La rivista musicale storica per eccellenza in Italia è sicuramente stata il CIAO 2001, criticata, sbeffeggiata, sicuramente non lo strumento ideale per una corretta e completa informazione ma per lungo tempo l’imprescindibile organo “ufficiale” per chi in qualche modo amava la musica.
Capace di affincare Who e Renato Zero, Rolling Stones e Riccardo Fogli ma che, in mezzo a parecchia superficialità, riusciva comunque a portare in Italia quelle informazioni che nei 70’s e nei primi anni ’80 erano piuttosto complesse da ottenere.
Agli inizi degli anni 80 anche per l’informazione musicale si aprirono anche in Italia tutt’altri orizzonti e il “Ciao 2001” perse l’autorevolezza che fino ad allora aveva in qualche modo rappresentato.
CIAO 2001 nacque nel 1968 dalla fusione di due tra le più importanti riviste musicali del periodo beat, “Ciao Amici” e “Big” (per un anno il nome fu infatti Ciao Big) e usciva settimanalmente.
Si occupò inizialmente di musica leggera spostandosi poi verso il pop rock, con ampio spazio al prog (particolarmente seguito in Italia) e al cantautorato italiano non disdegnando però anche il rock più duro come quello di Led Zeppelin, Deep Purple, Who oltre ad immancabili notizie (e numerose copertine) sugli ex Beatles.
Il direttore storico fu Saverio Rotondi.
Ciao 2001 proseguì fino agli ’90 per poi riprendere con una nuova grafica e una nuova impostazione, ma senza successo, tra il 99 e il 2000.
In totale vennero pubblicati 1212 numeri.
Personalmente ne conservo ancora parecchie centinaia acquistati tra il 1975 e i primi 80’s e in cui è interessante leggere le recensioni dei primi album di Jam, Clash, Police, Talking Heads, dell’approccio al punk e alla new wave, visti con sospetto e sufficienza, spesso attraverso una informazione pressapochista (come inserire in uno speciale 45 giri PUNK, accanto a Ramones, Police e altri “Sulatns of swing” dei Dire Straits...).
Ricordo però con piacere ed orgoglio leggere una recensione positiva del primo 45 dei Not Moving “Strange dolls”, nel 1982 su quella rivista che aveva rappresentato per anni la mia Bibbia “rock”.
Giornale discutibile ma era un settimanale e questo dava la possibilità di avere notizie fresche. E poi c'erano anche molti articoli ottimi.
RispondiEliminaPer chi,come me,è cresciuto negli anni 70 era fondamentale : lo acquistavo in edicola ogni settimana,prima ancora che arrivassero altre riviste più "colte" come Gong o Muzak (che però avevano scadenza mensile).
RispondiEliminaNegli anni 80,invece,il livello degli articoli è molto calato (insieme alle tirature) anche se Ciao 2001 il panorama delle etichette indipendenti lo curava abbastanza nella rubrica "Rockin' Italy".
Mitico CIAO2001! la mia "base" da ragazzino (perche lo compravano le sorelle) con Play Sport &Musica del Guerin Sportivo..
RispondiEliminaNon vedo l'ora di sistamare un po casa per recuperare dai miei alcuni scatoloni (con Popster,poi Rockstar etc)
C
Ricordo ancora che Ciao 2001 recensì "Raw power" degli Stooges nel 1973,parlando già esplicitamente di PUNK rock...viceversa termini che oggi vengono profusi come la peste bubbonica (progressive,ad esempio,propinato in tutte le salse pure quando non c'entra una fava) non esistevano neppure.
RispondiEliminaIl termine POP era molto più creativo e intelligente,per conto mio,perchè indicava molte forme diverse di musica POPolare,non solo nel rock ma anche nel jazz o in altri settori oggi considerati d'elite. Ovviamente non ha la stessa valenza OGGI,dove si usa come sinonimo di musica facile facile,spesso anche in modo spregiativo (dagli stessi signori che esaltano il "prog",oltretutto).
visto oggi appare superficiale, quasi tenero nella usa ingenuità, ma nel panorama di allora era oro colato. Ricordo addirittura un articolo con foto sugli statuto, allora ai primissimi passi, e un servizio sul raduno mod quello del 'Gianni Mina fuck off', roba praticamente da carbonari in quegli anni.
RispondiEliminaE poi c'era 'psic & sex' che era la prima rubrica che tutti andavamo a leggere , ma questo non lo ammetterà nessuno.
Poi venne popster, rockstar, il mucchio, rockerilla e poi internet se magno' tutto quanto.
Ora l'informazione è molto piu' rapida e di facile reperibilità ed è un bene, allora si faceva molto piu' fatica ma, anche quello, ci faceva sentire acora piu' eroicamente diversi dai 'regolari'.
Jeanpaul
Cul tura 70 a manetta!
RispondiEliminaieri sera concerto stile Ciao2001 nel 1973 dei Calibro 35. Improvvisato, senza palco, prog ma tosto. Atmosfera da sitin in Università statale... Bello bello
RispondiEliminaAnch'io, come tutti, ho letto Ciao 2001 quando ho "scoperto" la musica, intorno al 1978.
RispondiEliminaPurtroppo non he conservata nessuna copia, e mi ricordo veramente poco di come era la rivista: l'ho abbandonato velocemente per Rockstar, poi sostituito definitivamente e per svariati anni da Rockerilla e Mucchio Selvaggio nel 1980.
Ursus, sul discorso pop/popular ti consiglio vivamente, nel caso non lo conoscessi, il libro "Around the clock" di Franco Fabbri.
avendo iniziato a seguire musica negli 80s ,ricordo quanto fosse criticata in quel periodo,
RispondiEliminaCmq la sua trasversalità permise a molti lettori di avvicinarsi al punk ,al rock classico,ed altre correnti musicali,che difficilmente avrebbero incontrato altrove.
Aldo
Si,conosco il libro...su molte cose mi trovo pienamente d'accordo con Fabbri.
RispondiEliminaJeanpaul..hahaha! Psic&Sex!!! hahah! anche quella fu palestra! ..confesso che io a e un amico ci abbiamo scritto..lettera mai pubblicata !hahahah!
RispondiEliminaC
..popster..rockstar..rockerilla..mucchio..buscadero..velvet..rumore..bassa fedelta (all'inizio aveva un altro nome CHI SE LO RIRORDA?? se no vado a vedere lo scatolone..)..internet GNAMM!
RispondiEliminaC
Io ho incominciato a leggerlo nel 75/76 quando incominciai ad ascoltare le prime cose rock, dopo un anno di Abba....e impazzivo nel vedere quanto dovessi scoprire al di fuori di Beatles, Rolling STones, Who, Hendrix etc...
RispondiEliminaMi ricordo le recensioni di gruppi come La Locanda delle Fate o di Arti e Mestieri che non riuscivo a trovare nei negozi di dischi piacentini (e che siccome erano recensiti lì dovevano essere tra i più importanti....)
Bassa Fedeltà era stato preceduto da una fanzine, Lost Trails
RispondiEliminaYess Tony! dimenticavo lost trails!
RispondiEliminaMa intendevo un'altra ancora (forse non prodroma di bassa Fedelta)..come diavolo si chiamava..Forse c'era Lorenzi e sicuramente c'era Lorenzo proverbio (EElephants)..ci scriveva anche GP capra dei Kina..
C
Ho trovato questo interessante Ciao 2001 unofficial website.
RispondiEliminaEcco!!! Intendevo DYNAMO,Tony!
RispondiEliminaC'era Cilia sicuramente!
C
Dynamo yes. Più sul punk che sul 60's come Bassa fedeltà.
RispondiEliminaHo un pacco pure di Dynamo...forse tutti i numeri.
Ai tempi compravo TUTTE le riviste da Rockerilla a Fare Musica
Ciao 2001!!!! Lo lassie dal '76 all'80 e lo trovavo fantastico. Quando lo portavo a scuola un amico (che non si INTERessava di musica) me lo prendeva sempre e leggeva solo la rubrica "caro psic", dove spesso pubblicavano lettere scritte da personaggi che confessavano di ammazzarsi con l'auto erotismo e che non riuscivano più a smettere... ahahah!
RispondiEliminaNei primi 70,parallelamente all'arcinoto Ciao 2001,c'erano altre riviste di tiratura minore,ma altrettanto significative : diretta concorrente era QUI Giovani,che altro non era che il rinnovato Giovani molto diffuso negli anni 60,nonchè Nuovo sound che ospitò anche firme divenute importanti...ma nell'underground fiorirono testate come Titan Avant Garde (qui a TO lo si trovava solo in alcune edicole del centro) oltre a tutto il fenomeno autoprodotto dei ciclostilati e dei piccoli editori.
RispondiEliminaL'unica di queste che,dopo qualche anno,arrivò nelle edicole è stata Re Nudo,forse la prima,mentre altre come Fallo! Tampax (G.Tedeschi) Paria,L'erba voglio ecc...produssero soprattutto libri di vari formati editoriali,molto affini al circuito musicale ma radicalissimi nella visione politica e sociale dei tempi (considerati eretici persino dalla sinistra più estrema).
Tra queste Stampa alternativa è quella che ha resistito tuttora,diventando una casa editrice in piena regola.
Sulle riviste underground,che sono un discorso a parte riguardo a ciao 2001 ovviamente,c'è parecchio materiale documentativo sia su internet che in alcuni volumi,a partire da "Pianeta Fresco" diretto a Torino da Nanda Pivano e Gianni Milano tra il 1967 e 1968 : praticamente il primo foglio psichedelico pubblicato in Italia,che ai tempi distribuiva la libreria Hellas.
Anche le fanzines (termine che è poi arrivato in epoca punk-wave) devono tutto a quel periodo pionieristico,senza il quale nemmeno i blog sarebbero mai esistiti (per conto mio).
Infatti,Boss..
RispondiEliminaIo dal gennaio di quest'anno 2012 ho SMESSO di comprare mensilmente ROCKERILLA e RUMORE che ho SEMPRE comprato da quando avevo 16 anni. SEMPRE.
Ho smesso perche: 1) spazio in casa 2)spesa 3)mi sono accorto un giorno che ne avevo lasciati 4 numeri intonsi e cosi non e' giusto..
elaborato il lutto,serenamente, oggi acquisto cio che vedo e mi piace..italiano o estero in base a cosa c'e'.
ma e' stato un piccolo trauma
C
Stessa cosa Cristiano.
RispondiEliminaAd un certo punto mi son oaccorto che Rumore, il Mucchio etc li lasciavo lì dopo aver letto due recensioni e un'intervista e che delle maggior parte delle cose contenute non le consocevo o non m iinteressavano (perchè leggere un'intervista alle CocoRosie o una retrospettiva sui Cocetau Twins ?)
Mi è dispiaciuto perchè ad esempio di Rumore e di Rockeilla avevo tutti i numeri dall'uno in poi....ma basta...
E anche perchè alla fine sono centinaia di euro all'anno...meglio ascoltare i dischi che leggerne
Ciao Tony, ciao ragass...tornato anch'io dalle vacanze e pronto a sparare coglionate.
RispondiEliminaCiao 2001! Bei ricordi da fiulot. Vero, era l'unica fonte di notizie musicali del tempo. Poi sono arrivati Muzak e Gong. Un pelo pesanti, neh....Mentre, dal 1977, Mucchio a palla, poi Buscadero, Velvet, Rockerilla, Rumore, Bassa Fedelta', Jamboree ecc.ecc. Anch'io, da qualche tempo, mi sono accorto che buttavo un pacco di soldi per giornali che erano diventati pura merdazza. Quindi, mi tengo stretti tutti i Bassa Fedelta', Il Buscadero lo compro per puro affetto (anche se qualche bella firma c'e', il sommo Del Savio, Denti, Zambo), il Mucchio di adesso e' una cagata spaziale, quindi, via. Rumore qualche volta, Rockerilla quando me lo regala il giornalaio. Ricompro, invece, Suono. Max Stefani e un tot di vecchie firme del Mucchio. E Mojo.
Avevo convinto un amico (meta 90)ad abbonarsi in sociata a Q. Un paio di anni e numeri scambiati fra noi ma non era la stessa cosa. Idem per UNCUT.
RispondiEliminaIdem per MOJo che pero' forse e' il giornale che al momento, quando lo compro; leggo tutto e volentieri..e cosi mi piace.
Welcome back casula sparacoglionate..
C
Stessa identica cosa per me, solo che mi è successo un po' di anni fa, tra il 1999 e il 2000.
RispondiEliminaContinuavo a comprare Rockerilla e Rumore e praticamente non li leggevo più, tra interviste che dicevano sempre le stesse cose e recensioni che non mi interessavano più.
Tutti soldi risparmiati...
E pensare che per anni è stato un appuntamento (anzi quattro) mensile imperdibile: aspettavo l'uscita di Rockerilla, Mucchio Selvaggio (poi sostituito da Velvet, a sua volta sostituito da Rumore), Fare Musica e Strumenti Musicali.
A volte, quando lavoravo a Milano, allungavo il percorso di ritorno a casa per passare dalla Stazione Centrale, dove i giornali arrivavano alla sera invece che la mattina dopo.
Poi me li leggevo tutti, religiosamente, dall'inizio alla fine, comprese le news sui dischi in uscita e le retrospettive sul Boss.
Da diversi anni l'informazione musicale su carta non ha più motivo di esistere: l'ultimo, patetico, tentativo di Suono è il colpo finale alla credibilità della stampa musicale italiana.
Ursus, a proposito di stampa musicale, fanzine, riviste etc. c'è questo bel sito che ne parla.
Anche per me c'era il giro rituale in stazione di Piacenza dove Rockerilla arrivava un giorno prima.
RispondiEliminaMa quando sapevo che sarebbe uscita una recensione sui Not Moving prendevo il treno per Milano che là arrivava addirittura un paio di giorni prima...e qualche volta mi beccavo il pacco perchè invece era in ritardo !!
Mah, allelimo, potrebbe anche essere come dici tu. Ma io, dopo tutta una giornata a cavallo di un video con borse, indici e menate varie...sai che voglia ho, la sera, di scavallarmi altro video? Che fra l'altro continuo a non avere a casa. Mi viene bene il giornale, la rivista. E poi, se mi siedo sul trono a pernacchiare, cosa mi metto sulle ginocchia, un computer? A parte gli scherzi, la parte musicale di Suono non mi sembra fatta male. Visto quello che gira...
RispondiEliminaAnchio compravo Ciao 2001, fino all'arrivo di Popster (che presto diventò Rockstar). Non per fare il figo che non è il caso, ma appena fu disponibile il NME ed il Melody Maker alla stazione ho abbandonato quasi per sempre pubblicazioni italiane, si' giusto qualche Rockstar che perdurò fino a metà 80s, Ciao 2001 giammai. Qualche Rockerilla (troppo 'rock' per i miei allora gusti) qualche sbrodolento Mucchio (troppissimo Rock-Americano per me). Con il declino del NME fine 80s passai al mensile, Q, e poi Mojo dall'inizio, che ancora adesso considero (per i miei gusti ed interessi ovviamente) il miglior music magazine al mondo di sempre. Non potrei fare a meno della carta stampata musicale, caro Allelimo, è assulutamente necessaria. Sono tabletdotato ma ci vuole l'uno e l'altro, come per tutto.
RispondiEliminaAnch'io prendevo Melodey Maker e NME in formato quotidiano.
RispondiEliminaCi trovavi le foto dei Jam e dei Clash magari scattate alla fine dei concerti e che qui te le sognavi....le ritagliavo e le incollavo nel mio quadernone con la scritta Mod (che ho ancora ovviamente).
Ricordo una foto dei Clash con Pete Townshend che chiacchieravano alla fine di un concerto...mi sembrava un'apparizione !!!
Qualche volta arrivava anche Rock & Folk francese con altre cose interessanti.
E' vero: MOJO è una delle migliori riviste di sempre
Si,quello è un sito fatto molto bene...
RispondiEliminaho avuto moltissime riviste di quel genere,poi col tempo ho dovuto limitarmi ai soli fumetti,per ragioni di spazio,ma anche perchè io stesso ritengo la carta stampata (in campo musicale o critico) abbastanza obsoleta.
Ovviamente ci sono affezioni particolari che non si scordano,ma la comodità e la mole di materiale che c'è oggi su internet direi che sopperisce in modo egregio a qualsiasi mancanza.
L'unica cosa che mi infastidisce,nella rete,è il dilettantismo e la troll-mania : alcuni siti e blog sono veramente puerili e superficiali...ma credo che si stia già operando una selezione naturale,col tempo resteranno sicuramente i migliori,come sempre...
Infatti sul web è l'attendibilità di certi giudizi che lascia a desiderare.
RispondiEliminaIn qualche modo la redazione di un mensile faceva una selezione all'origine e controllava la qualità e i contenuti delle sue uscite.
I blog (incluso questo) non hanno alcun tipo di controllo e di conseguenza sono frequenti affermazioni, giudizi, analisi di artisti o dischi approssimativi o quanto meno moooolto opinabili (ho letto dei Not Moving paragonati ai Green Day....mah...)
A me è successo di leggere una definizione sui No Strange del tipo "Punk travestito da fricchettume",che personalmente ho trovato orribile...solo che ho avuto la malaugurata idea di chiedere spiegazioni (mentre altri hanno insultato e denigrato gli autori dell'articolo ma DI NASCOSTO e senza pubblicare nulla),per cui mi sono pure sentito aggredire in quanto troppo sincero (evidentemente).
RispondiEliminaUno dei tanti episodi,ma che già fa capire la distanza di linguaggio,più che dei contenuti stessi,perchè certi aggettivi che a noi suonano offensivi per alcuni,probabilmente,non lo sono (o viceversa)...parlare è diventato troppo complicato e scrivere persino peggio,quindi è sempre meglio esprimersi attraverso i suoni.
Anche io, come voi, mi sono nutrito della "grande" stampa musicale degli anni 70 e 80. Ciao2001 fu solo il primo approccio per poi passare a tutte le altre riviste citate da voi. All'epoca del mio primo trasloco (complice il fatto di andare in una casa che non aveva la cantina) ho preso coraggio ed ho portato una decina di scatoloni pieni di riviste nel cassonetto della carta. Prima avevo cercato di informarmi se ci potesse essere qualcuno interessato, ho messo annunci su eBay e su altri luoghi ma NESSUNO mi ha mai risposto. Buttato via tutto. (La stessa sorte, inclusi annunci su eBay) è toccata lo scorso febbraio a collezioni complete di Dylan Dog e Martin Mystere. Bye bye carta. Mi sono emancipato dal "senso del possesso che fu prealessandrino". Oggi sono abbonato SOLO a "Blow Up" ma il numero vecchio finisce nel cassonetto della carta ogni volta che arriva il numero nuovo... Inoltre, da quando hanno tolto i voti alle recensioni, da quando non ci scrive più Enver, da quando è cambiata la redazione... non mi piace più. L'abbonamento, per l'anno prossimo non lo rinnoverò. Soldi risparmiati e foresta amazzonica che ringrazia. :)
RispondiEliminaOggi c'è l'internet e le informazioni attendibili sono facili da trovare (e da confutare)... La stampa (almeno questa) può risparmiare un po' di scempio alla natura.
Martin Mystere e Dylan Dog li avresti potuti vendere a qualche fumetteria, te li prendono in cambio ti danno una miseria, io l'ho fatto e ci ho pagato si e no una cena con la donna che mi aveva costretto a disfarmene.
RispondiEliminaSic transit gloria mundi.
Jeanpaul
In fianco a casa mia c'è un negozio di fumetti. Il proprietario mi ha detto: "Se li butti nel cassonetto della carta mi fai un favore"
RispondiElimina:-)
simpatico il fumettaro, io sapevo li comprassero a 0.50 l'uno ma forse non tira piu' manco l'indagatore dell'incubo e se facessero la stessa fine pure i nostri dischetti che abbiamo tanto amato?
RispondiEliminajeanpaul
Mi stupisce la cosa...o erano proprio ridotti malissimo oppure il negoziante è meglio che cambi mestiere.
RispondiEliminaNon tutte le edizioni sono rare o pregiate,lo sono in pochissimi casi infatti,ma se c'è un fumetto che tira sempre quello è Dylan Dog (leggermente meno Martyn) oltre ai classici Bonelli (Tex,Zagor ecc...)
la crisi però sta abbattendo i prezzi,lo vedo ad ogni mercatino o fiera,ed in modo consistente : infatti non ho mai comprato tanto bene come in questi tempi...
ma anche le riviste musicali hanno un certo pubblico,mi spiace Joyello ma sei stato proprio sfigato...stavolta hai beccato le persone sbagliate :-)
A proposito dell'attendibilità, son d'accordo con Joyello: le informazioni sul web sono attendibili esattamente come quelle sulla carta stampata.
RispondiEliminaCerto, bisogna andare a cercarle, ma con le riviste di carta non era poi molto diverso.
Chi non ha mai preso delle trombate mitiche leggendo una recensione sul Buscadero, il mitico bollettino a pagamento del famoso negozio di dischi lombardo?
Chi non ha mai fatto la tara alle recensioni del Mucchio e di Rockerilla leggendo la firma di chi le aveva scritte?
Ursus, i miei DYD (non i MArtin Mystere) erano tutti i primi 200 numeri originali. Il negoziante che mi ha detto quella cosa lo conosco e quando glieli ho offerti mi ha portato nel suo retro bottega dove aveva scatoloni pieni delle stesse edizioni. Forse era semplicemente stufo di dover pensare a cosa fare di fumetti che nessuno gli comprava più
RispondiEliminaIo ho venduto un po ì' di Alan Ford a due soldi qualche anno fa ma anche in quel caso l'acquirente aveva montagne di fumetti invenduti.
RispondiEliminaRelativamente alle recensioni ho incominciato a disaffezionarmi alle riviste quando, con un po' più di cognizione alle spalle, ho incominciato a comprare dischi mediocri o perlomeno discutibili che trovavo esaltati di qua o di là.
Album puntualmente finiti nell'oblio qualche mese dopo e dimenticati giustamente dal mondo intero.
A quel punto ho capito che FORSE le riviste non erano infallibili e che un po 'di minchiate le dicevano pure loro.
Altro che un po'...ne hanno scritte a vagonate di minchiate !
RispondiEliminaE secondo me è una delle ragioni per cui la "scena" italiana dagli anni 80 in poi non è mai decollata a dovere : affidare recensioni ed articoli alle stesse persone che producevano i dischi,oppure agli amici degli amici fu una delle più grandi cazzate della storia.
Ma ancora oggi certe simpatie o antipatie perdurano,ma con il vantaggio che QUI possiamo controbbatervi e parlarne liberamente,mentre sulla carta stampata scrivevano solo ciò che dettavano le label discografiche (sia grandi che piccole),per cui torno a dire che siamo comunque avvantaggiati,pur tra mille difficoltà dovute proprio alla crisi economica di cui sopra...
PS La situazione dei comics la conosco,purtroppo siamo messi peggio che con la musica...ma MOLTO peggio !
Una delle particolarità che affossò o meglio non contribuì all'espansione della neo nata scena "rock" italiana degli anni 80 furono le recensioni entusiaste di TUTTO ciò che usciva di nostrano.
RispondiEliminaQualsiasi disco italiano era un CAPOLAVORO CHE NON HA NULLA DA INVIDIARE A USA e INGHILTERRA.
E invece da invidiare c'era parecchio e le differenze erano palesi.
Tanto che in molti, infinocchiati una, due, tre volte smisero di appoggiare la scena, giudicata (spesso giustamente) scarsa.
Ho qualche scaffale di dischi (e anche CD) italiani inascoltabili e invendibili acquistati ai tempi perchè di qualità identica a gruppi USA,UK, Australiani etc.
sottoscrivo in toto gli ultimi messaggi di Ursus e Tony,io ho cominciato a disaffezionarmi alla carta stampata,dopo continue esaltazioni di lavori 'imperdibili'di cui nessuno ora ,o quasi ,si ricorda.
EliminaE decisi di 'dirottare' i soldi delle riviste,che a fine anno non erano pochi,in concerti e dischi.
i comics li conosco poco,ma conservo ancora gelosamente i miei alan ford
Aldo
Ho, come detto, una lunga lista di dischi acquistato dopo aver letto recensioni entusiaste dai Laughin Soup Dish a varia pessima roba australiana .
RispondiEliminaMy God...
Tony: hai intenzione di vendere i ciao 2001?
RispondiElimina