giovedì, dicembre 29, 2011
Il meglio del 2011. Dischi.
Consueta classifica del meglio di fine anno.
Ottime cose nel 2011, niente di epocale ma sicuramente gradevoli e interessanti.
Sono gusti e opinioni personali ovviamente e si basano sugli ascolti, sullo spessore dell’opera, sulla sua importanza nell’ambito musicale ma anche in quello personale.
Non necessariamente la classifica rispecchia il valore.
La divisione tra italiani e stranieri è di semplice comodità.
(guardando indietro nel 2005 al top c'erano White Stripes, Oasis e Supergrass, nel 2006 Bellrays, Capossela, Who e Beatles, nel 2007 Graham Day, Pj Harvey, Amy Winehose, Statuto e Temponauts, nel 2008 Last Shadow Puppets, Oasis, Racounters e Assalti Frontali, nel 2009 Madness, Dylan, Rancid, Julie's Haircut, Edda e Teatro degli Orrori, nel 2010 Gil Scott Heron, Paul Weller, Lanegan/Campbell, June e Statuto)
1) BEADY EYE - Different gear still speeding
Non è certo il MIGLIOR disco ma è quello che ho ascoltato più spesso e più volentieri
Liam e soci sono derivativi e scontatamente Beatles & Stones addicted, un po’ psych tardo 60’s, un tocco di glam, rock n roll, beat, John Lennon a palate.
Ovvero un mix PERFETTO.
2) PJ HARVEY - Let England Shake
Complesso, minimale, come sempre introspettivo ma più felice e solare del consueto. Fiati in abbondanza, il tono è spesso si dolce. Ancora un passo avanti. Un album con i fiocchi.
3) MEAT PUPPETS - Lollipop
Tornano dopo una lunga pausa con un equilibrato e stupendo di mix di country, REM, American Sound, melodie avvolgenti di stampo Byrds.
4) TOM WAITS - Bad as me
Un riassunto del Tom Waits sound: dal blues tra Screamin Jay Hawkins e John Lee Hooker, alle sue tipiche ballate notturne, un po’ di rumba n roll e le consuete pennellate di follia e inimitabile personalità a cui ci ha abituati.
Niente di nuovo ma una miscela sempre esplosiva, unica, eccelsa.
5) NICK PRIDE AND THE PIMPTONES - Midnight feast of jazz
Soul jazz suonato con uno stile, un gusto, una classe comune a pochi.
Brani di eccellenza totale, groove a go go, freschezza, energia.
6) ANNA CALVI - s/t
Eccellente esordio, personale, tra la Siouxsie più matura, PJ Harvey, Patti Smith, Nick Cave, la solennità di Nico e buone dosi di Morricone.
7) WANDA JACKSON - The party ain’t over
La “regina del rockabilly” , la prima donna a cantare rock n roll, a 73 anni, affiancata Mr. Jack White,saltella tra classici minori del r n r, r&b, calypso
Bello, energico, vivo, elettrico.
8) BAKER BROTHERS - Time to testify
Made in Recordkicks un raffinatissimo ultra groove album a base di jazz-funk, soul e Hammond.
Dalle parti del JTQ più sofisticato ai primi 70‘s di Chicago e Blood Sweat and Tears, il risultato finale è godibilissimo e di grande spessore.
9) LITTLE BARRIE - King of the Waves
Aggressivo beat che stringe la mano a Yardbirds, Sonics, Creation, primi Stooges, Arctic Monkeys, Motown ma con i piedi e il sound ben ficcati nei profondi 60’s (e qua e là l’avvolgente spettro dei Prisoners si aggira piacevolmente da un orecchio all’altro). Alla batteria il figlio di Steve Howe degi Yes....
10) MILES KANE - Colour of the trap
Miles è il leader dei Rascals e la metà del gioiello Last Shadow Puppets, di cui spesso risuona il piacevole fantasma. E a proposito di fantasmi, quello di John Lennon spunta di frequente con anche esplicite citazioni.
Belle canzoni e stile invidiabile.
11) MARIANNE FAITHFULL - “Horses and high heels”
Eccellente ritorno della Faithfull. Lavoro denso, duro, pieno di soul e di Stones primi 70’s. Bello, ben fatto e con tanta anima.
12) NOEL GALLAGHER - High Flying Birds
Un album elegante, dai tratti marcatamente acustici e orchestrali, ben fatto e ricco di eccellenti spunti.
Poco immediato necessita di ripetuti ascolti rimanendo a livelli di eccellenza.
13) LAURA VANE AND THE VIPERTONES - Sugar Fix
Soul, rythm and blues, funk, blues. Grande voce e band che gira al meglio.
Bravi, altrochè !
14) FITZ AND THE TANTRUMS Pickin up the pieces
Soul elegantissimo, curato e raffinato per questa band americana. Con un gusto e un tocco 80’s (Undertones di “Sin of pride” ad esempio) che lo rende ancora più originale e accattivante.
15) BOOKER T - The road from Memphis
Hammond sound tra funk, soul e blues con la perizia e la classe che sappiamo.
Ospiti come Sharon Jones e Lou Reed impreziosiscono il tutto.
16) JOAN AS A POLICE WOMAN - The deep field
Lavoro intenso e profondo dove si accavallano soul, jazz, pop, folk, blues e un gusto retroBeatlesiano a condire il tutto con personalità e eccellenti capacità compositive
17) CHARLES BRADLEY - No time for dreaming
Esordio a 60 anni suonati per la sempre benemerita Daptone con un album di puro e semplice soul/rythm and blues tra Otis, Sam Cooke e il James Brown dei 60’s.
Suoni perfetti, 100% black mood, attitudine a go go. Un gioiello.
18) HOWE GELB - Alegrìas
L’ex Giant Sand confeziona uno stupendo lavoro tra atmosfere bluesy, country, Ry Cooderiane, tex mex, con belle canzoni, arrangiamenti cool e jazzy.
19) R.E.M. - “Collapse into now”
Un album dei REM è sempre un CLASSICO. E’ il REM sound, inconfondibile, permeato di sapori 60’s, Dylaniani, elettrici, equilibrati. Onestà, coerenza, piacevoli e gradevoli come sempre.
20) RAFAEL SAADIQ - Stone rollin’
Con incredibile abilità Saadiq rivisita l’universo del black sound, passando da Sly Stone a Stevie Wonder, dal funk al (northern) soul. Brani splendidamente costruiti, pieni di groove 60’s/70’s. Un gran bel disco, forse non genuino al 100%, ma da ascoltare in loop.
21) BILL CALLAHAN - Apocalypse
Già conosciuto con il nome di Smog, al terzo album “solista”, Callahan inanella una serie di suggestivi brani tra folk, blues, Johnny Cash, Dylan. Minimali, scarni, epici. Un ottimo disco silenzioso.
22) THE STEPKIDS - Stepkids
Trio newyorkese (bianco) che suona come un incrocio primi 70’s di Curtis Mayfield, Temptations psichedelici, Fifth Dimension, jazz, soul. Portentosi, divertenti. Space Soul !!
23) JC BROOKS AND THE UPTOWN SOUND - Want More
Pura soul music, energica, scarna, dura e minimale da Chicago. Super!
24) AMY WINEHOUSE - The Lioness
L’album postumo (sperando rimanga l’unico) con prevedibili scarti, demo etc.
Molto orchestrale, non aggiunge e non toglie nulla al fascino della sua voce e del gusto 60’s soul che permea il tutto. Comunque bello.
25) THE WHO- Quadrophenia The Director’s Cut
Una ristampa enciclopedica con tonnellate di (stupendi) demo e gadegets di ogni tipo. Il valore dell’album non si discute e queste aggiunte contribuiscono a renderlo ancora più interessante.
ITALIA
1) VERDENA - Wow
I Verdena scrivono una pietra miliare del rock italiano. Album doppio, 27 brani tra i prevedibili Nirvana e Motorpsycho ma che si espandono poi attraverso suoni dai 70’s, Beatles, Pink Floyd primi 70’s, psichedelia, personalità a valanga, grandi canzoni. Opera coraggiosa, grande album.
2) PEAWEES - Leave it behind
Suonano come i Dr.Feelgood un po’ più nervosi o un primo Joe Jackson più rauco.
Quello splendido sound che stava in equilibrio tra il pub rock e il primissimo punk.
Difficile renderlo credibile in questo modo. Grandi !
3) ENRICO BRIZZI YUGUERRA - La vita quotidiana in Italia
Brizzi lo conosciamo no ? Non come musicista forse anche se non è la prima esperienza. Un album stupendo, cattivo, lucido, sull’Italia di oggi, dalle parti dei Massimo Volume.Con anche Freak Antoni, Giorgio Canali, Steno dei Nabat.
4) DELLERA - Colonna Sonora Originale
Album solo del bassista degli Afterhours.
Un sorprendente e riuscito mix di sixties, primi Pink Floyd, tardi Beatles, Battisti, Cremonini, personalità a badilate.
5) PAOLO APOLLO NEGRI - Cobol
Un gioiello di personalità e originalità tra hammond, funk e i 70’s più jazz rock e sperimentali.
6) STATUTO - Undici
Dal vivo a Torino lo scorso febbraio con ospiti come Pulici, Ron, Gang, Righeira.
24 brani emozionanti e lo “stupore” nel constatare quanti brani importanti, quante hits, abbiano composto i “miei” Compagni.
Una colonna sonora lunga una vita. Grazie Statuto.
6) NO STRANGE - Cristalli Sognanti
Il ritorno dei viaggiatori astrali torinesi con un lavoro come sempre personale, originale, attuale. Eccellente.
6) SICK ROSE - No need for speed
Se c’è bisogno di presentarvi i Sick Rose avete sbagliato blog.
Basti dire una delle migliori rock band italiane di sempre, attivi dal 1983, al sesto album, conosciuti in tutto il mondo.
“No need for speed” è un capolavoro di power pop, guitar rock, intriso di beat, pop, splendidi suoni, canzoni eccelse, arrangiamenti maturi.
9) RAPHAEL GUALAZZI - Reality and fantasy
Sarà stato anche a Sanremo ma questo spacca.
Un album in cui si muove tra il soft jazz di Mose Allison, certo jazz pop che può stare sia con Georgie Fame che con Jamie Cullum, ma in cui spuntano blues, soul, funk (“Scandalize me” starebbe bene su qualsiasi album del James Taylor Quartet), black music in abbondanza
10) GIUDA - Racey Roller
Metti insieme Marc Bolan, Bay City Rollers, punk 77, Dr.Feelgood, Sweet, Slade, Cockney Rejects e 10 canzoni con un tiro pazzesco.
Risultato: un piccolo capolavoro di irruente freschezza o fresca irruenza.
Da Roma con furore.
11) SMART COPS- Per proteggere e servire
Album assolutamente ESPLOSIVO.
Punk rock ultraanfetaminico spesso debitore agli Hives più agitati, brani brevi, serrati, sound secco e duro, melodie immediate. Travolge !
12) LINK QUARTET - 4
Virano verso il 70’s funk, con perizia, naturalezza, creatività e grandi songs. Grandissimo album
13) ASSALTI FRONTALI - Profondo Rosso
Uno dei migliori gruppi italiani di sempre.
Il nuovo album è la consueta garanzia di qualità, coerenza, assalto frontale. Grazie per esserci ancora e sempre.
14) PAOLO BENVEGNU - Hermann
Lavoro ottimamente riuscito per il ritorno di benvegnù tra echi wave e Scisma, tanta personalità, elettricità, occhiate al Fossati più ispirato. Bello e complimenti.
15) DANIELE SILVESTRI - S.C.O.T.C.H.
A volte trovi esaltzioni di “giovani cantautori” che sembra che...
Poi ascolti il nuovo Daniele SIlvestri (con ospiti i nabbondanza) che cancella tranquillamente tutti per capacità compositive, arrangiamenti, testi, musiche, versatilità, serietà.Un altro pianeta.
16) FORTY WINKS - Bow wow
Mettono insieme (piuttosto bene) Supergrass, Presidents of Usa, Smash Mouth e un po’ di pop punk. Divertenti, convincenti, ultra poppers.
17) AVVOLTOI - Manifesto Pop
Nuovo EP per gli immarcescibili re del beat italiano.
I quattro brani mantengono intatta la freschezza 60’s beat, introducendo sempre più pesantemente riferimenti alla canzone d’autore italiana a cavallo tra 60 e 70 (da Ricky Gianco ai Nomadi).
18) CASANOVAS - Hot star
Diletta e Giacomo Casanovas ci picchiano dentro a dovere incrorciando White Stripes e Kandeggina Gang, punk e pop, Stranglers e B52’s, suggestioni 60’s.
Effetto glam e top 10 italiano dell’anno assicurato. E poi in un pezzo ci suono io, quindi...)
19) PELUQUERIA HERNANDEZ - Amaresque
L’atteso ritorno dei nostri seguaci di Tarantino e di quelle atmosfere che incrociano Calexico, texMex, le colonne sonore dei b movie italiani dei 70’s. Con classe, eleganza e ironia.
20) VENUS IN FURS - Siamo pur sempre animali
Vengono in mente i Marlene Kuntz più aggressivi e il Teatro degli Orrori meno visionario ma i tre pisani hanno grande personalità, un tiro pazzesco e un’ironia di fondo che si fonde a un perfetta ferocia. Grandi.
20) CUT - Battle of Britain
Mai visto i Cut dal vivo?
Bè vi perdete il senso del rock n roll alla sua massima potenza.
Questo live in Inghilterra ce lo restituisce solo in parte, ma più che a sufficienza per far capire quanto spaccano questi tre.
Di cose mie sono usciti:
Not Moving “Light Dark”
Lilith and the Sinnersaints “La Notte”
mercoledì, dicembre 28, 2011
Il meglio del 2011. Libri e film
I migliori libri letti (divisi tra quelli "musicali" e il resto) e i migliori film visti del 2011.
1) ERRI DE LUCA - I pesci non chiudono gli occhi
Consueto gioiello letterario di De Luca.
Poco più di 100 pagine e un universo tra adolescenza, Amore, passione, giustizia.
De Luca è un grande, commuove, alza la tensione, dice cose che non trovi da nessuna altra parte. MUST.
2) LUIS SEPULVEDA - Ultime notizie dal Sud
Ogni libro di Sepulveda è una chiacchierata con un amico che ti racconta storie bellissime, poetiche e interessantissime, spesso indimenticabili.
Come quelle di questo nuovo viaggio in Patagonia a fianco del fotografo Daniel Mordzinski. Un ennesimo stupendo capitolo di una vita incredibile.
3) DON ANDREA GALLO / LORIS MAZZETTI “Sono venuto per servire”
Se tutti i preti fossero come lui tutte le chiese non basterebbero a contenere i fedeli.
DIFFENBAUGH VANESSA - Il linguaggio segreto dei fiori
Caso letterario 2011.
Libro cupo in agrodolce, talvolta si dilunga eccessivamente e la storia sta in piedi a fatica ma è una buona lettura.
ALESSANDRO BARICCO - Mr Gwyn
Discreto lavoro pur se non brilla come altre opere.
Trama un po’ traballante, qualche buon momento ma si dimentica in fretta.
LUIS SEPULVEDA - Ritratto di gruppo con assenza
Un sempre grande Sepulveda, acuto, malinconico, duro, ironico.
E come sempre una lettura piacevolissima e intensa.
TIZIANO TERZANI “Un mondo che non esiste più”
Terzani ci manca, eccome.
Ce lo conferma questa preziosa, ennesima, testimonianza delle sue capacità di cogliere il profondo della realtà, attraverso le sue foto, corredate da testi editi e non. Un viaggio bellissimo. Emozionante, denso di insegnamenti.
ERRI DE LUCA - Le sante dello scandalo
Il nuovo De Luca è, come consuetudine, profondo, di estremo spessore, complesso. Troppo. Il suo viaggio nel sacro e nel laico è interessante e appassionante quando non raggiunge certi eccessi, come in questo caso.
ERRI DE LUCA - E disse
Sono in pochi a scrivere come De Luca. E il nuovo sforzo è come sempre stupendo.
Da leggere.
ERRI DE LUCA - Tre cavalli
Non il suo meglio. Un po’ nebuloso e scontato, frasi spezzate e sospese.
Breve ma si fatica ad arrivare alla fine. Anche se il livello è sempre alto.
CARLO BONINI - ACAB. All cops are bastards
Un gran libro di storie (vere) aspre, crude e crudeli, di sbirri e ultras, botte e violenza, dal G8 di Genova all’assassinio di Gabriele Sandri.
TEO TEOCOLI - Io ballo da solo
Scritto maluccio e con incomprensibili ripetizioni da un capitolo all’altro (ma nessuno lo ha riletto prima di stamparlo ?) è comunque un’ interessante e importante testimonianza su un certo mondo milanese dei 60’s e 70’s mai troppo conosciuto (da I Quelli, pre PFM al Derby, alle serate con Dalì, la Bardot, Francis Turatello...) godibilissimo.
FRANCESCO GUCCINI - LORIANO MACCHIAVELLI - Malastagione
Discreto thriller appennino padano, un po’ lungo, talvolta scontato e risaputo (i personaggi prevedibili o poco credibili, la prosopopea sulla natura pura di montagna alla mercè dei cattivi) ma alla fine gradevole e di buona presa.
FULVIO TOMIZZA - La città di Miriam
Romanzo confuso ma suggestivo pur se non particolarmente memorabile del 1972.
Tomizza scriveva bene e con buona forza evocativa.
DAVIDE PEACE - GB84
Un duro ritratto dell’Inghilterra all’epoca della guerra (persa) dei minatori contro la Tatcher. Libro teso, spesso prolisso, a volte zoppicante, ma interessante.Anche se lo avevo amato di più con “Maledetto United”
PIA PERA - ANTONIO PERAZZI- Contro il giardino
Lieve, un po’ borghese ma interessante visione della natura “libera” dai vincoli del “giardino”.
HOWARD MARKS - Mr.Nice
L’autobiografia (un po’ lunghetta e prolissa), divertente e molto interessante del più grande spacciatore di hascish della storia, dai 60’s della Swinging London all’IRA, la Cia, la mafia. Avvincente.
ENRICO BRIZZI - La vita quotidiana in Italia ai tempi del Silvio
Ironica e agghiacciante visione dell’Italia sotto il giogo del Silvio.
Ben scritto e ben fatto. Consigliato. Per non dimenticare.
NICOLAI LILIN - Caduta libera
Il libro è un interessante, atroce, crudissimo, viaggio nella guerra cecena, raccontato in prima persona dall’autore.
Sul quale continuano però a pesare forti dubbi sulla reale veridicità dei suoi racconti e “imprese”, talvolta abbastanza improbabili.Rimane comunque un buon lavoro che fa luce in maniera disincantata sui reali scopi di quella sporchissima guerra.
MUSICA E DINTORNI
1) RON WOOD - Ronnie Giorni e notti dei Rolling Stones
Ron non è Keith ma l’accostamento tra i due libri viene spontaneo.
Ronnie ci racconta una storia comunque appassionante (tra Faces e Stones non si è risparmiato niente), a volte un po’ stanca e prolissa, ma il libro è scritto bene, con grande senso dell’humor e vola via velocemente.
2) TOM GRAVES - Robert Johnson- Crossroads - Il blues, il mito.
Splendido e DEFINITIVO viaggio sulle misteriose orme di Robert Johnson.
Dettagli e precisazioni a profusione su uno dei più grandi in assoluto.
3) ELEONORA BAGAROTTI “Pure and easy”
Il libro più esaustivo che si possa trovare sugli Who.
La loro storia attraverso i testi, mille aneddoti e interventi dei protagonisti. Monumentale.
4) PHILIPPE MARCADE’ - Oltre l’Avenue D
Cantante dei Senders vive (e ricostruisce) qui gli anni della prima New York punk, passati fianco a fianco di Johnny Thunders, Dee Dee Ramone, Willy De Ville e gli altri. Sono sempre i soliti racconti e le stesse storie conosciute, ma è bello leggerle.
5) CLAUDIO PESCETELLI - Nudi e crudi - Piccola storia dei Festival Pop Italiani
Il secondo volume del preziosissimo e documentatissimo viaggio nei festival pop italiani degli anni 70. Con foto, dettagli e testimonianze. Da avere.
5) LUCA FRAZZI - 18 anni di Festival Beat
Il titolo dice tutto. Attraverso LE storie dei partecipanti e de iprotagonisti rivivono i 18 anni intensissimi di uno degli eventi più personali, particolari ed importanti tuttora in circolazione in Italia.
MARK E. SMITH - Renegade
Mark è il leader dei Fall, uno dei gruppi più “storti” della scena inglese, da 30 anni sulla breccia. E’ un tipino acido, insopportabile e stronzetto ma senza peli sulla lingua, cattivo al punto giusto e che non ne risparmia a nessuno.
Un bel libro (solo in inglese) al di fuori dalle solite agiografie rock n roll.
RICHIE UNTERBERGER - Won’t get fooled again
Uno splendido lavoro (in inglese) sulla febbrile storia degli Who tra “Who’s Next” e “Quadrophenia”, via “Lifehouse”, tra mille ripensamenti, progetti, follie, soprattutto CAPOLAVORI. Dettagliatissimo e competente, da avere.
NEVILLE STAPLE - The Original Rude Boy
Presto in italiano, un ottimo libro per capire tutta quella scena di fine 70's inizi 80's che girò intorno alla 2Tone, ma anche l'Inghilterra della Tatcher e i cambiamenti sociali da allora ad oggi.
Neville Staple non è un sociologo nè uno scrittore, ma un rude boy cresciuto in strada, un osservatore privilegiato che vede in un'ottica particolare ed inedita, Molto bello.
IMPACT - Realtà mutabili
Un riuscito e interessante “sguardo realtà” alla difficile, amara, abrasiva storia degli Impact, uno dei più devastanti gruppi hardcore italiani degli 80’s.
Autoprodotto. Per averlo contattare: janz64@gmail.com
LUIGI RIGANTI e PAOLO DOVICO - Vinile italiano
Guida ricercatissima sul vinile del “nuovo rock italiano”.
Indispensabile per gli appassionati, utilissima per tutti i vynil junkies.
HOOVER & VOINO - The New Rockstar Philosophy (Nda Press)
Un libretto molto interessante per chi fa musica.
Pieno di consigli e dritte su come muoversi ai nostri giorni all’interno della scena musicale. Tante anche le ovvietà ma altrettante le cose utili.
JOHNNY GRIECO - Bad Baby
Gianfranco “Johnny” Grieco leader dei Dirty Actions ma anche fanzinaro (la storica Silure d’Europe) e vignettista per Rockerilla, Nuovo Sound, Guerin Sportivo, Alfabeta illustratore, grafico, performer , Il libro volume raccoglie materiale pubblicato tra il 1976 e il 1983 con fumetti e illustrazioni tra cui il mitico Catzillo che furoreggiò su Rockerilla. Brevi scritti di personaggi tra cui Ferruccio Giromini, Federico Guglielmi, Luca Boschi e Vittore Baroni completano il tutto.
ALBERTO ROSETTI - Senza tempo noi, il rock a Forlì 1964-1979
Un documentatissimo libro sul rock forlivese con sorprese, belle foto, stupendi aneddoti
JAZZ IN LIBERTA' - Jazz a Piacenza dal dopoguerra al nuovo millennio
Decenni di decenni a Piacenza con i gigs di Chet Baker e Lee Konitz fino a Cecil Taylor. Bello.
Un libro l’ho scritto pure io (il terzo della serie dopo “Uscito vivo dagli anni 80” e “Mod generations” entrambi per NDA PRess)
"Le storie dal rock piacentino" (LG Edizioni)
50 anni di rock a Piacenza attraverso 100 testimonianze, 500 gruppi, 300 foto.
FILM
Poche le cose nuove viste
1 ) Living in a material world di Martin Scorsese
Bellissimo docu film su George Harrison.
Dettagliatissimo, immagini inedite, testimonianze, lunghe chiacchierate di George e dei tre ex compari di Liverpool e poi Clapton, Phil Spector, Patty Boyd etc. Prevedibile, nostalgico ma bellissimo.
2) This is England di Shane Meadows
L’Inghilterra della Tatcher del 1983, un gruppo di skinheads , un ragazzino di 13 anni alle prese con l’adolescenza, la fine dell’innocenza, il razzismo. Un grande film.
3) This must be the place di Paolo Sorrentino
Un film suggestivo e molto particolare pur se dal sapore incompiuto.
Sean Penn giganteggia, i temi sono importanti e di immenso spessore ma l’impressione è che spesso il tutto rimanga un po’ in superficie.In ogni caso da vedere.
4) The Wholly Family di Terry Gilliam
Visionario e disturbante come il suo regista, Tery Gilliam (ex Monthy Pithon e quello di “Brazil”), un corto ambientato a Napoli, a tratti isterico.
5) Pica! Pica! Pica! di Roberto Dassoni
Un docu corto sul mondo della boxe. Quella oscura, minore, delle palestre di provincia, dove non girano soldi, ma solo speranze e fuga da “realtà difficili”.
Poche parole, passione, ragione di vita, sguardi puliti. Un pugno in faccia.
martedì, dicembre 27, 2011
Dicembre 2011. Il meglio
Ultimo “Il meglio del mese” del 2011.
Nei prossimi giorni il resoconto dell’anno.
ASCOLTATO
GIUDA - Racey Roller
Metti insieme Marc Bolan, Bay City Rollers, punk 77, Dr.Feelgood, Sweet, Slade, Cockney Rejects e 10 canzoni con un tiro pazzesco.Risultato: un piccolo capolavoro di irruente freschezza o fresca irruenza.
Da Roma con furore.
AMY WINEHOUSE - The Lioness
L’album postumo (sperando rimanga l’unico) con prevedibili scarti, demo etc.
Molto orchestrale, non aggiunge e non toglie nulla al fascino della sua voce e del gusto 60’s soul che permea il tutto. Comunque bello.
SVEN HAMMOND SOUL
Vengono dall’Olanda e mischiano, soul, modern e Hammond Jazz, funk e tante altre ottime suggestioni 60’s
GEORGE HARRISON - Living in a material world
Allegato al DVD del film di Scorsese della confezione deluxe c’è un CD con una serie di demo, outtakes e qualche gustoso inedito.
Niente per cui impazzire ma per i fan più sfegatati è un prezioso compendio all’ottima carriera solista di George (con un brano di Dylan e la bella “Let it be me” di G.Becaud ripresa poi da Everly Bros, Elvis, Dylan, Nina Simone...
FUZZTONES - Raw Heat
La riedizione del mix originale di “In heat” a cui il mix troppo soft di Shel Talmy non rese giustizia.
I brani riprendono vita, duri, garage, bluesy, ruvidi.
Ma forse è troppo tardi.
VOLCANO HEAT - Vive Le Rock
Italianissimi suonano come una versione più rock n roll e accelerata dei QOTSA.
Grande cover di “Come together”, tiro, groove, energia, elettricità.
ASCOLTATO ANCHE:
KURT VILE (buon cantautorato USA indie roots anche se niente di eclatante) , GANG E I SUOI FRATELLI (un interessante e riuscito live con i Gang e una serie di bands che ne reinterpretano alcuni classici) AARON TESSER (modern and cool jazz in salsa bossa con qualche gustosa riedizione in stile di alcuni classiche hit degli 80s’) LOS CAMPESINOS (solita piva brit rock..mah), KATE BUSH (una martellata sui coglioni. Ripetuta), RKC (uno dei Babyshambles in un album intitolato “British plastic”. Dice tutto. Du palle), DUKES (francesi, sembrano un po’ i Kings Of Leon. Qualcosa di buono ma trascurabili), FUEL BOX (hip hop soul..mah)
LETTO
LUIS SEPULVEDA - Ultime notizie dal Sud
Ogni libro di Sepulveda è una chiacchierata con un amico che ti racconta storie bellissime, poetiche e interessantissime, spesso indimenticabili.
Come quelle di questo nuovo viaggio in Patagonia a fianco del fotografo Daniel Mordzinski. Un ennesimo stupendo capitolo di una vita incredibile.
Hoover & Voino - The New Rockstar Philosophy (Nda Press)
Un libretto molto interessante per chi fa musica.
Pieno di consigli e dritte su come muoversi ai nostri giorni all’interno della scena musicale. Tante anche le ovvietà ma altrettante le cose utili.
Johnny Grieco - Bad Baby
Gianfranco “Johnny” Grieco leader dei Dirty Actions ma anche fanzinaro (la storica Silure d’Europe) e vignettista per Rockerilla, Nuovo Sound, Guerin Sportivo, Alfabeta illustratore, grafico, performer , Il libro volume raccoglie materiale pubblicato tra il 1976 e il 1983 con fumetti e illustrazioni tra cui il mitico Catzillo che furoreggiò su Rockerilla. Brevi scritti di personaggi tra cui Ferruccio Giromini, Federico Guglielmi, Luca Boschi e Vittore Baroni completano il tutto.
VISTO
Living in a material world di Scorsese
Bellissimo docu film su George Harrison.
Dettagliatissimo, immagini inedite, testimonianze, lunghe chiacchierate di George e dei tre ex compari di Liverpool e poi Clapton, Phil Spector, Patty Boyd etc.
Prevedibile, nostalgico ma bellissimo.
This must be the place di Paolo Sorrentino
Un film suggestivo e molto particolare pur se dal sapore incompiuto.
Sean Penn giganteggia, i temi sono importanti e di immenso spessore ma l’impressione è che spesso il tutto rimanga un po’ in superficie.In ogni caso da vedere.
The Hurricane di Norman Jewison
Un ottimo D.Washington interpreta il pugile Hurricane Carter (immortalato nella canzone di Dylan) ingiustamente condannato per un omicidio non commesso.
Ottimo film, intenso e fedele alla storia senza sentimentalismi inutili.
Che Guerriglia di Sodenbergh
Buon film sugli ultimi giorni boliviani del Che. Quasi un documentario.
COSE & SUONI
Stiamo finendo l’album “A Kind of Blues” di Lilith and the Sinnersaints.
11 brani, qualche bella sorpresa e risultato che ci soddisfa.
www.tonyface.it
www.lilithandthesinnersaints.com
News sui Beatles su www.pepperland.it by me
CALCIO
Un anno calcistico in sordina.
Campionato così così, Cagliari così così, Piacenza in coma profondo tra fallimento societario, calcio scommesse, squadra allo sbando...triste.
Eccellente invece la stagione del Piacenza Basket ai vertici della A2
Mediocre quella del volley.
IN CANTIERE
In uscita a gennaio “Neville Staple: The original Rude boy”, tradotto da moi, per la Shake.
A febbraio per Volo Libero edizioni “The Bluesologist” , la bio di Gil Scott Heron.
A fine marzo invece “This is modern world” su Paul Weller, con Luca Frazzi, per Arcana.
A febbraio l’album di Lilith and the Sinnersaints “A kind of blues” per Alphasouth e da marzo di nuovo dal vivo.
lunedì, dicembre 26, 2011
Get back. Album da (ri)scoprire
Alla riscoperta di alcuni gioielli dimenticati e che vale la pena riascoltare.
BILL WITHERS - JUST AS I AM
Un piccolo capolavoro di soul funk che spesso vira nella canzone d'autore black, datato 1971.
Lo stupendo funk di "Harlem" ad aprire, il nerissimo gospel blues funk di "Grandmas house" (ripreso più tardi da Gil Scott Heron), due versioni funk blues di "Let it be" e della celeberrima "Everybody's talkin" e una serie di altri splendidi brani black sorretti dalla chitarra acustica del nostro, dall'organo di Booker T, la chitarra di Stephen Stills, la batteria del Beatlesiano Jim Keltner e di Al Jackson Jr (una delle colonne della Stax Records).
Grandissimo.
PERIGEO - Abbiamo tutti un blues da piangere
Due anni dopo nel 1973 esce in Italia il capolavoro del Perigeo, tra i gruppi più particolari e innovativi (nonchè dimenticati) della scena italiana. E' jazz rock avanguardistico con forti influenze mediterranee a rendere il loro sound unico.
Successivamente si "alleggeriranno" pur mantenendo intatto lo spirito di ricerca e con "La valle dei templi" e "Genealogia" troveranno anche un certo riscontro commerciale.
GEORGE HARRISON "Wonderwall"
E' del 1968 il primo sforzo solista di George, colonna sonora dell'omonimo film e prevalentemente incentrato sulla musica indiana. Ma con alcune ottime canzoni.
Tra i collaboratori anche due nomi, nascosti da pseudonomi facilmente intuibili: Ringo Starr (Richie Snare) e Eddie Calyton (Eric Clapton).
sabato, dicembre 24, 2011
Pranzo di Natale
Pranzo di Natale con un po’ di pietanze suggerite da qualche vecchia conoscenza.
Potremmo pranzare all’ "Alice's Restaurant" di Arlo Guthrie dove troviamo ottimo "Food" The Turtles dove i Mamas and Papas "Sing for Your Supper" e i Genesis ci ricordano che “Supper’s Ready”.
E se Cab Calloway si lamenta che "everyone eats at my house" e i Dead Boys sono un po’ maleducati nel ribadire che “I Need Lunch", un po’ come Paul Revere & the Raiders semplicemente "Hungry", per il pranzo di Natale si va un po’ sul pesante con "Eggs & Sausage" di Tom Waits o il "Big Fat Ham" di Jelly Roll Morton, il "Gris Gris Gumbo Ya ya" di Dr. John, il "Crawfish" di Elvis Presley e via di “Onions" con John Lee Hooker, "Green Onions" con Booker T & the MG's, "Cheese & onions" con i Rutles .
Si va sul semplice con John Mellencamp che propone "Hot Dogs & Hamburgers" e il solito Booker T con "Red Beans And Rice" .
Un po’ di dolci:
"Savoy Truffle"-The Beatles
Honey pie Beatles
Flaming pie - Paul Mc Cartney
"Country Pie"-Bob Dylan
"Hotcakes"-Carly Simon
caffè:
Black coffe - Ella Fitzgerald
zuccherato pesantino: "Brown Sugar"- The Rolling Stones
Frutta:
“Apples and oranges” - Pink Floyd
poi davanti ad un film con
Buttered popcorn - Supremes
giovedì, dicembre 22, 2011
Lonsdale
LONSDALE è un marchio di abbigliamento e forniture sportive, boxe in particolare, fondato a Londra nel 1960 dall’ex pugile Bernartd Hart in onore del nobile Hugh Cecil Lowther, 5th Earl of Lonsdale che nel 1891 organizzò il primo incontro di pugilato con i guantoni.
Il marchio divenne famoso nei 60’s, grazie anche alla vicinanza del negozio con Carnaby Street e trovò l’apprezzamento di personaggi dello spetttacolo come Paul McCartney, Gregory Peck, Anthony Quinn.
Nel 1979 entra prepotentemente nella cultura giovanile grazie a Paul Weller che si fa fotografare spesso con felpe e shirts e proietta il marchio all’interno della scena MOD mondiale (anche se già negli anni 70 era usato dagli skinheads inglesi ).
Dopo poco tempo il marchio perde appeal nell’estetica mod ma il logo viene spesso ridisegnato per quello di gruppi, fanzines, siti etc.
Agli inizi del 2000 incomincia ad essere usato da alcuni gruppi nazi del nord europa (che sfruttano le lettere NSDA del nome per riprodurre l’acronimo del partito neo nazi tedesco).
La crescente appropriazione del marchio spinge la Lonsdale alla campagna "Lonsdale Loves All Colours" con solo modelli non bianchi.
La Lonsdale è stata fornitrice delle maglie delle squadra di calcio Blackburn Rovers, Millwall, Brentford, Swindon Town.
Tra i pugili che hanno utilizzato materiale Lonsdale, Muhammad Alì e Mike Tyson.
mercoledì, dicembre 21, 2011
Tony Face
Il soprannome TONY FACE nasce alla fine degli anni 70, poco dopo aver abbracciato la cultura e l'etica MOD.
La Face era nei 60's l'elemento più in vista, meglio vestito, il "capo", nell'ambito Mod.
Caratteristiche che non sono mai state mie prerogative ma, ai tempi, il vezzo adolescenziale di autocelebrarsi prese il sopravvento.
Darsi nomi inglesi era poi pratica corrente nei primi 80's tra chi suonava in gruppi di "nuovo rock".
Così il nome è rimasto nel tempo.
Però a 50 anni sentirsi chiamare pubblicamente Tony Face a volte è imbarazzante.
Chissà se capita la stessa cosa a Sting, Zucchero, Fiorello, Jovanotti...
La Face era nei 60's l'elemento più in vista, meglio vestito, il "capo", nell'ambito Mod.
Caratteristiche che non sono mai state mie prerogative ma, ai tempi, il vezzo adolescenziale di autocelebrarsi prese il sopravvento.
Darsi nomi inglesi era poi pratica corrente nei primi 80's tra chi suonava in gruppi di "nuovo rock".
Così il nome è rimasto nel tempo.
Però a 50 anni sentirsi chiamare pubblicamente Tony Face a volte è imbarazzante.
Chissà se capita la stessa cosa a Sting, Zucchero, Fiorello, Jovanotti...
lunedì, dicembre 19, 2011
Stuart Sutcliffe, The Lost Beatle
Figura da sempre affascinante e misteriosa, dal look conturbante la cui triste storia ha steso ancora di più l’aura del mito sul primo bassista dei Beatles.
Stuart Sutcliffe, primo compagno musicale di John Lennon, con cui formò i Dissenters, la band che ha preceduto i Quarrymen (ma che in realtà non suono mai una nota), il gruppo che ha dato le origini ai Beatles.
Nato a Edimburgo, cresciuto nel Mersey a Liverpool, compagno di Lennon alla scuola d'arte, Sutcliffe era un dotato pittore e figura di grande carisma ma con scarso talento musicale.
Si affiancò a John, George , Paul e Pete Best nel maggio del 1960, nei SILVER BEATLES e rimase nella band, nel frattempo diventata BEATLES fino al luglio 1961 quando se ne andò, lasciando a Paul il suo ruolo musicale, per dedicarsi completamente alla pittura.
Muore il 10 aprile del 1962 per emorragia cerebrale.
I Beatles hanno reso omaggio a Sutcliffe inserendo il suo ritratto nella copertina di Sgt Pepper (appare all'estrema sinistra, accanto all'amico-artista Aubrey Beardsley) e, piu' tardi, su quella del volume 1 dell'Anthology (dove Stu suona in tre brani “Halleluja I love her so” , “Cayenne” e “You’ll be mine”
sabato, dicembre 17, 2011
Soul Kitchen – The Time of Wine and Roses
A cura di Sua Signora LILITH
LA ROSA DEGLI ORTI
Le rose Centifolia si dice che siano originarie della Provenza ,introdotte in Europa dall'Asia Minore,intorno al 1600 per opera di illuminati mercanti .Inizialmente confusa con la rosa Damascena, probabilmente per il profumo.
Veniva coltivata per questo.
Arbusto dai disordinati rami spinosi………se non potata non è molto elegante…ma all’apparire dei meravigliosi fiori ;doppissimi a coppa , rosa carico,ma anche più leggero,ogni peccato viene perdonato.
Ricordo i grandi mazzi da portare al cimitero,mia nonna che ne raccoglieva (e intanto potava) tante anche per la casa.Sembrava di essere ricchi.
Il magico profumo si espandeva in poco tempo e aveva un potere quasi medicinale sulle ferite e le tristezze.
TREBBIANINO VAL TREBBIA…………..dall’invitante colore giallo della paglia……..chiara,dal profumo delicato………..sapore secco ,piacevolmente frizzante……profumo di vera uva …quasi un moscato e un miscuglio di spezie rare ,noce e zafferano. E' un vino che va bevuto subito, nel primo anno dopo la vendemmia, il giusto aperitivo dei tempi andati…sotto un pergolato,tovaglia a quadri sul tavolo e pane con il salame.
Da servire fresco, per accompagnare salumi, uova al tegamino, risi con le verdure, pasta e fagioli, pesci di fiume fritti ma anche tagliatelle ai gamberi.
The New Rockstar Philosophy
Hoover & Voino - The New Rockstar Philosophy (Nda Press)
Tradotto e curato dalla giornalista Claudia Galal e dal produttore e sound engineer Tommaso Colliva con una bellissima prefazione di Manuel Agnelli è un libretto molto interessante per chi fa musica.
Pieno di consigli e dritte su come muoversi ai nostri giorni all’interno della scena musicale, su come gestire un gruppo sotto tutti i punti di vista.
Agile, veloce, semplice, ironico è anche denso di ovvietà e qualche banalità ma è una lettura comunque consigliata e interessante.
The New Rockstar Philosophy non promette il successo istantaneo, ma scommette su un nuovo modo di agire e pensare alla musica, che possa trasformare la passione di una vita in un lavoro vero e proprio.
The New Rockstar Philosophy nasce dall’omonimo blog canadese che si occupa dell’evoluzione del mercato discografico e delle possibilità che l’affermarsi delle nuove tecnologie offre ai musicisti di tutto il mondo. Curato da Hoover e Voyno, il blog ha raccolto un notevole successo che ha portato gli autori a sintetizzare la loro esperienza nel libro.
http://www.newrockstarphilosophy.com/
venerdì, dicembre 16, 2011
Appuntamenti Beat (e non solo)
Tre appuntamenti per chi non sa bene cosa fare in questo weekend di annunciato maltempo.
Sabato 17 dicembre alle 21 ad AOSTA all' ESPACE POPULAIRE di via Michet 7 nell'ambito della rassegna MAXIMUM PUNK & BEAT
una presentazione di "MOD GENERATIONS" e varie dissertazioni sulle sottoculture giovanili a cura del sottoscritto e con la colonna sonora di Marco Brunet, Diego Tuscano, Beppe Barbera.
Domenica 18 dicembre alle 21.30 invece a Ospitaletto Lodigiano (LO) la presentazione di "COBOL" il nuovo album di PAOLO APOLLO NEGRI.
Grande party e concerto con supergruppo annesso.
Art Cafè L'Officina - Ospedaletto Lodigiano (LO) Ore 20:00 Ingresso libero + buffet
Live on stage:
Paolo Apollo Negri / Lucio Calegari / Mario Percudani / Renzo Bassi / Monica Sardella / Alberto Pato Maffi / Tony Face Bacciocchi / Marco Majo Murtas / Craig Kristensen / Arnaldo Dodici / Edoardo Giovanelli
Special Dj set by BrutPOP & Retrophobic
Infine sabato 17 dicembre dalle ore 18 alla Libreria La Vecchia Talpa di Fidenza (Via Gramsci 39) presentazione del libro "Al di qua, al di là del beat" (ed. Carabba), alla presenza degli autori (la "leggenda" del beat italiano Gene Guglielmi, Umberto Bultrighini dei Tubi Lungimiranti e Claudio Scarpa), e dopo qualche bottiglia, salumi e panettoni, allietati dal dj set di Joe Fuzz
giovedì, dicembre 15, 2011
Zaire 74 Music Festival - Rumble in the Jungle
Il 30 ottobre del 1974 si incontrarono in uno storico e indimenticabile incontro di pugilato, battezzato RUMBLE IN THE JUNGLE allo Stadio 20 maggio di Kisasha in Zaire Muhammad Alì e George Foreman.
Alì spazzò Foreman con un ko all’8° round.
Un incontro che assunse anche un grande significato da un punto di vista politico e sociale e che fu preceduto da una tre giorni musicale, dal 22 al 24 settembre, sempre nello stesso posto, chiamata ZAIRE 74 MUSIC FESTIVAL.
Organizzato da Hugh Masekela e il produttore Stewart Levine fu seguito da 80.000 persone, si propose di promuovere la solidarietà razziale e culturale tra nei africani e americani.
Suonarono 17 artisti locali e 14 ospiti tra cui JAMES BROWN, BB KING, BILL WITHERS, gli SPINNERS, MIRIAM MAKEBA, FANIA ALL STARS.
Nel 2009 è uscito il documentario “Soul Power” che riassume il meglio dell’evento.
mercoledì, dicembre 14, 2011
Calcio e Unione Sovietica
Quando Lenin e i bolscevichi presero il controllo della Russia, il calcio, nonostante fosse in teoria espressione borghese e con scarse affinità alla filosofia comunista si resero conto che la sua popolarità avrebbe causato sicuramente creato problemi a chi avesse cercato di “reprimerlo”.
Così provarono a controllarlo.
Verso la metà degli anni 1920 in URSS le quattro squadre di calcio di spicco erano tutte di Mosca e controllate da un organo dello Stato.
Il Lokomotiv Mosca, controllato dal Ministero della Ferrovia, mentre la casa automobilistica dello Stato la ZIL possedeva la Torpedo Mosca.
La CDKa Mosca (attuale CSKA) era la squadra dell'Armata Rossa, e la Dynamo Mosca quello della polizia segreta sovietica, il KGB.
Lavrentij Beria, il capo del Kgb e uno degli scagnozzi più temuti di Stalin, appassionato di calcio, ex giocatore dilettante, divenne attivo nella gestione della Dynamo.
Nel 1934, un club minore, Presnya di Mosca, cambiò nome in Spartak Mosca, alludendo al romano Spartaco schiavo ribelle.
Guidato da Nikolaj Starostin, capitano della URSS sia nel calcio che hockey su ghiaccio, giocava a fianco di tre dei suoi fratelli.
In breve i due top team in Russia divennero lo Spartak e la Dynamo di Berjia
La loro rivalità divenne simbolo della resistenza al controllo dello Stato.
Molti dei sostenitori Spartak erano oppositori al regime e lo stadio l'unico luogo dove si poteva fare una specie di velata opposizione.
La rivalità tra Spartak e Dinamo raggiunse il culmine nel 1939, quando lo Spartak, in corsa per vincere Campionato e Coppa) si trovò di fronte la Dynamo in semifinale finale di Coppa. Lo Spartak vinse ma Beria fece annullare la partita e ordinò di ripeterla.
Lo Spartak vinse di nuovo.
Nel marzo 1942, Berija si vendicò: Starostin, i suoi fratelli e gli altri giocatori dello Spartak furono arrestati e condannati a dieci anni di Gulag il lavoro nei campi.
Nikolaj Starostin ne uscì vivo e attribuì in seguito la sua sopravvivenza alla sua popolarità e a quella più ampia del calcio.
martedì, dicembre 13, 2011
Le Storie Dal Rock Piacentino
In foto: Not Moving 1986, I Visconti 1967, Stinking Polecats 90's.
Esce oggi "Le storie dal rock piacentino" (Edizioni Grafiche Lama) del sottoscritto, un' opera che si concretizza dopo un anno di lavoro, ricerche, assemblaggio dati, date, foto, informazioni e che racconta 50 anni di storia di rock piacentino attraverso i ricordi, i racconti, gli aneddoti di oltre cento protagonisti.
Il libro raccoglie i nomi di oltre 500 gruppi ed è corredato da 300 foto.
Gli utili delle vendite del libro saranno gestiti dall'Associazione 29100 per essere reinvestiti in iniziative per i giovani musicisti piacentini.
Un modo equo per restituire a Piacenza ciò che Piacenza ha dato per creare questo libro.
"Le Storie dal Rock Piacentino" sarà presentato mercoledì 14 dicembre alle ore 21 presso "Giardini Sonori" , Stardone Farnese, Piacenza.
lunedì, dicembre 12, 2011
Il primo brano rock n roll
Nelle foto Arthur "Big Boy" Crudup , Elvis e John Lee Hooker
Si è parlato spesso delle origini del rock n roll (non è difficile: blues + country, un po’ di boogie) e altrettanto del PRIMO BRANO ROCK ‘N ROLL DELLA STORIA.
Molte le scuole di pensiero e le liste, poche, essendo la cosa pressochè impossibile, le certezze.
Ma un elenco abbastanza attendibile esiste.
Già negli anni 20 e 30 si parlava di Rock and Roll (metafora dell’atto sessuale) in brani come "My Man Rocks Me with One Steady Roll" di Trixie del 1922 o "Rock That Thing" di
Lil' Johnson e "Rock Me Mama" di Banjo Ikey Robinson.
Ma anche Ella Fitzgerald, Benny Goodman e le loro jazz orchestra o la cantante gospel
Sister Rosetta Tharp usarono il termine, mentre il musicista country Buddy Jones in 'Rockin' Rollin' Mama” del 1939 usò la frase Rockin' rollin' mama, I love the way you rock and roll" in un brano proto rockabilly.
Perfino in un brano gospel del 1916 “Camp Meeting Jubilee” il termine “rock n roll” (nelle mani del Signore però !!) fa capolino.
Recentemente si è giunti alla conclusione che il primo brano ROCK N ROLL, così come lo conosciamo è presumibilmente "That's All Right" ARTHUR "BIG BOY" CRUDUP del 1946, poi ripresa da ELVIS nel 1954 con il titolo di “That’s allright mama”
A seguire si citano
"How High the Moon" di Les Paul and Mary Ford
“The Honey Dripper" di Joe Liggens
"Boogie Chiillen'" di John Lee Hooker
"Saturday Night Fish Fry" di Louis Jordan
"The Fat Man" di Fats Domino
"Rock Around the Clock" di Bill Haley and the Comets
"Rocket 88" di Jackie Brenston and his Delta Cats.
domenica, dicembre 11, 2011
Soul Kitchen – The Time of Wine and Roses
A cura di Madame Lilith
Si va di bianco………Il siciliano Inzolia,un vitigno dalle origini antichissime, oggi diffuso da Palermo ad Agrigento, abituato alla siccità ai venti alle arsure.
Dissetante se fresco e traditore per i sensi.
Secco deciso e amabile allo stesso tempo………colore giallo oro, sfumature verdognole,limpido e fermo.
Al palato i due caratteri, miele di fiori spontanei e mandorle(anche amare),un accenno di ciliegia e forse l’aspro della mela verde ma anche legno……
Buonissimo con un Cous-cous di pesce ,formaggi conditi o una pasta aglio, olio e acciughe.
Sempre in giallo…..Jude the Oscure……sempre David Austin.
Elegante e misteriosa per essere una rosa gialla…ocra pallido.
Fiore a coppa piena profonda, petali con il rovescio più chiaro quasi velata.
Mi ricorda i tempi miei che furono e l’uovo sbattuto con aggiunta di un po’ di latte.
I fiori, pesanti da inarcare i rami ,danno un aspetto sinuoso arrotondato e riportano qualsiasi luogo al regno della memoria…al liberty siciliano o ligure.
Profumo di rosa antica con una nuova nota di vino bianco……..
Difetti:amante del caldo anche torrido…stenta nella nebbiosa Val Padana …………………
sabato, dicembre 10, 2011
Il mio blog per un albero !
Come fa 1 albero a neutralizzare la produzione di CO2 del tuo blog?
Quanta CO2 produce il mio blog?
Secondo il Dr. Alexander Wissner-Gross, attivista ambientale e fisico di Harvard, un sito web produce una media di
circa 0,02 g di CO2 per ogni visita. Assumendo 15.000 pagine visite al mese, questo si traduce in 3,6 kg di CO2 l'anno. Questa produzione è legata soprattutto al funzionamento dei server.
Quanta CO2 viene assorbita da un albero?
Dipende da diversi fattori, ma la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) calcola che un albero assorba ogni anno in media circa 10kg di CO2.
Noi consideriamo prudentemente 5kg l'anno per ogni albero.
Un albero neutralizza le emissioni di CO2 del tuo blog, per 50 anni! Come mostra il conto sopra indicato, il tuo blog produce almeno 3,6kg di CO2 l'anno, un albero ne elimina 5 e vive in media 50 anni!
Piantandone uno, insomma, posso continuare a scrivere sul tuo blog per il prossimo mezzo secolo!
www.doveconviene.it/co2neutral/pianta-un-albero
venerdì, dicembre 09, 2011
David Bowie: la Trilogia Berlinese
La “Trilogia Berlinese” di DAVID BOWIE è tra le espressioni musicali più interessanti e intriganti della storia del rock.
La superstar Bowie rimette in gioco la propria carriera sperimentando, cercando nuovi suoni, anticipando buona parte di quella che sarà la new wave (in quei giorni, 1977/1978, ancora in incubatrice in gruppi come Ultravox, Talking Heads, Devo, Pere Ubu).
Bowie, in una fase di grave tossicodipendenza da cocaina, sceglie prima la Svizzera e poi Berlino per ritrovare energia creativa e nuovi spunti.
Divide un appartamento con IGGY POP (a cui produrrà nello stesso periodo quelli che sono forse i suoi migliori album solisti “The idiot” e “Lust for life”, in cui suona, canta e compone, segnandone la rinascita dopo anni di oblìo e eroina), si addentra nel kraut rock e nell’atmosfera unica della Berlino dell’epoca.
Nel gennaio del 1977 esce “LOW”.
Registato in realtà in Francia e solo mixato a Berlino Ovest , segna l’inizio della collaborazione di BRIAN ENO, la cui impronta è determinante in tutta la “Trilogia”.
L’album è algido, duro, assume toni apocalittici (“Warszawa”, gli strumentali “Art Decade” e “Subterraneans”), fortemente sperimentali (“Weeping Wall”), quasi caotici (“What in the world”), riesce a trovare il successo commerciale con la più accessibile “Sound and vision” e momenti meno claustrofobici (l’intro strumentale di “Speed of life” , “Be my wife”, “A new career“, l’ispirata “Always crashing in the same car”).
L’album è accolto con diffidenza e non molto favorevolmente dalla critica ma troverà il successo del pubblico e dei fans.
10 mesi dopo, nell’ottobre del 1977 è la volta di “HEROES”, uno dei capolavori di Bowie e dell’intera storia del rock.
Interamente registrato a Berlino, più accessibile, meglio definito, meno sperimentale di “Low”, con Eno ancora più determinante ed equilibrato, regala in apertura lo stupendo glam/new wave di “Beauty and the beast” e il rock sporcato di kraut wave di “Join the lion”, brani nervosi e tirati.
La chitarra di Robert Fripp dei King Crimson, i synth di Eno e l’incredibile interpretazione vocale di Bowie sono le colonne portanti di uno dei brani più celebri della storia, “Heroes”, canzone iconica che meglio di ogni altra può rappresentare quei luoghi, quelle atmosfere in quel periodo.
Più convenzionali “Sons of the silent age” e “Blackout” introducono all’omaggio ai Kraftwerk di “V-2 Schneider”, alle catartiche atmosfere strumentali di “Sense of doubt” , “Moss garden” e “Neukoln”.
Chiude l’ironica e stramba “The secret life of Arabia” e riporta l’album in binari meno sperimentali.
E’ del maggio 1979 “LODGER”, il terzo atto della “Trilogia” per quanto registrato in realtà tra New York e Svizzera e palesemente lontano dalle atmosfere dei due precedenti lavori.
Il tono è sicuramente più leggero e pop, ci sono incursioni pionieristiche nella world music (il reggae orientaleggiante “Yassasin” , “Africnn night flight” , brani immediati, nessun strumentale), qualche residuo “berlinese” (“Red sails”) ma soprattutto brani destinati a diventare piccoli classici come “DJ” , “Boys keep swinging”, “Don’t look back in anger”.
A chiudere l’ossessiva “Repetition” e “red money” originariamente apparsa nell’album di Iggy Pop “The idiot” con il titolo di ”Sister midnight”