Trovo che il noto assioma di Pete Meaden (primo manager degli Who) per descrivere la cultura mod sia, con le dovute proporzioni, perfetto per descrivere lo spirito delle Paralimpiadi: "clean living under the difficult circumstances" (vivere in modo limpido tra le difficoltà che ti circondano).
Ben, finalmente, coperte da Rai e media in generale, ci hanno mostrato non solo il valore di chi affronta la disabilità con un incredibile spirito, non solo il recupero dell'anima De Coubertiana primigenia delle Olimpiedi, "l'importante è partecipare", ma anche prove e gesti atletici di assoluto valore, affiancate dalle storie pazzesche di ognuno degli atleti.
Magari è stato difficile districarsi tra le varie categorie che dividevano il grado di disabilità ma poco importa.
Uno spettacolo che ha dato forza.
Grazie.
In particolare ad uno su tutti: Alex Zanardi, vero idolo,sempre con il sorriso, intelligente, preparato, sereno, una forza della natura.
Ammirazione sconfinata.
"limpidamente"????
RispondiEliminaDoping, spirito di rivalsa, cattiverie di ogni tipo: non cambia nulla, stanne certo.
RispondiEliminaAndBot
Sorvolerei anch'io sulle solite, brutte questioni e mi concentrerei sulla tempra e il carattere (accidenti che invidia) di personaggi quali Alex Zanardi.
EliminaE' il carattere di un agonista, niente di più, niente di meno.
RispondiEliminaBrutti ambienti, te lo posso assicurare.
C' è gente che le gambe le perde non perchè corre in Formula (non ricordo più cosa) e poi deve campare con la minima da invalido e sorride un po' meno. Ma non è detto, perchè dipende dalla tua natura.
AndBot
Concordo AndBot
RispondiEliminaC
limpidamente
RispondiEliminaE' vero, ne fanno di tutti i colori, scorrettezze, cattiverie e anche doping (impressionante tra l'altro il discorso della stimolazione cardiaca attraverso forti dolori periferici, ne ho sentito parlare di recente ad un convegno).
RispondiEliminaDetto questo per me (pratiche doping a parte ovviamente) è giusto che sia così. Questi/e qui sono dei duri veri, mica dei bambocci qualsiasi, e vogliono vincere, per un sacco di motivi.
Di quella pratica ne parlavo stamattina con un medico qui in palestra, ma vabbe', nello sport agonistico ne fanno di cotte e di crude.
RispondiEliminaPerfino fra gli amatori ho visto (e vedo) cose assurde.
Nel caso specifico rientrano tanti fattori: la rivalsa, la dimostrazione di carattere, eccetera.
Pensate al carattere di un agonista moltiplicato per dieci. Non è sano, no, ma anch' io lo capisco.
I fattori psicologici sono troppi.
AndBot
Alle Paralimpiadi c'è gente senza gambe che corre e gente senza braccia che nuota e tira di scherma.
RispondiEliminaTutti i commenti qui sopra mi sembrano, scusatemi, davvero fuori luogo.
Non sono 'gente senza gambe e gente senza braccia'. Sono grandi sportivi agonisti, pronti a tutto per vincere la loro battaglia con il cronometro, con gli avversari e con la vita. E' chi li definisce 'gente senza gambe e gente senza braccia' che li offende, li discrmina ed è fuori luogo.
RispondiEliminapibio, uno di noi due non sa leggere.
RispondiEliminaProbabilmente sono io.
indubbiamente.
RispondiEliminaPibio ha perfettamente ragione. Diversamente la pensa Paolo Villaggio..Le sue affermazioni mi hanno lasciato basito.
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-08-31/paolo-villaggio-radio-paralimpiadi-174058.shtml?uuid=AbxbBUWG
Thomas
Paolo Villaggio ormai è un coglione rintronato...peccato mi piaceva tantissimo.
RispondiEliminaPer quanto riguarda il resto ormai nello sport (in tutto lo sport), doping, scorrettezze etc sono diffusissime (soprattutto in ambito amatoriale dove ci sono meno controlli) e non credo che le Paralimpiadi ne siano immuni (avevo letto di alcuni che si erano finti disabili per partecipare...no comment...).
Ma sottolineavo il mix di agonismo/solo partecipazione/voglia di riscatto etc che è emerso in questo evento.
Nello specifico Alex Zanardi è quello che risalta di più per la storia che ha e per i riflettori che ha sempre avuto addosso (per merito suo).
evidentemente non ci siamo capiti.
RispondiEliminaio sono d'accordissimo con il post di Tony e penso che Villaggio abbia sparato una serie di grosse cazzate.
Però il tono dei commenti mi sembrava poco rispettoso verso gli atleti paralimpici, con l'accento posto su doping, agonismo, cattiverie etc.
Scopro invece che le offese e le discriminazioni le ho fatte io: domando scusa, non era davvero questa la mia intenzione.
Si potrebbe dire questo: un atleta normo dotato, con un pizzico di talento, ma poco incline alla sofferenza, può trarre grandi benefici (a breve termine) dalla pratica dopante.
RispondiEliminaMentre per un atleta diversamente abile non ci sono storie, la sofferenza è il suo pane quotidiano, è ciò di cui si nutre.
In questo caso la carica agonistica deve essere al massimo, con tutti i pro e i contro del caso.
Poi dipende dal tipo di sport, dal gesto atletico coinvolto e da mille altre fattori fisici e, soprattutto psicologici.
Mi è capitato di seguire nella preparazione atleti diversamente abili e ho notato solo una grande determinazione, una cura maniacale delle metodiche di allenamento e grande scrupolo nel seguire dieta, integrazione e riposo.
Chi ha le possibilità economiche si fa seguire anche dall' endocrinologo, eccetera.
Non cambia nulla.
AndBot
Non cambia nulla ad alti livelli (vedi Zanardi)
RispondiEliminaCambia per quelli che trovano nella possibilità di gareggiare (e non parl odi Paralimpiadi ma di semplici gare provinciali) una ragione di vita che li toglie da una condizione eufimisticamente "precaria", almeno per un po'.
Alle gare di ciclismo amatoriale fanno il test antidoping.
RispondiEliminaMio padre lo ha fatto due volte e non erano nemmeno Granfondo.
Intendevo questo.
AndBot
Comunque sono d' accordissimo, può essere una decisiva ragione di vita, quindi benvengano.
RispondiEliminaFra l' altro il basket in carrozzina è pazzesco! Mi piace proprio guardarlo, fanno dei numeri da paura! Ci resto di merda ogni volta.
AndBot