Non poteva mancare su questo blog un resoconto del TOUR GIAPPONESE dei NO STRANGE dalla diretta voce dei protagonisti.
Nelle foto il poster giapponese, alcune fan di Tokyo e il vostro blogger preferito nei camerini dello United di Torino con Ursus e Alba dei no Strange.
URSUS
Tornati dal breve tour giapponese,lo confessiamo, ci si sente un po'come Sordi e Monica Vitti alla fine del famoso film "Polvere di stelle".
Come qualcuno che ha gustato per pochi giorni una sconvolgente esperienza di "fama e celebrità" e di colpo si ritrova con la consueta routine ordinaria di sopravvivenza.
Il nostro pubblico d'oltre oceano è forse la cosa più incomprensibile ed affascinante che potessimo mai conoscere da vicino: incomprensibile se si segue un modello di pensiero che è il nostro classico occidentale,ma chiarissimo se lo si rapporta al LORO modello culturale e organizzativo, presente a tutti i livelli della vita sociale.
I giapponesi sono gelosissimi della loro arte, della propria musica, dei loro prodotti e manufatti (anche per via di un vicino troppo ingombrante quale la Cina).
Applicano un protezionismo che pare estremo (molto prima di partire ci hanno imposto l'ipoteca su video e registrazioni dell'evento,come fanno con tutti) e si contraddistinguono per una precisione totale,anche nei minimi particolari.
Hanno curato il tragitto ora per ora,con puntiglio assoluto,fino alla scelta della strumentazione e di ogni apparato tecnico,delle scenografie,delle luci e dei nostri ritmi personali (comprese le pause,l'alimentazione ed il riposo).
Probabilmente,per come siamo nati e cresciuti noi balordi latini,saremmo incompatibili su molti altri aspetti.
Viviamo in pianeti diversi ancor più che in continenti.
Ma è un pianeta sconvolgente ed affascinante,perchè accoglie in modo entusiasta chiunque si esprima con linguaggi a loro affini, perlomeno nei gusti e nella ricerca estetica.
L'arte italiana è da loro vista come patrimonio dell'umanità,per cui ne seguono da tempo ogni minimo aspetto...ma nella musica convergono TUTTI (dall'adolescente fino all'anziano) nell'adorazione dei nostri nomi più interessanti, senza alcuna differenza tra passato o presente, nè tra notorietà o meno.
Infatti gli artisti italiani che si sono esibiti in Japan hanno riempito locali che contengono migliaia di posti, mentre qui in patria non riuscirebbero neanche a vedersi tra un ristretto giro di amici e parenti (potrei citarne molti, soprattutto dello storico panorama underground fine 60 e inizio 70), ma tutti avevano,come segno comune,queste peculiarità :
Sonorità "mistiche" a metà strada tra il prog ed i corrieri cosmici,di teutonica memoria,psichedelia figlia di "Ummagumma" e dei nuovi folletti alle porte della percezione.
Infatti di altre espressioni musicali quali il punk,la techno,il rap ecc... si curano molto poco, li vedono come un sotto-prodotto della amata/odiata cultura anglosassone, che serve giusto per svaghi notturni, nei momenti in cui si trasformano da dr.Jekill a Mr.Hyde (perchè nel privato sanno essere anche molto trasgressivi,fino agli eccessi).
Nei locali e nei teatri in cui siamo stati noi, pubblico numerosissimo (mi dicono circa un migliaio di presenze a concerto), ordinato,composto e caloroso allo stesso tempo...
Persone di tutte le età e tipologie: nessun punk o metallaro, parecchi mods o psycho-beat con abbigliamento sui generis e contaminazioni frequenti tra il glam ed il freak, ma sempre molto curati e mai volgari,comprese le bellissime ragazze (persino una coppia di ottantenni in viaggio di nozze!).
Nell'ultima giornata della troppo breve ma intensissima settimana (a noi pareva quasi un secolo) hanno intervistato me ed Alberto,in una radio gestita da studenti : quanto di più sconvolgente e sbalorditivo potessimo trovare in un paese così lontano,con dischi alle pareti,incorniciati come cimeli...e tra questi dischi campeggiavano anche "Trasparenze e suoni" e "L'universo",nel mezzo di una selezione di gruppi storici di casa nostra,quali Osanna,Orme e Balletto di Bronzo.
La trasmissione si è aperta con Le Stelle di Mario Schifano e da lì la coppia di speaker,ragazzo e ragazza,ha introdotto la nostra storia a partire dalle origini fino ai più recenti album e partecipazioni alle varie compilation : sempre puntigliosi,esperti,informatissimi...peccato dover sempre aspettare le traduzioni per discuterne e per potersi capire totalmente su tutti i termini,ma è stato qualcosa di indimenticabile,davvero.
CRISTINA
Che bella Tokyo.
Che strana metropoli con le sue luci sfavillanti.
Le persone sono davvero molto gentili.
Imbarazzanti quasi.
Però sembrano tutti ingessati. Così rigidi nell'osservare il programma stabilito.
Abbiamo mandato in paranoia il nostro tour-manager-inteprete-guida solo
perchè abbiamo chiesto di poter uscire da Roppongi per vedere altri quartieri!
Avremmo voluto tuffarci nei negozi di dischi e/o strumenti, avremmo voluto cazzeggiare per cavoli nostri!
Invece abbiamo avuto troppo poco tempo e troppe cose da fare!
L'organizzazione rigida e precisa è stata davvero eccellente.
Il concerto alla Waseda (l'Università) per me è stato il momento più toccante.
Il pubblico è stato grandioso per l'intensa partecipazione emotiva.
I ragazzi non me ne vorranno se dico che all'Università erano più sciolti e più rilassati della sera prima.
Bello il live al Bunkamura-Theatre, ma in mezzo a quella moltitudine di ragazzi e ragazze in piedi a ballare.
Sono soddisfazioni che non riesco ad esprimere.
Sul lungo viaggio di ritorno mi sono auto-para-flesciata al contrario.
In aereo mi sono raccontata mentalmente questa incredibile esperienza.
Il bagaglio di sensazioni ed emozioni ha arricchito il mio cuore.
Per giorni e giorni, e ancora ora quando ci ripenso, il mio viso è identico a quello di Otafuku: la divinità shinto resa famosa come la maschera sorridente del Teatro Noh!
E se chiudo gli occhi mi vedo- ci vedo ancora lì in teatro, o in radio o all'Università.
Nella mente e nel cuore le note di Cristalli Sognanti: ma in fondo al mio cuore brucia un fuoco ancora acceso!
Konnichiwa Tokyo People, ArigatÚ Mr. Hasamoto, Thank you so much sweety Hiriki
Ps: Lo so. Vi aspettavate che vi raccontassi aneddoti gustosi, tipo quando Salvo si è perso al Gengis Khan Airport seguendo delle hostess di una improbabile compagnia aerea o quando pensava che non ci fosse nessun italiano nei paraggi e ha esclamato uno dei suoi innumerevoli: dioffà o di quando Lucio ha accarezzato il sogno di potersi tenere la bellissima batteria messagli a disposizione al Teatro, di quando Alberto si è dimenticato il suo bel cappello alla Indiana Jones nel taxi o quando ci han cuccato me e Pino fumare sulle scale come dei liceali, e del culo formato casa popolare di Tokyo che ci han fatto! o quando...
No. Niente di tutto ciò. Sono Nostrangica io!!!
Ppss: Non chiedeteci video e/o audio. Non sappiamo più come dirlo. Abbiamo firmato un contratto che dava l'esclusiva all'organizzazione giapponese! (e come direbbe Salvo: dioff)
ALBERTO
Un sogno? A me talvolta capita di sognare sapendo che sto sognando.
Un viaggio di ore ed ore, poi arrivi, suoni, canti, assapori un mondo che conoscevi tramite Kawabata, Mishima, Murakami, che ami, così pieno di contraddizioni, assurdo, totalmente altro, totalmente strano.
Ma qualcuno l'avrà capito cosa vuol dire No Strange?
Strani loro, strani noiÖSuoni, mangi, dormi, parli un casino: con chi? In che lingua? Chi traduce? Chi capisce qualcosa? Eppure passa tutto, quello che provi e quello che vorresti, passa quello che sei e che qui a casa riesci appena ad essere ma è un sogno, appunto, un sogno che sai di sognare e da cui non ti vorresti svegliare.
Sai che a casa non è e non sarà lo stesso (Nemo propheta in patria) e allora respiri profondo, cerchi un dojo zen, un teatro Noh ma ogni scritta è indecifrabile come un enigma, splendidi ghirigori che intuisci vogliano dire qualcosa ma puoi soltanto rimanere inebetito lì ad ammirarli , splendidi disegni tra gente che corre.
Vorrei andare un po' in giro da solo ma so che mi perderei e allora gli unici riferimenti sono i taxi.
A Torino è troppo facile: la Mole, di qua la collina, di là le montagne, a Tokyo hai solo i taxi che aprono e chiudono le porte da soli, come automi.
Strano, dall'impatto urbano con la tecnologia credevo amassero più i Kraftwerk che i suoni italiani o il bel canto, ci dicono, forse non han le idee cosÏ chiare!
Apro gli occhi e sono di nuovo in aereo , son sveglio?
con il mio poggiatesta gonfiabile ma chi riesce a dormire?
LUCIO
Un viaggio faticoso,ma entusiasmante,dove abbiamo conosciuto un mondo molto
diverso dal nostro,proprio per questo interessante,in tutto il suo insieme e
le sue mille sfaccettature.
Pubblico ultra-caloroso e festante,anche nel
perfetto stile orientale e nella loro proverbiale compostezza.
Forse sarà
l'unica volta in cui vedremo folle così entusiaste,soprattutto di giovani e
ragazzi/e innamorati della nostra musica,che pur arriva da lontano e da una
sua storia decennale...abbracci calorosi per tutti i partecipanti e per
tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa avventura extra-continentale
ed in special modo per Shirai ,instancabile guidatore del pulmino messoci a
disposizione dall'emittente radio-TV di Tokyo.
PINO
Estremo Oriente sempre più estremo.
Le città che non dormono mai tra onirici orizzonti scomparsi,nascosti.
Ore di veglia senza il giusto ristoro del sonno.
Profumi di sudore, donne e cibo e folla accalcata negli angoli delle strade.
Non un momento,un istante di giusta pausa, foriera di pace.
Il divenire perpetuo occulta líantica tradizione degli uomini.
Forse tocca a me cercarla .
Oriente aspettami ,non ho ancora finito !
Splendido!
RispondiEliminaChissà come deve essere stare in una radio in Giappone con i tuoi dischi appesi alle pareti mentre i dj passano Le Stelle di Mario Schifano!!! roba da darsi dei pizziccoti...
Si,infatti per almeno 4 o 5 giorni,dopo il rientro,ancora non mi rendevo conto di aver visitato uno spazio del pianeta terra...perchè culturalmente è come se fossimo tornati da Alpha Centauri.
RispondiEliminaunica autentica psych band nel belpaese in quei pallosi e grigissimi anni 80
RispondiEliminafin troppo celebrati di questi tempi
zut
Dersu Ursuszala (lol)
RispondiEliminagrandissimo reportage!!!
RispondiEliminaevvai ursusse dioffffffaaaa!!!!
C
ahahah!! Mich..straordinario!!
RispondiEliminaC
come facevano a ballare con i no strange? incomprensibili giapponesi
RispondiEliminaL'espressione giusta,infatti,è Sballare...con la S iniziale ! Comunque nella prima serata in teatro le ballerine (8 meravigliose fanciulle) seguivano una tecnica studiata per mesi,che a noi è praticamente sconosciuta,una forma teatrale difficilmente descrivibile a parole.
RispondiEliminaBellisssimo!
RispondiEliminaW
Siete tutti talmente felici dell'esperienza che anch'io sono davvero felice per voi...!!
RispondiEliminaSi capisce che nel vostro tragitto musicale aspettavate un momento così diverso, gratificante...per tutti.
Non so se i jap vi hanno aperto le strade ad altri futuri lavori....o se resterà, questa, un'unica esperienza e basta. Ovviamente vi auguro e spero sia solo l'inizio di tanti nuovi interessantissimi tour
EDDA