mercoledì, maggio 08, 2013
Il blues in Italia
Nelle foto Fabio Treves, Guido Toffoletti con il suo grande amico Keith Richards, Roberto Ciotti e Fabrizio Poggi dei Chicken Mambo.
Grazie a Ursus per l'aiuto sui 60's italiani.
Il blues in Italia arriva (dopo il feroce ostracismo in epoca fascista per tutto ciò che era americano e “nero”) per la prima volta nel 1945 con un concerto di Big Bill Bronzy a Torino per i soldati alleati.
Successivamente lo ritroviamo diluito nelle varie jazz band degli anni 50 e in alcuni brani della scena beat nei 60’s anche se nella maggior parte dei casi si trattava di rhythm and blues.
Ad esempio Caterina Caselli con "Puoi farmi piangere" (I put a spell on you) ed i novaresi Igor Mann e i Gormanni che incisero "E se noi", un blues lento vagamente soul,nel 1967.
Anche Mina (la famosa “Non gioco più” con Toots Thielemans) e Lucio Battisti si cimentano con sonorità blues, mentre Edoardo Bennato è tra i primi a riprenderne totalmente spirito e sound (non dimenticando Eugenio Finardi, Alberto Camerini e Pino Daniele).
Nel frattempo arrivano a vivere in Italia personaggi cone Andy J.Forest, Cooper Terry, Dave Baker che portano spettacoli 100% blues.
Ma è solo nel 1975 che esce il primo album interamente blues con l’esordio della TREVES BLUES BAND (per la milanese Red Records), guidata da quel Fabio Treves noto armonicista al servizio di centinaia di musicisti in altrettanti dischi (da Mina a Paolo Conte, da Finardi a Celentano) che continua imperterrito con il suo gruppo a macinare valanghe di concerti e a pubblicare ottimi dischi.
Nel 1978 è la volta di GUIDO TOFFOLETTI con “Straight ahead” e di ROBERTO CIOTTI con “Super Gasoline Blues” (mentre gli Skiantos nello stesso anno pubblicano i l45 “Karabignere blues”).
Negli anni successivi altri musicisti come TOLO MARTON, PAOLO BONFANTI e i suoi Big Fat Mama, PAOLO GANZ, Rudy Rotta, i Model T Boogie, Vince Vallicelli, si uniranno alla sempre più prolifica scena nostrana.
Nel frattempo il blues, in chiave edulcorata e abbondantemente filtrata attraverso sonorità commerciali, arriva anche in classifica con Pino Daniele, Bennato, Zucchero, Alex Britti e fa breccia anche nelle bands del nuovo rock italiano degli 80’s (dai “miei” Not Moving a numerosi nomi della scena garage rock).
Dagli anni 90 in poi i concerti, le bands, i festivals e i dischi blues non si contano e il sound diventa di abituale fruizione anche da noi, finalmente.
Da ricordare tra i nomi più interessanti i Chicken Mambo di Fabrizio Poggi, Nick Becattini, la Gnola Blues Band , l’album del 2004 di Finardi “Anima blues”.
Treves Blues Band, Tolo Marton, Chicken Mambo e ovviamente la Gnola Blues Band eran di casa a Spaziomusica, ai tempi un discreto tempio del blues e unico locale di un certo livello nella (mia) soporifera Pavia.
RispondiEliminaGrandi serate.
Però i primi tre dischi di Pinone Daniele eran belli, eh.
RispondiEliminaInfatti dalle nostre parti il giro blues è sempre stato abbastanza forte e seguito.
RispondiEliminaTreves a Piacenza è praticamente di casa
OT ma ci vuole. Ferguson lascia l'UTD e il calcio.
RispondiEliminaSe fossi un tifoso dell'Everton adesso sarei VERAMENTE disperato.
EliminaIl più grande.
Giù il cappello!
Ieri mentre ero in giro per il web in cerca di materiale footballistico mi sono imbattuto nella dichiarazione del centravanti dell' East Stirlingshire la prima squadra da lui allenata. La riporto a memoria, in inglese perché mi ha fatto spanzare: Il calciatore dopo aver premesso di non aver mai avuto paura di niente e di nessuno, dichiarò: "Alex Ferguson was a frightening bastard right from the start!"
Eliminaha ha ha ha ha ha cosa ci aveva indovinato e aveva appena 32 anni!
A Torino la scena blues dei pub e delle birrerie è sempre stata attivissima,fin dagli ultimi anni 60.
RispondiEliminaTra i protagonisti mio fratello maggiore,che ha persino curato una antologia di gruppi locali dal titolo BLUES CITY,uscita per Toast rec. nei tardi anni 80...
vi siete dimenticati del grande RUDY ROTTA !!!!
RispondiEliminaC'è c'è. dopo Paolo Ganz
RispondiEliminaHai ragione TONY non avevo letto bene, ti ricordi anche i blues stuff e Joe Sarnataro alias Edoardo Bennato nella sua parentesi blues,
RispondiEliminaapprofitto x farti i complimenti per il blog, e mi presento sono ARMONIADUE un critico musicale di Roma, e' tanto che ti seguo ma solo adesso sono entrato in commento !!!
Comunque saro' sempre disponibile x pareri etc etc
Grazie per il contributo.
RispondiEliminaMi farebbe piacere se continuassi a partecipare alla vita del blog.
Joe Sarnataro/Bennato era decisamente rock blues in effetti.
Bennato è stato tra i primi a suonare blues in Italia in maniera rispettosa per le radici
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RispondiEliminaA Reggio Emilia c'è tutta una scena blues radicatissima da tempo immemore: Johnny La Rosa, Oracle King, Armand The Cow, Martin Iotti, Oscar Abelli, Max Lugli, Paul Boss, Albert Ray... da quelle parti il blues è una cosa tremendamente seria (in senso buono)! Esiste un documentario dal titolo Tra il Mississippi e il Po, o viceversa, che racconta il perchè e il percome del blues a règgio! Molto bello!
RispondiEliminaPiù o meno tutto gravita intorno alla Kayman Records, sorta di Chess targata RE, sul web c'è un sacco di roba! Fantastici!
W
A proposito di Bennato, un mio amico lo è andato a vedere a Pisa di recente: è tornato piuttosto contento (a parte il malore che ha colpito una donna tra il pubblico, credo fosse una cosa grave, mannaggia)! Pezzi storici da paura (calo di tensione sul repertorio anni 80/90, direi in linea con il recente post su questi schermi)...
RispondiEliminaE a proposito di Bennato e Reggio E.: ho saputo che Edo ha vissuto per qualche tempo (fa) proprio a Scandiano, pedemontana reggiana (sede della Kayman Records e K-Rock ex Mondoradio): crossroads!
W
Sapevo che i rezzani erano bluesofili ma non pensavo così tanto.
RispondiEliminaSarà il Po che istiga la gente di queste parti a fare il blues ?
A Piacenza c'è tutti gl ianni un buon festival blues che si apre anche alla letteratura , film etc
...fra l'altro ci sara' proprio Bennato a Piacenza il 29 giugno, al festival.
RispondiElimina...sul blues in italia ne avrei da raccontare, visto che ci ho bazzicato parecchio, per suonare, scrivere o, semplicemente, ascoltare. ma il tempo e' tiranno, in questo periodo. ne parleremo. comunque, la scena e' sempre molto vivace, specialmente nei festival. Anche se la crisi arriva inesorabilemente anche da quelle parti. Per esempio, un bellissimo festival, qeullo sardo di Narcao rischia molto, quest'anno. E tanti musicisti nostrani non hanno nulla da invidiare a quelli di la' dall'Atlantico. Anzi!
RispondiEliminaTorino Blues! Scena molto ricca come diceva Ursus..ma vedo che anche un po dappertutto..
RispondiEliminaConcordo col Gallo sui primi 3 dischi di P.Daniele
Blues is my middle name
R.Charles
C
Un vero peccato!
RispondiEliminaComunque il primo di Ciotti per la Cramps (credo) è notevole: sembra Big Bill Bronzee davvero...
W
Forse ci sta anche il quarto, "Vai Mo'":
RispondiElimina"Ma che ttene fott'..."
W
Vai mo' ci stà senz'altro (ce l'ho anche), ma non era il terzo?... faccio confusione, troppo tempo fa
EliminaAG
Treves Blues Band, ascoltata in concerto milioni di volte nel Veneto nei primi anni '80.
RispondiEliminagrande BIG BILL BRONZY ,..ho un vecchio doppio lp di AA:VV con sue incisioni d'époque,...anche un disco della Treves Blues band,...e vidi il Toffoletti live in un 'localaccio/ birreria' della Bassa in una nebbiosa serata d'inverno,eravamo in 30-40 ma chi se ne frega,molto mejo di certi cazzari ...mi ricordo che tra un brano e l'altro citò l'artista Zoot Money e io dissi (perchè avevo letto/imparato il nome sul Buscadero):'vai Zoot Money',...e lui sorrise,...great Toffoletti
RispondiEliminagrande Toffoletti,,...poi ricordo che registrai su vhs nei primissimi anni '80 su raitre un documentario sul 'blues rurale',...fantastico,...era in b/n,non ricordo il titolo ma great
RispondiEliminaSir Alex l'asciugacapelli: please stand up
RispondiEliminaPs: Gallo noi siamo quelli con cui ha fatto più punti, ci è andata di lusso che abbia smesso :-)
Charlie
he he he, sfortunatamente non credo che il trend cambierà almeno in tempi brevi.
RispondiEliminaBel post, molto interessante.
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