mercoledì, marzo 14, 2012
Paul Weller - Sonik Kicks
Da oggi "Sonik Kicks" in streaming su www.paulweller.com
Abbiamo imparato a conoscere Weller.
Artista poliedrico, “changing man” che non ha mai fatto un disco uguale al precedente, rischiando, sperimentando, guardando costantemente avanti.
A volte sbagliando, inciampando, deludendo.
Uno che ha sciolto i Jam all’apice del successo e che ha sempre sdegnosamente rifiutato, per coerenza, pulizia intellettuale e artistica, ogni proposta di reunion a suon di pacchi di soldi e stadi adoranti pieni.
Weller ha attraversato tutti i generi musicali, li ha provati, adattati al suo stile, interpretati.
Come i suoi adorati Beatles
Quanti di noi desidererebbero un album a firma Paul Weller con sezioni fiati soul, cadenze rythm and blues, rabbiosi beat alla Jam, sentieri che ha dimostrato (da “Are you trying to be lonely?” a “From the floorboards up” o al recente “No tears to cry” per citarne tre a caso) di sapere percorrere a livelli di eccellenza.
Ma non sarebbe Paul Weller, quell’ angry old man, ancora curioso, sempre ansioso di guardare in là del cancello del proprio giardino, per scoprire e provare cose nuove, con i piedi ben piantati nella sua cultura, etica, estetica, filosofia MOD.
E allora addentriamoci in “Sonik Kicks” per scoprire quali nuove porte ha aperto Paul.
Un album dove “nuova” psichedelia ed effettistica elettronica (spesso spalmata sui brani come colore aggiunto) si affiancano alla classica scrittura di Weller che attinge dalla tradizione brit dei 60’s (Beatles, Kinks, Small Faces, Who), dai 70’s di Faces e Traffic, fino a citazioni esplicite (frequenti da qualche anno a questa parte) alla new wave tardo 70’s (il Bowie “berlinese”, addirittura echi di Joy Division e rancide pennellate kraut rock che tanto avevano influenzato gli ultimi Blur a cui un paio di brani si avvicinano pericolosamente).
Ma come vedremo ci sono anche profondi echi dal passato.
“Green” e “Attic” riprendono il discorso lasciato da “Wake up the nation”.
Brani serrati, elettrici ma dalla forte componente elettronica con ampio uso di effetti sonori che introducono ad uno dei brani più caratteristci del lavoro, “Kling I Klang” dall’incedere rabbioso che ricorda l’attacco di “Know your rights” dei Clash per concludersi con un breve intermezzo elettronico strumentale intitolato “Sleep of the serene”.
“By the waters” è invece una dolente ballata acustica orchestrata (da Sean O’Hagan degli High Lamas) che riporta immediatamente alle classiche atmosfere di “Wild wood” ma che non lascia il segno.
Il singolo apri pista “That dangerous age” torna ad un godibile e solare classico pop con tanto di divertenti coretti beat doo wop e un incedere ritmico funk soul alla Talking Heads.
La vetta di “Sonik Kicks” è probabilmente la lunghissima “Study in blue” in cui Paul duetta con la moglie Hannah (dalla voce molto simile a quella di DCLee) in un brano reggae dub tinto di bossa nova nella più classica tradizione Style Council, con tanto di Hammond e pianoforte, una melodia accattivante e un intermezzo strumentale e sperimentale avvolgente.
“Dragonfly” riporta i ritmi ad alta velocità con un giro di basso che sembra rubato ai Joy Division, un’atmosfera drammatica, armonizzazioni e arrangiamenti psichedelici.
La voce filtrata di Weller tesse una bella melodia ma l’uso di effetti sonori è eccessivo e finisce per “disturbare” il mood del brano.
In “When you’re garden’s overgrown” (dedicato a Syd Barrett) compare Noel Gallagher al basso e chitarra, il brano eccheggia i synth degli Who di “Who are you”, assorbe influenze psichedeliche e shoegaze, affonda ancora una volta in un mare di effetti elettronici ma conservano forza la melodia e la struttura quasi alla Kinks.
“Around the lake” è stato il primo brano a circolare.
Sulla stessa riga di “Dragonfly” si colloca, con un’interpretazione drammatica, nel solco tra new wave e gli abum “berlinesi” di David Bowie.
Un nuovo breve intermezzo strumentale, “Twilight”, tuffa l’album nell’onirico “Drifters” (firmato con Steve Craddock degli Ocean Colour Scene), tra psichedelia, suoni sintetici, effetti elettronici, un ritmo flamenco, una voce fluttuante.
Tra i brani meno convincenti.
Al contrario della bella ballata mid tempo di “Paperchase” che sembra letteralmente presa da un album degli ultimi Blur. Manca la voce di Damon Albarn !
Ma il brano è buono, incisivo, ben fatto, completo.
Chiude “Be happy children” una stupenda soul ballad in odore di Temptations.
Album composito, difficile da collocare, che riprende dall’immediatezza di “Wake up the nation”, rielaborandola per introdurre nuove strade.
Non tutte riuscite.
“Sonik Kicks” ha il sapore di un lavoro interlocutorio, di passaggio ma ha il pregio di lasciare tre, quattro episodi eccellenti e di confermare l’ecletticità e la freschezza dell’ Artista Weller.
Non è poco in questi tempi grami.
Tony ti adoro,perche sei sempre preciso,coinciso e mai banale.Conosci bene la vita artistica di Paul e pertanto sei aperto a queste diciamo novità musicali,al contrario di certi critici che vorrebbero Paul sempre a fare un copia incolla dei meravigliosi JAM.Grazie Tony
RispondiEliminabeh grazie.
RispondiEliminaHo sempre amato molto la musica di Paul Weller e l'ho seguito passo per passo dagli esordi ad oggi.
E quindi mi sento di "capirne" le scelte anche se a molte volte non sono così tanto gradite.
Nessuno potrebbe scrivere una critica tanto approfondita e sincera, senza conoscere il percorso artistico (e umano) in questione fino ai minimi dettagli.
RispondiEliminaMolti si fermerebbero all' effetto "Cafè Bleu": confusione nell' approccio a una marea di generi, senza un filo conduttore. E a seconda dei punti di vista si potrebbe definirlo un disco coraggioso oppure ingenuo e malriuscito.
Io non conosco a fondo la materia Weller, ma non lo immagino così ingenuo da seguire i propri umori musicali senza una sua idea fissa in testa.
Inoltre, per una mia naturale predisposizione, tendo sempre ad assecondare colui che si espone, rischiando anche una figuraccia.
Magari il risultato non sarà dei migliori, pazienza. Ma di certo apprezzo senza riserve lo spirito di ricerca, l' entusiasmo (che è sempre un po' ingenuo, per sua definizione), la voglia di guardare avanti, magari con un occhio al passato ma senza restarne impantanato.
Voglio dire: ci si lamenta spesso dell' artista famoso autoreferenziale che continua a recitare la aprte di sè stesso fino alla morte. E allora perchè non applaudire a questo genere di scelte?
Poi, magari, dal vivo, è giusto suonare i 'classici' (secondo me), assecondare un po' il pubblico che viene a sentirti perchè hai un certo passato. Ma su disco, in fondo, puoi fare (e dovresti fare) ciò che vuoi.
AndBot
Il problema, per me, e' che vorresti sempre il meglio da quei due/tre artisti che hanno scandito buona parte della tua vita. Certe volte, addirittura, vorresti il "tuo" disco, quello che hai nella zucca. Nel caso di Paul, 1/3 di Jam, 1/3 di Style Council e 1/3 di solista, dalle parti di Stanley Road, magari. Poi shakerare bene e forte, senza seltz. Ma e' quasi impossibile, per un milione di motivi. Quindi, anche questa volta, prendero'/comprero' il disco (vinile), lo ascoltero', mi incazzero', mi soprprendero' per quelle due/tre idee straordinarie, scrivero' su questo bellissimo blog che Paul un po' mi ha rotto le balle e alla fine trarro' la conclusione che E' SEMPRE IL MIGLIORE! (o quasi).
RispondiEliminaa proposito, sul nuovo Mojo ci sia un CD, Come on Let's go, compilato da Paoletto, con una sua versione di River man di Nick Drake.
RispondiEliminaWeller è ormai in una posizione in cui si può permettere di fare in libertà quello che preferisce.
RispondiEliminaE lo fa bene.
Nel senso che rimane coerente ad un'idea di base (genericamente 60s'/punk/primi 70's) sulla quale sviluppa sperimentazioni, idee, nuove fascinazioni.
Un Artista dovrebbe fare sempre così anche a costo di scontentare i fans.
Per questo apprezzo l'artista Weller.
Poi magari il disco non mi fa impazzire e preferisco ascoltare altro.
...scrivo con il culo! Scusate, e' l'eta'.
RispondiEliminaAnch'io più o meno...
RispondiEliminaApppena uscirà lo comprerò, lo ascolterò e come capita talvolta impazzirò per alcuni brani e sbadiglierò per altri sapendo però che anche un brano "sbadiglioso" (citazione casula) di Weller spesso è molto meglio di top song di altri celebrati artisti.
RispondiEliminaDear Tony la tua recensione mi ha incuriosito parecchio, ho sentito solo Around the Lake e That dangerous Age: la seconda mi piace di più ma la prima si candida ad essere la soundtrack perfetta per il classico "giro del lago"...un must per chi sta nella mia zona.
Charlie
Can't Wait!
RispondiEliminabellissima anteprima a parole,boss Tony!
Come al solito aspetto di averlo fisicamente in mano..non credo che sentiro' sul web.
sabato (') me ne vado a prenderlo e ale'..giro in macchina e ascolto in tempo reale (rituale che ho da una trentina d'anni piu' o meno)
W PAOLINO!!!
C
Sono pressochè totalmente d'accordo con tutto quanto scritto nella recensione di tony, lati positivi e negativi, persino le singole canzoni che non lo (ti) convincono, attendevo con curiosità per avere riscontro su quanto avevo sentito io, ed è proprio la recensione più vicina a quanto avrei potuto (se avessi la stessa capacità di sintesi) scrivere io.
RispondiEliminaCiao un saluto a tutti i bloggers ed un rigraziamento per i messaggi di conforto e ricordo (anche chi davide lo conosceva solo dai suoi interventi qui e su tarkus)
Cristiano adesso ho memorizzato il tuo cell ti romperò i coglioni ogni tanto :)) Ci vediamo a Alessandria per il beat fest sabato? Ho intenzione di venire.
Un abbraccio a tutte/i Flav
la madonna il Cap (che mi ha fornito in anteprima il suddetto materiale) totalmmente d'accordo con me ??
RispondiEliminaCrazy !!!
avevo postato un ps ma me lo son mangiato...
RispondiEliminain breve i remix di "dangerous age" disponibili (tanti) mi fan cagare (tutti) mentre mi piace assai il retro del cd single "portal to the past" ascoltabile su utube, come le sessions live di ieri per BBC6 (con però per me imbarazzanti basi preregistrate, necessarie per rendere gli effetti dell'album, quasi un playback!)
f
pps vedo con piacere che i caratteri ed il colore nei messaggi di risposta del blog son tornati originali, meglio
RispondiEliminaf
ah è vero, non sono più verdi, non me ne ero neanche accorto.
RispondiEliminaODIO profondamente i remix e tutte ste minchiate !
I Beatles, gli Stones, gli Who, i Jam non facevano remix !
E allora i remix non hanno valore.
Questa opera di Weller mi incuriosisce molto
RispondiEliminaperchè ho letto dei riferimenti sonori molto vicini ai miei gusti...
se si parla di psych e krauti per me è come un invito a nozze !
Comunque io i JAM nel 1979 li vidi (prima di partire a naja) che devo fare ??? Non ve lo posso spiegare a parole,erano altri tempi (facciamocene una ragione)
Vai tranquillo Capt!Rompi pure come e quando vuoi..Un abbraccione casula
RispondiEliminaPer sabato cerco di capire se ce la faccio..ho contatto anche con Galletti.Anche io me ne ero dimenticato azz!
C
Io al Beat Festival forse vado domani con i Giuda e i Woogles
RispondiEliminadove li hai visti i Jam Ursus ? England ?
RispondiEliminac'e' il programma? certo che sarebbe bello beccarsi un po di noi una volta..
RispondiEliminaC
W i Bronski Beat
mi era sfuggito il MOJO di febbraio con paolino in copertina (perche sono un piciu)..qualcuno ce l'ha? cosa c'era sul cd?
RispondiEliminaC
è il mojo di aprile, in italia è appena arrivato. consigliato :)
RispondiEliminail cd è selezionato è "ordinato" dal paolino, ma di una mollezza estrema (sciusa paolino, mica sempre abbiamo gli stessi gusti...:)
sciusa....
RispondiEliminadavvero Ursus, ora sono estremamente invidioso per i Jam. dai racconta!
YES...durante una breve vacanza
RispondiEliminafaceva un caldo notevole,perchè io sono arrivato lì poco prima del militare (partii ad agosto) ed alla fine ho speso più soldi in birre che altro,ma sono riuscito a vedere Jam,Stranglers e prima formazione di Adam & the Ants (da rivalutare,niente a che vedere con le robette fashion che fecero dopo)
ma c'era già un clima di sputtanamento generale,nel senso che il punk si stava già mercificando di brutto,tanto che incontrai una punk di Milano in una boutique che faceva una fanzine XEROX dove venivano insultati tutti (Patty Smith definita frikkettona,i Cramps delle merde e i mods con la lambretta considerati fasci in doppiopetto)
da quel momento inizia ad avere molte perplessità,tanto che mi fece molto più piacere riconoscere dei veri "kids" nella banda di Pordenone e dintorni (anche Udine aveva dei buoni gruppi) che in certe manifestazioni di neo-moralismo bigotto che ben sappiamo.
Il problema è che molte di quelle contraddizioni perdurano e ce le ritroviamo tra le balle pure adesso !
come dare torto al fanzinaro per le prime 2 considerazioni.... ;o) per la terza no comment, anche perchè onestamente, almeno qui da noi, all'epoca il doppiopetto non era ancora sdoganato...
RispondiEliminaSi,ma definire Radio Ethiopia un disco di merda...cazzzarola!
RispondiEliminaDa noi,infatti,c'era ancora il modello eskimo e barbone (con libretto rosso incluso)
ricordo che ad uno dei primissimi concerti punk a Milano,dovemmo uscire dal retro perchè di fronte c'erano i militanti del movimento studentesco con i bastoni.....tempi della minkia,per molti versi,ma ci si divertiva pure :-)
patti smith gran frikkettona anche allora (a me comunque piaceva, ho i primi 4 lp, presa non a grandi dosi...)
RispondiEliminail giudizio sui cramps è anche puramente personale. mi rendo conto che sono un pezzo di storia e cultura, ma a me facevano (e forse mi farebbero anche adesso) cacare. li ho pure visti al palalido (support police o ricordo male?)
SI SI , li vidi anche io in quell'occasione,ma non fu un bello spettacolo perchè non si capiva nulla (tra lancio di gavettoni e insulti)
RispondiEliminaAnch'io li vidi con i Police e mi impressionarono parecchio.
RispondiEliminaPoi rivisti un altro paio di volte e mi sembrarono dei buffoni
Ursus..ma sto concerto dei JAM????? lo racconti o no?
RispondiEliminaC
"faceva un caldo notevole" ecco il racconto
RispondiEliminaC'ero anche io al pala x i Police!! madonna, avevo 14 anni (avevo gia un po di concerti alle spalle ma botte come in quell'occasione,come ai ramones e madness,non ne avevo mai viste!!)
RispondiEliminaCramps fischiati come d'obbligo a tutti i gruppi di spalla "per principio"..
Anyway mai piaciuti,capisco anch'io l'importanza e il carisma dei singoli elementi ma la musica (cosi come il roccabilli classico) monotona e tutta uguale,lo stesso giro all'infinito..no no no..ho solo il primo.
P Smith considerata frikkettona nei fine 70 ci sta..Anche io la stimo tantissimo ma la prendo a dosi moderate.
Le mie sorelle l'andarono a vedere a Firenze l'anno prima ma,accidenti, non mi portarono..13 anni..troppo piccolo?
C
a me i POLICE piaciuti fino alla fine (ma non sono andato alla reunion di qualche anno fa)
RispondiEliminaC
(per tornare al topic)
RispondiEliminaSperiamo che il disco sia migliore dalla copertina, fa proprio c....e!
caaaaaasula
Si copertina pessima !
RispondiEliminain effetti paolino nnon ha mai eccelso nelle cover..le ultime soprattutto!
RispondiEliminacaaaaasssssssuulaaaaaaaaaaa
C
Cris
RispondiEliminati racconto tutto di persona...ma dovrai venire prima o poi ad un concerto,si o no ?
Sono anni che non ci becchiamo,di questo passo ci ritroveremo all'ospizio
a parlare dei Jam e di Zombie col pintone di barbera !
adoro Paul Weller...sto ascoltando l'ultimo lavoro per la prima volta, ma faccio veramente fatica a trovare qualcosa di valido qui dentro.
RispondiEliminaSolo molta confusione, con riferimenti sicuramente ben indirizzati (vedi il Bowie berlinese), ma senza un filo conduttore.
Per non parlare degli arrangiamenti, con suoni campionati buttati qua e là, risultando a volte ridicoli, a volte fastidiosi.
Veramente pessimo
e difficile andare avanti, ma voi tutti mi sembrate fermi....a tanti anni fa'!
Eliminaper andare avanti bisogna distruggere, pochi sono i coraggiosi......
Eliminaguardate il povero Paul weller, non ha piu' niente da dire, e' meglio starsene zitti piuttosto che rimescolare la solita roba, se e' milionario perche' non va' a fare un po' di volontariato e si mette l'anima in pace? Come lui tanti, che non accettano che il tempo passa, e continuano a ripetere e fare le stesse cose, meglio stare zitti...e accettare il silenzio
RispondiElimina