lunedì, febbraio 25, 2013
Dave Grohl e la tecnologia e la qualità della musica
In una recente intervista al David Letterman Show, Dave Grohl, presentando il suo docu film “Sound City” su uno storico studio di registrazione californiano ha detto:
I grandi studi non possono più competere con la nuova tecnologia che ti permette di registrare una album nella tua camera da letto.
Ma questi posti andrebbero conservati come musei perchè la musica mi ha cambiato la vita più di quanto abbiano fatto i politici o i presidenti.
Ricordo quando ero un teenager che avrei ucciso per riuscire a fare un disco.
Ora chiunque lo può fare a casa propria e con un clic mandarla in tutto il mondo.
Ebbene tutto questo ha migliorato la qualità della musica ?
Non mi sembra.
La tecnologia ha aumentato in maniera esponenziale la diffusione di musica e dei prodotti dei musicisti.
Ma la qualità ?
E’ aumentata proporzionalmente alla quantità ?
Non mi sembra.
Come cantava Cristina Donà:
“Sai dirmi che differenza passa tra ciò che nutre e ciò che ingrassa”
(“Deliziosa abbondanza” da “Nido” del 1999)
Concordo che la qualità non è certo aumentata, anzi...
RispondiEliminama forse non per colpa della tecnologia ma di un esauriemnto della qualità
Non credo si siano esaurite qualità e creatività.
RispondiEliminaMa l'abbondanza in eccesso non aiuta l'ascoltatore.
Anche perchè sommerso da una montagna di materiale del tutto trascurabile
A parte le proporzioni, mi sembra che dal punto di vista dell'ascoltatore (l'unico che conosco) tutto sia come al solito. E giustamente, c'è un sacco di gente che fa musica, quasi tutta mi fa schifo un pochino mi piace, pericolo di prendere dei pacchi sempre dietro l'angolo.
RispondiEliminaChe incazzature mi prendevo quando portavo a casa un disco con gli unici soldi che avevo , poi lo mettevo su e faceva cagare?
La profezia di Andy Warhol, quella che voleva chiunque famoso per 15 minuti, una volta di piu' confermata.
RispondiEliminaQuantità non è certo sinonimo di qualità e dove c'e' qualità, quasi mai, oggi, trovi l'eccellenza
Thomas
Infatti credo che le 2 cose siano strettamente collegate...soprattutto perchè chi RISCHIA su un determinato prodotto lo fa sempre con minore voglia di un tempo.
RispondiEliminaIo vedo un calo dell'INTERESSE,più che un calo della qualità...ma il fatto stesso che il grande pubblico si rivolga soltanto su nomi certi e ampiamente collaudati,dimostra che l'omologazione verso il basso ha fatto il suo corso,forse una industria meno ottusa e più capace ad individuare le qualità reali avrebbe potuto salvare capra e cavoli...ma adesso mi sembra fin troppo tardi,adesso si tratta di salvare una economia a pezzi,di cui il settore artistico è solo uno dei tanti...
E' calata la voglia di cultura, l'interesse stesso per la musica. Io a 16 anni prendevo il treno per andare a Firenze a cercare vinili alla Contempo, un po' come facevo le ore piccole per aspettare su rai3 "fuori orario". I piccoli cinema si svuotano a discapito delle grandi sale commerciali, è un discorso un po' più complesso credo
RispondiEliminaGiusto Ursus. Voi frequentatori di questo spazio avete sicuramente molta più attenzione per quanto succede nel mondo della musica che non lo scrivente: pero', da diversi anni ormai, a me personalmente è venuta meno la certezza di acquistare un album nuovo, ascoltarlo e dire " ecco una pietra miliare da aggiungere alla mia discoteca".Tante cosine pregievoli ma ho quasi dimenticato l'emozione di avere a che fare con un'opera d'arte.
RispondiEliminaSulla possibilità di poter ascoltare la musica via web è un salto in avanti enorme.
RispondiEliminaIo ascolto musica otto ore al giorno dal web e conosco una marea di cose nuove e vecchie che prima mi sognavo.
Il problema nasce quando in mezzo a questa marea di cose c'è un sacco di fetenzia prodotta da gente che, non avendo costi base, la butta in giro senza pensarci troppo e che , sul web, acquista pari dignità di cose di ben più ampio spessore.
io invece la musica sul web si la ascolto ma non la godo a fondo. mi manca qualcosa, l'idea di possesso esclusivo probabilmente.
RispondiEliminache la scelta pero' sia vastissima quello si.
Anch'io abitualmente la MIA musica me la ascolto a casa, meglio se su vinile (old school...) ma per necessità e per voglia (ansia) di ascoltare più roba possibile (oltre che per lavoro e per passare il tempo) l'ascolto principale e sul computer
RispondiEliminaMa infatti non credo che il problema sia IL MEZZO o i motivi per cui il mezzo è stato creato...il casino oramai è irreversibile,temo,poichè stiamo vivendo in una fase di transizione di cui non conosciamo ancora gli esiti futuri.
RispondiEliminaPer come si prospettano le cose può anche essere che da poco tempo ad oggi chiudano tutti i download e i siti dove si scarica tutto e di più (se ci fate caso già sui video stanno dando un bel giro di vite) e si torni a misure iper-protezioniste ! Da quello che ho visto io,in estremo oriente già lo fanno e negli USA sta di nuovo prendendo piede questa ipotesi di ri-progettazione dei servizi...non è ancora detta l'ultima parola,anche perchè si attende l'ingresso sul mercato VIRTUALE dei colossi emergenti (Cina in primis).
E da domani i grillini faranno scuola di coltivazione di riso,da mangiare rigorosamente con le bacchette :-)
prendiamola sul ridere,che è meglio...dopo tutte le cazzate che abbiamo sentito in questi giorni non ci tocca fare altro.
E' un po' la stessa cosa in ambito "letterario".
RispondiEliminaOvviamente IO PER PRIMO ma fino a poco tempo fa scrivere e pubblicare un libro necessitava di preparazione, di "contenuto".
Oggi chiunque può farsi il suo libro e si è finito che ci sono più libri che lettori...
NON E' UN PROBLEMA ma alla fine è solo massa (di musica e letteratura) in mezzo alla quale trovare la qualità risulta sempre più difficile.
PER ASSURDO si torna "ai nostri tempi" quando per scovare qualcosa di valido (i rari dischi punk o new wave o neo garage) dovevi fare i salti mortali in mezzo a tonnellate di dischi di disco music o musica leggera
Mmhh... (espressione di dubbio, con scuotimento di testa)
RispondiEliminaE' sempre il solito discorso: la democrazia va benissimo finchè non tocca uno dei nostri piccolissimi privilegi.
In quel momento lì, scopriamo tutti come sarebbe meglio una bella dittatura, che ci liberasse dal fastidio della concorrenza - secondo noi - non qualificata.
Boh (tono: sconsolato...)
No Alle, io NON AUSPICO una restrizione o un ritorno ai "vecchi tempi" quando eravamo tutti più felici.
RispondiEliminaMa CONSTATO che l'intasamento (inevitabile, è il progresso, e mi va bene così), con Grohl, che la possibilità che ha ognuno di farsi il suo disco, il suo libro, i lsuo album fotografico è democratico e/o pure comunista ma , ALLA FINE (e me ne dispiace) non ha portato particolari benefici alla creatività.
Forse non ci siamo capiti...la concorrenza NON ESISTE PIU' !
RispondiEliminaSe ci fosse la vera concorrenza ci sarebbe la contrattazione su chi ha dei livelli più alti di competizione,in termini sia di guadagno economico che di qualità del prodotto.
Ma quando la stragrande maggioranza del cosidetto "tempo libero" (che poi è soltanto una forma diversa di lavoro) viene offerta gratis,sia pure al livello più basso o banale che sia,questa mette in crisi qualunque sistema che si basa su DOMANDA ed OFFERTA.
Qui non siamo di fronte al ricambio generazionale,per cui mutano i gusti o le proposte si adeguano a diversi sistemi di produzione...
qui NON C'E' PIU' LAVORO per nessuno,tranne che per chi vende materiale per computer,cellulari ecc...
coloro che marciano ancora sulla "nostalgia" tra pochi anni non avranno nemmeno più la forza di uscire di casa (e mi ci metto dentro pure io) ...
democrazia un par de ciufoli !!! Questo è fascismo mediatico : LAVORA,PRODUCI e prima di crepare fai qualche acquisto su E-bay.........
e per giunta le poste fanno cagare e si perdono i pacchi x strada
RispondiEliminawell Sergio, ricordo una volta che andai in'teenager' gita scolastica a FI e subito chiesi ai fiorentini dove cazzo fosse Contempo,..mi ricordo che poi lo trovai sto negozio e comprai un album di una band chiamata Artery (mi ricordo che un mio compagno di squola ADUSO a Scorpions, et similia mi disse: 'chi cazzo sono gli Artery???'),.. e il 1° lp degli Aztec Camera
RispondiEliminaRagazzi miei,
RispondiEliminaho quasi 52 anni e sono di quelli che ha vissuto PIENAMENTE, come molti di Voi, il periodo più lisergico, creativo ed utopistico della storia moderna: gli anni settanta.
Credo, pertanto, di sapere di cosa stiamo parlando; mentre scrivo sto ascoltando un fenomenale concerto di Santana dei tempi d'oro: grazie ad Internet scopro tanta musica di quegli anni che mai avevo ascoltato e che, ciò nonostante, mi suscita le stesse emozioni dei tempi del liceo.
Per tanti anni avevo smesso d'ascoltare musica: da quando Internet è diventato vissuto quotidiano non passa notte, quando sto mondo di merda tace, che indosso le cuffie e torno indietro nel tempo.
E' vero Ursus, sono nostalgico e tra poco non uscirò più di casa: amico mio non t'offendere, ma non me ne frega un cazzo!
Non è la qualità della musica che manca, è la qualità della nostra cultura, DI TUTTA LA CULTURA.
IL NOSTRO PENSIERO E' VOLGARE, anzi non pensiamo affatto: c'interessa solo il nostro stomaco ed il basso ventre, ci illudiamo di star bene tra le nostre quattro pareti e chi se ne frega se l'altro neanche può mangiare.
Peccato però che lo straccione che non può mangiare un bel giorno si rompe i coglioni e viene a mangiare a casa tua senza permesso, magari avendo prima abusato di te.
In "quegli anni" non vedevamo l'ora di riunirci in "Assemblea", in "Collettivo", discutere del film di "Controcultura" (Vi ricordate "Fragole e Sangue", "Alice's Restaurant"?), del libro di protesta (ho una copia originale di "Porci con le ali": una merda, lo ammetto!)
E li chiamano, con disprezzo, "anni di piombo": e questi cosa sono? T'ammazzano per uno smartphone nella metro e nessuno se ne frega una fava, guidiamo le nostre macchine e chi se ne frega se dove estraggono il petrolio fanno un attentato al giorno.
Forse che le stragi sono solo quelle che abbiamo avuto al tempo e quelle di oggi, sol perché avvengono fuori dai nostri confini, non possono assurgere a tale "dignità"?
Ma cosa Vi aspettate allora che possano produrre questi tempi, se non la merda a 360 gradi che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
Evviva Internet, l'unico vero strumento di democrazia che l'intera storia dell'umanità abbia mai prodotto, seppur inconsapevolmente poiché nata per scopi militari (si chiamava Arpanet, se non erro).
Un abbraccio a tutti.
Io non mi offendo affatto,ma temo che il discorso in se non c'entri nulla con la questione rilevante...io ho pure qualche anno in più,ma preferirei uscire da queste 4 mura,senza rimpiangere i vecchi tempi (che manco erano sta bellezza,francamente) e magari trovare qualche stimolo reale,che non debba essere per forza relegato alla simulazione di vita,perchè internet ti potrà pure regalare un video introvabile,un MP3 da scaricare,ma non ti darà mai la passione del contatto CORPOREO con i suoni,non potrà mai sostituire il lavoro creativo del pittore,del poeta o del musicista con una mail che arriva da un posto che manco hai mai visto o da persone che non hai mai incontrato.
RispondiEliminaPosso anche costruirmi un'orchestra sinfonica con un computer,ma se voglio ascoltare Mozart come va veramente suonato andrò in teatro...e per vedere un film di Kubrick sicuramente preferirò sempre il grande schermo del cinema...
Hai ragione ed è tanto vero quel che dici che, grazie ad Internet, ho ripreso ad andare ai concerti ed a tuffarmi nella "mischia".
EliminaInternet non è affatto virtuale: leggo un anteprima d'un libro, mi piace e lo vado a comprare perché nulla sostituisce il piacere di sfogliarne le pagine, oltre che essere più "comodo" per la vista.
Quel che volevo dire, e in realtà non l'ho detto, è che se la musica oggi non ha qualità, se le librerie sono piene di spazzatura, se non si va al cinema, NON è per colpa di Internet, ma per il nostro degrado culturale.
Solo questo.
Ciao.
beh io sto facendo ricerche linguistiche per un diz che sto scrivendo e internet ti mette a disposizione un gran numero di libri 800enteschi,diz. dialettali etc. ,prima per trovare un diz. che ne so del patois callone avresti dovuto andare in Vallonia..è una grandissima risorsa culturale,...in più tramite utube puoi ascoltarti un gruppo di folk ungherese o polacco o del Congo etc.,...prima sarebbe stato impensabile,...in più puoi discutere di lett. americana o russa con un'americana o una russa,...imparare lingue nuove etc. ,...osu un forum di appassionati di power pop dei ragazzi esteri mi fecero ascoltare pezzi che non conoscevo,..poi di alcune di quelle bands ho comprato i vinili,...o pensa alla situazione radio o tv musicali dove ora trasmettono sempre i soliti20-30 'standardizzati' pezzi a rotazione,..senza internet sarebbe una noia assoluta ecc.
RispondiEliminavallone sorry:),..lapsus calloniano:)
RispondiEliminao prima esistevano solo i giornali (dove spesso scriveva gente non dotatissima),...ora, facciamo l'esempio di un libro o un film, chiunque nel mondo può scrivere la sua personale recensione,..questa è democrazia
RispondiEliminariallacciandomi a Grohl Internet tramite la massa divecchie o nuove bands su youtbe etc. non fa che confermarmi che le cose migliori sono state fatte nei 1950s-1970s,..anche early 1980s
RispondiEliminapoi penso che col tempo internet contribuirà a sprovincializzare l'italia nel senso che i giovani saranno più portati a imparare l'inglese o altre lingue ecc.
RispondiEliminaMa qui non si parlava del valore di internet.
RispondiEliminaSu quello non si discute. Come detto passo 40 ore la settimana al lavoro potendo ascoltare 40 ore di musica di ogni tipo, vecchia e nuova e scoprire cose inimmaginabili.
La domanda è: produrre così tanta musica, letteratura, arte, grazie ad internet ha migliorato la musica, l'arte ?
Non mi pare
Bella Mich, fotonici gli Aztec Camera!!!
RispondiEliminaLa risposta per me resta NO
RispondiEliminail valore di internet,in sè,è come ho sempre detto : importantissimo...
il problema è l'estrema facilità con cui sostituisce pratiche normalissime,che per chiunque (anche per un ragazzino di 13 anni) sarebbero formative e foriere di esperienza.
L'esempio che riportavo,sui negozi di dischi,è solo uno dei tanti...ma la questione potrebbe essere estesa a mille altri comportamenti,che stanno diventando fin troppo VELOCI (la TAV la stanno impiantando nei cervelli,a questo punto),distratti,cumulativi di tantissime cose che non riusciamo più ad approfondire !
Ovviamente le ricerche linguistiche sul 1800 o lo slide-show sul museo del Louvre (per chi non potrà visitarlo di persona) ben vengano...ma io continuo a vedere persone che scaricano migliaia di opere forsennatamente,come fosse una droga,dopo di che non ne conoscono che una minima parte (in genere quelle che esistevano già prima).
Sulla questione DEMOCRAZIA...mahhh,permettetemi di nutrire moltissimi dubbi,dopo aver visto il modo puerile e volgare in cui vengono trattati gli argomenti sociali e di attualità in gran parte della rete !
C'è gente,proprio oggi,che ancora si stupisce dei risultati di stallo delle elezioni (IO NON HO VOTATO e ne sono orgoglioso) ma vi rendete conto del livello bassissimo a cui è sceso lo scontro politico ???
E' un mondo di barzellette,di foto taroccate,di bufale diffuse a raffica e poi smentite (tanto che nessuno sa più distinguere notizie reali da invenzioni),dietrologia della peggior razza,complottismo di professione e chi più ne ha più ne metta !
E quei pochi che tentano un dibattito serio o obiettivamente costruttivo,vengono emarginati,insultati,marchiati come se fossero dei mostri di saccenza o di presunzione...
per tutto il resto,ripeto,continuiamo a divertirci con blog come questi e continuiamo a ripetere le stesse lamentele all'infinito,può darsi che alla fine servirà anche questo :-)
no no Tony, ma son d'accordo,..io stavo enumerando alcune positività di internet in senso lato,..poi sono d'accordo nello specifico con quanto detto da Grohl,una volta un album era concepito come un'opera d'arte,...ora come un 'riempitivo' per 2 canzoni ' potenzialmente' da 'radio commerciale'...poi anche adesso ci sono bands valide (come I Temponauts o una band olandese che ho ascoltato recentemente, i Kik) ma perchè si ispirano a'vecchi' suoni,....
RispondiEliminaUrsus hai ragione sul livello bassissimo dello scontro politico e di certi commenti online su certi siti,..ma questo non è colpa di internet in sè,...ma della 'cultura' pre-internettiana di costoro,no?,....
Beh, non importa se usi carta e penna, una macchina da scrivere o un computer, la vera questione è chi e cosa scriva. Ma non è cambiato nulla, di libri e dischi di merda ce ne sono sempre stati a bizzeffe. Non è che se uno passa dalla penna al computer scrive meglio, e perchè il mezzo in uso dovrebbe migliorar la qualità a cosa credete? C'è sempre una persona dietro, come prima.
RispondiEliminaI dischi a riempire 2 canzoni passabili ci son sempre stati, devo averne almeno tre o quattro.
Ma non è questo il problema,è la VELOCITA' del consumo che accentua tutti i lati superficiali e la bassa qualità dei prodotti.
RispondiEliminaLa storia si è aggravata negli ultimi tempi,perchè inizialmente era solo un problema economico (i negozi che chiudono,le sale che si svuotano ecc...) ma oggi è anche culturale !
Non faccio facili generalizzazioni,sia ben chiaro,ma provate a fare un confronto con il nostro modo di ascoltare i suoni,rispetto al livello medio di qualunque neofita che scarica a getto continuo...
il fatto stesso che Mich citi i Temponauts è indicativo : se un gruppo così valido,come quello di Pibio,non riesce a trovare una vera etichetta che li produca ma saran costretti (mi auguro davvero DI NO) ad inserirsi gratuitamente in rete.........beh,non mi sembra un fatto positivo.
Esattamente come prima URSUS.Cosa c'entra internet.
RispondiEliminaGruppi come i Temponauts (tra i miei preferiti) non li ha mai cagati nessuno qui irrilevanti che vadano in giro su vinile, cassette, cd o mp3.
I gusti seguono altri trend, forse l'unica cosa della quale si deve tener conto. Quando si produce un'opera volutamente fuori dal tempo ci si autoesclude immediatamente da certi discorsi, come si fa poi a lamentarsene? Non tiratemi fuori la cultura per favore, è musica pop c'è un genere di musica pop che va alla grande in Itaglia ma non è certo quella che piace a noi, andiamo ragazzi ma credete veramente che i Rolling Stones (ad esempio) abbiano oggi un impatto sui 15/25enni in UK o USA dai per favore, ma gli ridono in faccia o magari fan finta di niente.
Mi permetto di dire che tutte le fasi del tracollo le ho un po' conosciute di persona,visto che un negozio l'ho avuto per quasi 20 anni...
RispondiEliminase fosse IRRILEVANTE come dite voi,oggi non staremmo qui a discutere di attività che chiudono,di interi settori dell'arte e della cultura che versano in condizioni disastrose (la fotografia professionale vi dice nulla?)
nè tantomeno di truffe colossali,tipo Sanremo,che becca ancora milioni di spettatori a serata ma di cui nessuno sa DOVE siano le incisioni su disco (cosa assolutamente carente,rispetto ad altri mezzi tipo jingle pubblicitari,musichette per cellulari ecc...)
I Temponauts,come molti altri,avrebbero potuto aspirare tranquillamente alle classiche mille copie che si stampavano in maniera decorosa,senza pretendere di arrivare in testa alle hit-parade,come hanno fatto il 90% delle band definite "underground" (non a caso)...in questo modo,invece,perderebbero (uso il CONDIZIONALE,per scaramanzia) anche le minime chanche,che avevamo noi stessi o i Not Moving ad inizio carriera...
certo che internet di per se non c'entra un cazzo,ma sono le contraddizioni di un sistema che continua a premiare i colossi del marketing e ad affossare i più piccoli che lo alimentano,per adesso...
e ripeto : non è detto che duri per molto !
Si, anche i luddisti sfasciarono i telai a vapore che sapevano avrebbero fatto sparire la loro professione e questo DUECENTOCINQUANTA ANNI FA!La fotografia, ma anche il disco di vinile e altre cose hanno avuto il loro tempo, sicuramente mentre tu 'beneficiavi' in qualche modo del periodo d'oro di queste cose, ci sarà stato qualcun'altro che si lamentava del declino di quelle appartenenti alla generazione precedente o prima ancora, dai.
RispondiEliminaSir Indigo Moog, sono commosso: hai già scritto tu tutto quello che avrei voluto scrivere io...
RispondiElimina:)
Ma voi che lavoro fate ? Così,giusto per curiosità...perchè se me ne indicate uno NUOVO che ha creato la rete lo faccio anche io,magari faccio domanda da precario,chissà se a 53 anni e con a carico due invalidi permanenti mi prendono.
RispondiEliminaGrazie liberismo,grazie tecnologia che ci hai salvato dal declino...
Ma no Ursus non stò incensando la rete, centinaia (migliaia?) di professioni sono nate e poi scomparse prima di internet, ma anche prima del motore a scoppio, perchè deve essere liberismo o dottrina, è così, le cose cambiano. Anch'io a volte mi adatto a fatica, ma se non lo facessi andrei sicuramente a picco. Non credo sia una questione di 'che lavoro fai'. Ad ogni modo l'ho perso due volte in 6 anni il lavoro (di merda), moglie e due figli.
RispondiEliminaAllelimo, ti abbraccio. Anche io mi sono commosso l'altro giorno quando hai ricordato in dialetto, splendidamente, un pomeriggio al vecchio G.A. Sada.
RispondiEliminasul discorso negozi hai ragione Ursus ma questo non dipende dainternet penso, è un discorso più ampio,...anche moltissime piccole ditte che producono altri beni non 'culturali' stan chiudendo,...poi penso che quella tendenza nella industria o radio musicali a far passare solo certa roba sia molto precedente l'esplosione di internet,...poi è anche l'oggetto in sè steso che è cambiao,...il vinile era qualcosa di 'corposo'con un suo suono 'pieno',..il cd è assolutamente diverso e ha un suono più 'asettico',..è un oggetto meno 'affettivo',...anche questa 'rivoluzione' è molto precedente l'espansione di internet in sè,....io tramite internet ho fatto ascoltare su utube ' gli occhi'o Not Moving o , che ne so, i 20/20 a persone estere e hanno apprezzato,..prima non conoscevano quelle bands,.....poi penso che un altro fatto sia che gente come gi Stones o i Beatles etc venivano dalla gavetta e amavano veramente il blues o il r'nr,...ora invece molte 'star' vengono imposte per il look etc.
RispondiEliminapoi ha ragione anche il Sir quando dice che dischi del c.. si facevano anche una volta,..certi gruppi dark- industrial anni '80 o punk o anche della seconda ondata garage riascoltandoli sono onestamente brutti,...però a livello generale non c'è paragone,...ascoltavo ieri un gruppo 'indie' del 2003 e hahaha! degli Ultravox,..non c'è paragone
RispondiEliminaMich...stiamo parlando di 2 cose diverse !
RispondiEliminaTutti i nomi che hai fatto tu oggi rivivono una seconda giovinezza grazie ANCHE a internet...ma se tu iniziassi OGGI a fare dell'altra musica,magari anche migliore della nostra (che caz ne so,non siamo mica dei geni assoluti perchè siamo nati 30 anni prima di questi) non troveresti nessun giovamento dalla MASSIFICAZIONE estrema che esiste.
Ma anche la stessa TV digitale,tralasciando internet,che adesso ha ceninaia di canali in più quali progressi culturali ha portato ?
Io potrei farvi centinaia di esempi contrari a questa equazione TECNOLOGIA = PROGRESSO UMANO
ma a favore quanti se ne potrebbero tirare fuori ?
I grandi gruppi,quelli che governano l'economia globale hanno tratto vantaggio,ma questo sta anche portando ad un impoverimento delle altre piccole e medie aziende...durare ancora per molto ? Io ho i miei dubbi.....
se poi sarà internet a tiracene fuori ne sarò felicissimo,per adesso non vedo vantaggi reali.
Ursus, cos'è Beatles, Rolling Stones, Kinks, Who non erano prodotti della massificazione? Quale progresso culturale han portato, era questo il loro scopo? Oppure (come hanno ammesso tutti) volevano solo diventare famosi, suonare, possibilmente arricchirsi e ciularsi un sacco di ragazze? Andiamo, dai. Inoltre l'UNICO motivo per il quale han potuto fare quello che han fatto è che i grandi gruppi, quelli che governa(va)no l'economia globale hanno sfruttato al massimo la prospettiva per cui milioni di teenagers anglosassoni avrebbero comprato i loro dischi, e loro possedevano (e possiedono) le etichette discografiche. Per inciso la EMI (Electric Music Indusrties)era già una corporate multinazionale alla fine degli anni '50. In virtù di questo strabiliante successo dei gruppi di più grande talento si potè poi finanziare anche al di fuori del circuito delle grosse etichette discografiche (nei paesi anglosassoni) circuiti indipendenti/alternativi, a cascata, ma senza il grandissimo successo industriale dubito che fosse saltato fuori qualcosa.
RispondiEliminaMa stiamo parlando degli anni 60 o di adesso ?
RispondiEliminaIo ho detto che non esistono prospettive del genere OGGI,non 40 o 50 anni fa.
All'epoca persino mio fratello,che aveva un complessino di provincia,si portava a casa qualcosa tipo 100 mila lire a serata (sapete cosa erano ? Lo stipendio di un operaio in un mese)...ora facendo i raffronti,sia con l'età dell'oro (quella sopracitata) e quella vissuta da me o da Tony Face (anni 80) le cose,che sono MOLTO più facili sul profilo TECNICO si sono complicate moltissimo a livello sociale,perchè non ci sono nè soldi nè tantomeno spinte ideali molto forti.
Altra cosa : di solito io faccio riferimento alla situazione italiana,perchè è la più vicina ed è quella più evidente a tutti,ma allo stesso modo ho visto che in paesi "guida" del settore musicale come UK,la media di età del pubblico ai concerti è oltre i 40 : idem come da noi con la differenza che LORO hanno mantenuto in piedi una industria con cui possono ancora camparci più o meno bene...mentre qui tra poco,per suonare in pubblico,ci toccherà pure pulire i piatti e le stoviglie a fine serata...ma a TUTTI,non solo a chi suona da 30 anni o da pochi mesi !
cmq c'è un'intervista inedita dellì89 al Grande Albertone su ?Il Fatto'.aveva previsto tutto : “Sembra che famo a gara a chi magna de più, ci bombardano di pubblicità televisiva, che io la vieterei, e tutti a consuma’, vedi ’ste trattorie piene di culoni che magnano…Ma che te magni? Io magno un supplì e me basta. ',..grande
RispondiEliminabeh ma qui Ursus è un discorso che riguarda allora più l'impoverimento culturale in questo paese negli ultimi 20-30 anni,..in Inghilterra ricordo studi di Cambridge sulla musica popolare,....qui se uno studia la musica popolar-dialettale si becca degli insulti
RispondiEliminaNon ci capiamo Ursus, fa niente. La differenza è che in UK c'è pieno di concerti con musica per ventenni fatti da ventenni, mentre qui (se va bene) ci sono concerti con msica per sessantenni fatti da sessantenni con un pubblico di ventenni, c'è qualcosa che non funziona e non sono le multinazionali americane
RispondiEliminaInoltre David Grohl come puntualizzò Tony qualche post fa è miliardario quindi può dire quello che vuole, ma non dimentichiamo che se è dov'è lo deve solo alla grande industria.
RispondiEliminaQuando giocavo a calcio negli anni ottanta ero pagato,a volte vergognosamente adesso devo pagare io per giocare per coprire le spese del campo, i tempi sono difficili, allora? E' colpa del Raal Madrid o di internet o della Nike? non credo, forse si ma molto molto alla lontana.
RispondiEliminaIl campionato inglese ha un eccellente livello di gioco nonstante l'esposizione mediatica sia superiore e precedente alla nostra, mentre la Serie A ha un livello di gioco scadente come si può accusare il mezzo di divulgazione?
sì, son s'accordo, dopotutto Dylan o tutti i gruppi della counterculture di SF incidevano per majors, idem Who etc, Pink Floyd,le majors in quel periodo han prodotto grande musica,...il fatto è che era un altro momento storico,..c'erano probabilmente anche grandi produttori molto più esperti di musica
RispondiEliminaC'erano MILIONI di giovani che acquistavano dischi,che andavano ai concerti,che facevano chilometri (magari in autostop) per raccogliersi in festival collettivi,scomparsi da quando puoi entrarci dentro gratis con una telecamera digitale e magari vederti uno che fa finta di suonare dall'altra parte del globo,con la base programmata da un computer...
RispondiEliminae noi siamo qui a menarcela se riusciremo a rientrare delle spese,andando a suonare a Roma di fronte ad un centinaio di persone scarse (se tutto va bene).
Questi sono i grandi vantaggi che ci ha dato la comunicazione "globalizzata"...dimostrato dalla vostre stesse parola,perchè io sto parlando di CASA NOSTRA nel 2013 e voi continuate a riportarmi frasi sugli anni 60 in posti come l'Inghilterra...ma basterebbe,in quel caso,restare in Italia,senza fare troppa strada e confrontare qual'era il sistema di diffusione della cultura molti anni fa.
Non continuiamo a raccontarci la balla che "si stava meglio quando si stava peggio"...si stava meglio e basta ! Il perchè fate un po' voi,per me vanno bene tutte le opzioni,a questo punto.
Mentre nel 2013 in Inghilterra c'è pieno di festival e concerti che vanno come al solito, pieni di gente che si DIVERTE. La storia degli anni 60 era solo per spiegare come maisi son verificati certi fenomeni. Inoltre la storia degli inizi di Beatles, Who e Stones è piena di serate in giro per l'Inghilterra dove non si sapeva se si sarebbero tirati su i quattrini per rientrare, solo il successo creato dalla grande industria (che voleva canzoni di successo, non roba artistica in se è per se)ne ha fatto quel che ne ha fatto. In Italia resta un anomalia e oggi è un fenomeno moribondo in quanto vissuto solo come moda o fenomeno passeggero. Non stò assolutamente dicendo che si stava meglio quando si stava peggio, forse sei tu che lo dici e in fondo ci credi.
RispondiEliminaIl problema per come lo vedo io è che nessuno ha mai costretto nessun altro a suonare musica "non commerciale".
RispondiEliminaE' una libera scelta: però, suonando musica non commerciale, è inutile lamentarsi di (appunto) avere "poco mercato".
Se vuoi vivere di musica, devi dare al pubblico quello che vuole LUI, non quello che vuoi TU.
Chiedere conferma a Vasco, Ligabue, Litfiba, Jovanotti: mi sembra che non se la cavino poi male, oppure a quelli che vengono dai reality.
Poi certo, A ME non piacciono, ma non è quello il punto: se vuoi vivere di musica, puoi farlo, se sei abbastanza bravo da scrivere canzoni che poi il pubblico compra.
Se scrivi canzoni che il pubblico non compra, puoi raccontarti che è colpa del pubblico e che tu sei più avanti di loro, ma in realtà non sei abbastanza bravo perchè abbastanza persone decidano di spendere i loro soldi per comprare la tua musica.
E in questo io mi riconosco pienamente, eh: ho suonato per anni e continuo a farlo, mi sono molto divertito ma non ho mai venduto un cazzo. Non eprchè ero troppo bravo per il pubblico culturalmente sottosviluppato, ma perchè non ero abbastanza bravo per scrivere canzoni che al pubblico piacessero.
I Beatles, esempio sbagliato.
Loro PRIMA hanno venduto milioni di dischi pop (spesso anche banali, eh, ma era quello che la gente voleva in quel momento) e POI si sono permessi di provare a fare musica diversa e cambiare i gusti del loro pubblico.
Al contrario, non funziona...
D'accordo per i Beatles mi riferivo ale periodo pre 1962 quando giravano su un furgone con Neil Aspinall alla guida, poco più che ragazzotti. d'accordo sul dopo-1966
RispondiEliminaSir, non mi riferivo al tuo esempio, sono d'accordo sul fatto che anche loro all'inizio giravano senza sapere se avrebbero tirato su i soldi delle spese, ma a chi citava i Beatles come esempio di "musica di qualità che piaceva alle masse (che negli anni '60 erano meglio di oggi)"
RispondiElimina:)
Si si infatti erano un prodotto massificato dell'industria discografica per ragazzine. Nel 1966 resosene conto e dall'alto di una fama senza precedenti decisero di far di testa loro e le cose cambiarono (in meglio).
RispondiEliminaQuindi tutti quelli che hanno fatto musica NON COMMERCIALE in ITALIA,negli anni precedenti al boom della pirateria informatica,secondo voi non hanno venduto una mazza e non hanno creato nessun tipo di movimento popolare (costruito su una rispondenza tra RICHIESTA ed OFFERTA di musica,a livelli molto superiori alla media attuale)...
RispondiEliminaOK,vuol dire che mi sono sbagliato io,con me si sono sbagliati anche una lunga serie di nomi (giornalisti,critici musicali ecc...) che continuano a scrivere libri sull'argomento.
Magari leggerli farebbe bene anche oggi,lo dico come CONSIGLIO e non come volontà polemica (quella mi è già passata da tempo) :-)
Nessuna vena polemica, solo son daccordo con Allelimo.
Eliminahttp://stampamusicale.altervista.org/Festival_pop/index.htm
RispondiEliminama nemmeno nella musica commerciale regge il paragone tra ieri e oggi
RispondiEliminami sembra evidente anche da quanto appare nel blog
RispondiEliminaUrsus, io non ho scritto nulla di quello che dici tu!
Ho scritto che se vuoi fare il musicista professionista ti conviene suonare quello che il pubblico vuole sentire, e che se vuoi suonare quello che vuoi tu, ti conviene fare il musicista amatoriale.
Ho scritto che IO non ho venduto un cazzo, non che nessuno non ha mai venduto una mazza.
Negli anni '60 e '70 le due scene si sovrapponevano un po' di più di adesso, certo.
Per come la vedo io ADESSO, quella che ora definiamo MUSICA NON COMMERCIALE era allora semplicemente una diversa sfumatura di MUSICA COMMERCIALE.
Nel senso che aveva un mercato: c'era gente che voleva ascoltare quella musica, e gruppi che gliela davano.
Ma era anche un'altra epoca, pre- un sacco di cose che oggi fanno concorrenza alla musica tra gli interessi dei "giovani".
Anch'io sono cresciuto nel mito dei festival pop, del peace and love, re nudo e parco lambro, e poi più avanti il punk e la new wave e tutto quello che vuoi.
Erano tutte cose che avevano un mercato in quel momento, se quel momento è passato e il mercato non c'è più, pace e amen.
Allelimo, mi duole ammettere che sono ancora una volta d'accordo con te... la situazione, mi sembra, è quella che hai descritto tu... se oggi vuoi fare la musica che vuoi, non solo ti conviene, ma in pratica sei costretto al livello amatoriale. Sad, but true. E per tante ragioni, ecc.
RispondiEliminaPoi massimo rispetto per Ursus che non si arrende. Anzi, lo appoggio... Investiamo tempo, soldi (a perdere), energie e riceviamo in cambio chili di frustrazione e qualche soddisfazione, che arriva grazie alla rete, quasi sempre...
Qualcuno dirà: non ve l'ha mica ordinato il dottore. Certo, aggiungo che pure noi abbiamo le nostre responsabilità...ma è anche vero che nessuno di noi pretenda molto o faccia delle scenate. Si va semplicemente avanti, testardamente.
Sull'argomento del post, non lo so: forse sì, forse no.
Di sicuro oggi scrivere buone canzoni, fare dischi prodotti in modo credibile e metterli in circolazione è più "confortevole" grazie alla rete e alla tecnologia: la cosa, però, rende tutto ugualemnte difficile, perchè alza l'asticella della concorrenza...
Quando hai fatto il tuo bel dischetto e con un click lo hai mandato in rete a beneficio del mondo intero, lo hanno già fatto tutti col loro. La circolazione on line è vantaggiosa in sè, ma non è un vantaggio sugli altri (se non vogliamo vederla in termini di competizione, accettiamo almeno la selezione). Per questo emergere (veramente) rimane una questione di talento (con la T maiuscola; oggi è più facile coltivare un talento, che bene o male hanno in tanti, e grazie soprattutto alla rete), culo, scelte e oppurtunità. Anche nell'ambito indie-underground-nicchie-ecc...
La tecnologia potrebbe anche aver alzato la qualità, ma siamo sicuri che ce ne accorgeremmo?
In fondo, i dischi peggiori si scremano da soli, quelli brutti passano inosservati, i gruppi veramente validi emergono, il resto (magari mediamente valido o interessante) rimane più o meno nell'anonimato, tecnologia o meno... Cambia poco, in termini di riscontri e visibiltà: ovvero opportunità.
W
Ciao W.
RispondiEliminaE' tutto esattamente come prima. Sarà anche aumentata la quantità, ma non è cambiato niente.
Grande Sir!
RispondiEliminasostanzialmente, sì. Tante cose sono cambiate, ovvio...ma cambia la forma, la sostanza resta quella...
Dove le cose sono veramente cambiate in peggio è nell'attività live.
W