domenica, febbraio 17, 2013

La storia dei NOT MOVING: 1981



La storia dettagliata dei NOT MOVING.
Date, dischi, storie.
Una visione ovviamente soggettiva che probabilmente differisce da quella degli altri componenti del gruppo ma che riassume o prova a farlo, una storia abbastanza interessante
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Nelle foto:
i Not Moving in trio - settembre 1981.
Manifesto (fatto a mano) 28 dicembre 1981
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1981

La prima volta che si parla di NOT MOVING è il 5 settembre 1981 quando a casa (nel senso di camera da letto) di DANY D (Danilo Dellagiovanna) al basso, il sottoscritto alle percussioni, PAOLO MOLINARI alla chitarra e voce e Ugo Solenghi al synth cambiano nome ai neo nati sperimentali NO EYES, prendendo ispirazione da un brano dei DNA dall’album “No New York” prodotto da Brian Eno, manifesto della cosiddetta “no wave” new yorkese.
Paolo Molinari era uscito mesi prima dai Chelsea Hotel (nei quali il sottoscritto continuava a militare) che si stavano spostando da un punk rock 77 sempre più verso un hardcore veloce, violento e tinto di atmosfere goth/dark.
Il sound dei primi NOT MOVING viaggia sulle coordinate sperimentali new yorkesi con una forte componente LouReediana e strani innesti rockabilly.

Erano giorni in cui i dischi punk di Dead Boys, Clash e Germs si mischiavano a quelli di Psychedelic Furs, Cramps e Lou Reed, in cui si fondavano e scioglievano gruppi da un giorno all’altro, si stampavano fanzines in poche copie, si cercava ogni occasione per vedere un gruppo punk o new wave.
Ogni cosa era ELETTRICA
Una Rivoluzione era finita, la guerra persa, con morti e feriti (reali), altri stavano perdendo tutto con l'eroina, altri ancora rientravano nei ranghi.
Noi iniziavamo un'altra battaglia
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L’opportunità di esordire live il 20 settembre a Caorso (Piacenza) all’interno di una manifestazione contro la locale centrale nucleare accelererà i tempi, indurrà Ugo a lasciare immediatamente il progetto e il gruppo a virare in due o tre prove verso sonorità più immediate, scarne, minimali, soprattutto verso le origini del rock n roll e blues, sound poco praticato in tempi di new wave o hardcore.
Alle 21 del 20 settembre in una via centrale del piccolo comune piacentino (dopo i No Jap e i Requiem e prima di una devastante esibizione dei Chelsea Hotel) davanti a un paio di centinaia di persone e a qualche decina di punks, i NOT MOVING suonano i primi 20 minuti della loro carriera.
Una intro strumentale , due brani nostri (l’inedita “Old Magenta”, dedicata al bar milanese ritrovo dei primi punks e “Dolls” che sarà inserita sull’ EP d’esordio “Strange dolls”, “Devil’s rattle” che sarà sul secondo “Movin over” con il titolo “Double mind”, il classico surf dei Surfaris “Wipe out”, la nostra “Make up” (anch’essa su “Strange dolls”) con la partecipazione di Ugo Solenghi alla voce e finale con “Summertime blues” di Eddie Cochran.
Repertorio particolarissimo se pensiamo al periodo.

La ricerca disperata di un posto per provare ferma il gruppo fino ai primi di dicembre quando finalmente si riprende nella cantina sotto casa mia e esattamente l’8 dicembre per la prima volta MARIA SEVERINE (Mariella Rocchetta) e LILITH (Rita Oberti) partecipano, l’una al synth, l’altra alla voce alle prove.
A Piacenza avevano da poco aperto l’”Osteria di Sacc”, piccolo locale in centro con tavernetta sottostante dove la controcultura locale incominciava a coagularsi mischiando vecchi artisti e musicisti a giovani punks, autonomi stanchi di politica e curiosi per la “nuova onda”.
Pochissime prove alle spalle, approssimazione, minimalismo, arroganza adolescenziale (Lilith, Severine e Dany viaggiavano tra i 15 e 16 anni, io e Paolo ne avevamo appena compiuti 20) e la semplice voglia di salire su un palco in spregio ad ogni regola del buon musicista ci portò a fissare un concerto per il 28 dicembre.
Dove presentammo, in un locale gremito, 11 brani di cui otto nostri (con cover di “Wipe out” , “Be bop a lula” e “Los Angeles” degli X, alcuni di quelli già citati e qualcosa di nuovo tra cui una “Man from the past” giocata su un solo accordo....), con il palco illuminato solo da candele nere, senza pause tra un pezzo e l’altro, nessuna presentazione, nessun cenno al pubblico.

Qualcosa di assolutamente rivoluzionario, uno strappo totale e un immediato riscontro, soprattutto da parte del giovane Claudio Sorge, giornalista della neo nata rivista “Rockerilla” che prese subito a cuore le sorti della band, invitandoci a registrare qualcosa al più presto e promettendo un articolo/recensione nell’immediato.

Sorge ci portò in un vicolo a fianco del locale e ci fece scattare alcune foto dalla fotografa di "Rockerilla", Laura Du Plenty, per il futuro articolo.
A cena con lui parlava di nuove punk e new wave bands e noi rispondevamo citando classici blues e rockabilly, Rolling Stones, i gruppi di "Nuggets", con Tony che parlava di oscuri brani soul e 60's beat.
Eravamo i punk più estremi in circolazione ma guardavamo al passato per trovare le novità.
I Clash, i Pistols e l'hardcore ci avevano già stufato.

19 commenti:

  1. Anno e periodo cruciale per molti (sia musicisti che ascoltatori di musica)...riconosco le atmosfere di cui si parla nel post e vedo molte similitudini con quelle personali o di altri amici comuni.
    Le frasi finali,in particolare,sono quelle che spiegano un po' tutto il percorso : eravamo tutti stufi delle stesse cose,anche se magari usavamo linguaggi diversi per distaccarcene.
    Noi ci siamo conosciuti l'anno seguente...

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    1. Ciao Ursus,di te mi ricordo quando visitasti Piacenza nel 1982 se non sbaglio,eri venuto con un ragazzo di Torino chiamato Nasty,mi sembra che eravate venuti al programma radio di Tony,e tra l'altro nel tardo pomeriggio eravate passati da Alphaville il negozio di dischi/ritrovo. Altra immagine scolpita nella mente: dopo la vostra visita a PC con Tony si parlava dei gruppi di Torino(Tony fu il primo a mettere in onda l'ep dei Rough quello che usci'su Meccano records),e Tony scherzava sui Quinto Braccio ribattezzandoli Quinto Straccio.. Paul67

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    2. Leggo solo adesso,dopo più di 5 anni :) scusa il ritardo,ma confermo tutto il tuo racconto. Nasty oggi è uno stimato esperto di gastronomia internazionale e risponde al nome di Chef Kumalè.

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  2. “Man from the past” era "La canzone mononota" 30 anni prima, dunque. Potevate arrivare terzi a sanremo, a saperlo!

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    1. Diciamo che all'epoca di canzoni mononota se ne sentivano parecchie !

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  3. Che fine faranno i No Jap ? (che mi ricordo recensiti anche da Red Ronnie su Rockstar).

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    1. Erano un gruppo di Reggio Emilia che girava nei primi anni 80 con cui suonammo anche dopo a Poviglio, con i Chelsea Hotel.
      Poi scomparsi
      Ci sono alcuni video su youtube con la line up
      Formazione No Jap: Tacco (voce), Marco (batteria), Vanni (chitarra), Artioli (chitarra), Jo Stanzani (basso)

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  4. Ho questa immagine scolpita nella mente,inizio estate 1980,domenica di Giugno al Bar Motti in Via Borghetto a Piacenza,Danilo seduto fuori dal bar mentre alcuni punks erano dentro al bar seduti ai tavoli a cazzeggiare ed altri fuori seduti sui motorini o le vespe,dicevo,seduto fuori a fianco all'uscita del bar con un registratore portatile che ascoltava a tutto volume l'ep dei Cramps "Gravest Hits"..in particolare ricordo "Surfin Bird"anche xche'l'ascolto'diverse volte..giubbotto di pelle,pantaloni finta pelle e brothel creepers.. ricordo che quando entrai al bar un personaggio di allora,tale Massimo Freschi noto'la spilla di David Bowie che avevo sulla maglietta e senza mezze misure mi disse disgustato" Che schifo"... Era il periodo che ascoltavo Heroes & i Public Image...Paul67

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  5. Erano tempi in cui, nella nostra "apertura" , c'era una chiusura totale verso quelllo che consideravamo vecchio...vedi Bowie...

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  6. Sì,ricordo tutte le situazioni qui elencate...
    Nasty era il nome d'arte di Vittorio,un amico che coordinava tutto il giro punk-hardcore della prima ora a Torino : con lui stilai un paio di fanzine,ma come gusti non eravamo molto affini e ben presto mi distaccai da quel tipo di cose (che facevano parte proprio della chiusura totale,di cui parlava Tony) ed oggi è un nome importante nell'ambito della guida gastronomica e della cucina internazionale,scrive libri ed organizza convegni con il nome di Chef Kumalè (salone del gusto ecc...)
    Quinto Braccio e Rough facevano parte dello stesso circuito,ma c'era più rivalità tra questi che tra Mina e la Vanoni,sicuramente...
    se debbo essere sincero non ho un bel ricordo dei primi anni 80,fino al 1983 sono stato praticamente semi-depresso e sotto-occupato...ho iniziato a concretizzare qualcosa solo dopo,per cui molte cose le ho un po' rimosse volutamente.
    Però questi ripassi generali sono utili ai giovanissimi,secondo me,che dovrebbero imparare a discernere la verità dalle mitologie (secondo me),perchè in rete spesso si fanno dei romanzetti abbastanza ridicoli sull'argomento.
    Non è questo il caso e difatti la reputo una bella cosa.......

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  7. Infatti , tra l altre ragioni, ho pensato di scriverne perchè spesso leggo su FB o altri spazi internet cose leggendarie su Not Moving o altri gruppi dell'epoca che non corrispondono minimamente a quella che era la realtà.

    Spesso si pensa che ai concerti ci fossero centinaia di punks uniti contro il sistema.
    In realtà si suonava davanti a qualche decina di persone interessate e tanti curiosi

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  8. Ma anche in una città come Torino,dove si era oggettivamente in maggior numero,sono sempre esistite contrapposizioni sterili e contro-producenti,all'interno degli stessi "movimenti".
    Le ideologie dominanti,in genere,erano due : quella post-politica (che derivava dai fallimenti della generazione precedente) e quella nichilista auto-distruttiva,spesso collusa con droga pesante e altre storie certamente non piacevoli...
    proprio il fatto che a noi amanti della musica e della cultura "retro maniacale" non andavano bene nè gli uni nè gli altri,ha fatto sì che nascesse qualcosa di diverso,che guardava agli insegnamenti storici ma che al tempo stesso non si fermava al "revival" (come lo chiamavano gli addetti ai lavori,spesso più settari ancora dei fanzinari per hobby)...e qualcuno è rimasto,grazie al cielo :-)

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  9. Uno spaccato interessante da leggere e conoscere per chi come me all'epoca giocava col Pongo. Boss ma sta camera di Dany D era un monolocale se rieucivate ad entrarci in 4 con strumenti vari! :-)

    Charlie

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  10. ops "riuscivate"...maledetta tastiera!

    Charlie

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  11. In realtà era una camera da letto con letto in mezzo , tastiera appoggiata sul letto, un rullante e un piatto da una parte, gli altri da un'altra parte.
    Il resto era solo entusiasmo. Saremmo entrati anche in una 500 pur di provare

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  12. A parte la goduria dei vecchi fans come il sottoscritto, questa storia dei NOT MOVING era proprio necessaria, dopo l'evidente omaggio alla tua carriera da parte di Thurston Moore, che è appena uscito col suo nuovo gruppo CHELSEA Light MOVING. nice ;)

    Flavio

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    1. Ho già ringraziato Thurston per l'EVIDENTE omaggio...ha sempre qualche bel pensiero per me

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  13. Ma Thurston a parte, mi sembra una volta di aver letto Dave Grohl (un collezionista discografico ossesso al pari di Tony e del Sig. Moore) che alla domanda circa il punk europeo che meritava degli 80's aveva citato anche i Not Moving. Non ricordo se fosse sulla newsletter della sub-pop o dove...

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  14. Confermo. Grohl ha la nostra discografia (anche Jello Biafra, gliel'avevo mandata io).
    Grohl è lo stesso che un giorno, in tour in Italia, suonò alla porta del cantante dei Raw Power a Poviglio (RE) per farsi autografare i loro dischi e una chitarra !!!!

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