaccio, ci perdiamo tre giorni nel quartiere “estremo” di Berlino, Kreuzburg, all’ombra del Muro, scoprendone tutti i vizi.
Torniamo veramente provati nel fisico e nella mente e con fratture all’interno della band che si riveleranno letali dopo poco tempo.
Suoniamo ancora a Lucca, Bergamo (con i Settore Out), Napoli, Bari, Imperia, Fiorenzuola(PC), Torino, Taormina, Savona (con Limbo e Thelema) e ogni volta è un succeso.
C’è sempre tanta gente entusiasta e l’accoglienza è costantemente eccellente.
A Bari al “Re Artù” viene filmata buona parte del concerto (alcuni brani sono disponibili su Youtube e rendono alla perfezione il clima del tempo).
Intorno intanto la DC vince come sempre le elezioni (noi votiamo un po ‘tutti DP, Democrazia Proletaria), a Caorso manifestiamo contro la centrale nucleare, a Novellara (RE) restiamo a bocca aperta al cospetto degli Husker Du. Il gruppo intanto traballa sempre più.
Dany è tornato dalla Germania con una ragazza tedesca, Heike, e spesso fa la spola Piacenza-Bielefeld e la cosa non aiuta con le prove, i concerti e la stabilità della band.
Sempre all’interno del gruppo sono cambiati anche altri rapporti sentimentali e non e il cameratismo, l’unione, la compattezza si stanno disgregando a vista d’occhio.
Troviamo però l’energia e la forza di registrare ancora un (ottimo secondo me) lavoro.
Dal 13 al 17 aprile torniamo allo studio TMB d iCastelfranco Emilia per il secondo 12” , “Jesus loves his children”. Come anticipato nella scorsa puntata, la strada sonora ora guarda all’Australia di Hoodoo Gurus e Lime Spiders bands che ritroviamo facilmente nella melodica e veloce “I want you” (che ricalca nel ritornello l’omonima di Bob Dylan) e nello strumentale “Surfin dead blues”.
“New situations” è uno strano (mai proposto dal vivo) rock jazz blues con assolo di armonica di Dany, mentre la cover metallica (alla Cult) di ”Break on through” dei Doors sarà a lungo la conclusione infuocata dei nostri concerti.
“Spider” è invece probabilmente il nostro brano più noto (con “Baron Samedi”) e anche quello più riuscito e rappresentativo del Not Moving sound.
Un misto di punk violento e di melodie 60’s, un tocco di hard blues, un po’ di beat.
Il disco esce il 5 giugno, ricompatta ancora per un po’ la band soprattutto grazie al risultato di cui siamo pienamente soddisfatti, anche se, per la prima volta, registriamo poco tutti insieme.
Chi finisce la sua parte se ne va a casa, per tornare per il mix (alcuni neanche per quello), chi non deve fare nulla non resta, come sempre, con gli altri a condividere l’avanzare del lavoro ma preferisce l’albergo o altre mete.
E’ l’inizio di una fine che si consumerà veloce e feroce e tutto brucerà con quella stessa fiamma che aveva acceso gli inizi e aveva scottato tutti costantemente per questi anni, tenendoci sempre svegli, giorno e notte per tutto questo tempo.
E il tipo africano in Germania che raccontavi nel libro? ahaha..!
RispondiEliminaC
cocksucker blues?! azzo non lo sapevo (d'altra parte non ho mai cagato i not moving, non per antipatia o altro, ma principalmente perchè non li/vi conoscevo) sto ascoltando adesso da utube, bella versione!
RispondiEliminaJesus love his children è il mio preferito della discografia dei Not Moving, devo avere consumato la traccia la cover dei Doors...e mi ricordo ancora il concerto dalle parti di Cuneo in un festival di musica indipendente di due giorni (come si chiamava?)
RispondiEliminaA quel festival c'eravamo proprio tutti...malgrado il pieno di pubblico,l'organizzazione fallì perchè spesero veramente una bella cifra !
RispondiEliminaDel festival ne parlerò la prossima domenica : era Movimenti 87 .
RispondiEliminaAndammo in diretta a Radio Rai prima dei CCCP.
Grandissimo festival , 1.500 persone ma troppo poche per coprire le spese
jesus loves his children disco perfetto fin dalla copertina
RispondiEliminaCopertina che ritrae un giovane Nativo americano che scava una trincea durante la rivolta di Wounded Knee del 1973 da parte di 200 Oglala
RispondiEliminaCome sono cambiati i rapporti sentimentali all'interno della band??
RispondiEliminaIn vario modo....
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