giovedì, maggio 07, 2009
Punk in Lituania
Grazie all'aiuto del nostro corrispondente in Lituania apro una serie di articoli sul punk e affini nei paesi dell'est europeo.
A Partire dalla Lituania
Grazie Francesco di Marco alias Kevin Ciccio Mancuso (www.myspace.com/kevinmancuso)
Appunti per una storia del Punk nei Paesi Baltici. La Lituania.
ANTEFATTO NR.1
Ricordo ancora la prima volta che mi vestii da punk. Era la tarda pri-
mavera del 1985. Jeans stretti neanche troppo sdruciti, magliettina dei
Clash Sandinista appena comprata alla Fiera del Mediterraneo e
anfibi (...dei Carabinieri) acquistati ai Lattarini. A Palermo vigeva la
�emergenza anti-mafia�. Avete mai sentito parlare dei Falchi ?
Eranopraticamente poliziotti in borghese che giravano su moto tipo enduro per interventi rapidi.
Io ed il miocompare di allora (Fabio S. r.i.p.)giravamo sul suo Garelli tutto
sminchiato, quando verso il Massimo ci piombano addosso...i Falchi.
Ci sbattono sopra una macchina e spianano i ferri proprio davanti ai nostri nasi adolescenti.
Dopo un brevissimo controllo (la carta d'identita era praticamente appena stampata...)e senza nemmeno chiedere scusa, bofonchiando qualcosa
tipo:Cercavamo degli scippatori,se ne vanno, lasciandoci a dir poco traumatizzati. Cazzo...tutto avrei potuto immaginare fuorche i malacarne del Capo vestiti da PUNX...
ANTEFATTO NR.2
La prima volta che ho sentito parlare della Lituania è stato nel 1991. Era appena scattata l'operazione Desert Storm contro l'invasione del Kuwait da parte di Saddam. Fu una buona occasione per riesumare l'assopita Pantera con un bel corteo (adesso
non ricordo se era addirittura non autorizzato). All'altezza della Cattedrale si infiltra un gruppetto di fasci, guidati da un segaligno e baffuto figuro, che, col chiaro intento di provocare, manifestavano contro la brutale repressione sovietica nei confronti delle Repubbliche Baltiche le quali non molto tempo prima avevano dichiarato la ritrovata indipendenza. Inutile dire come questi furono allontanati. Chissà che faccia avrebbero fatto quegli stessi se avessero sentito i lituani accogliere gli Omen (cosi erano chiamate le forze anti-sommossa dell'Armata Rossa) al grido di Fascisti !...
Gli antefatti di cui sopra ci tornano utili a tracciare un parallelo tra
l'evoluzione del fenomeno punk nell'Italia meridionale e l'ex Unione Sovietica, prendendo ad esempio il caso specifico della Lituania.
Per quanto marginale, la sub-cultura punk (il cui evolversi nelle aree qui
citate ha avuto gli stessi tempi, vediil ritardo di circa 5 anni rispetto al
resto d'Europa) si è sempre manifestata come forma di auto-determinazione estetica (piuttosto che di auto-produzione, se parliamo dei manufatti� ad essa riconducibile,
cioè le fanzines ed i supporti fonografici, dischi o cassette che siano) di
certe fasce della societa giovanile,con suoi attributi specifici e partico-
lari.
In questa sede però, parleremo solo della Lituania, individuando
per grandi linee i due periodi storici principali: gli anni Ottanta fino
all'indipendenza ed i Novanta sino al giorno d'oggi.
GLI ANNI OTTANTA
Un personaggio chiave, Dovydas BluvsÌteinas (patron della Zona Records, forse la principale etichetta indipendente lituana, critico musicale e docente di Storia della Musica popolare contemporanea al Conservatorio, a suo tempo manager di alcuni dei gruppi storici della scena,nonchè organizzatore di eventi a dir poco storici,in epoca sovietica, quali i concerti di Sonic Youth,Billy Bragg, Sugarcubes con Bijork
alla voce...), ci aiuta a ricostruire le origini del fenomeno in quel di Vilnius.
Intorno al âl 77 mia mamma mi fece notare un trafiletto su giornale polacco che parlava del punk...
Il che purtroppo non curò la mia delusione nei confronti del rock, anche se gruppi come i Clash o gli Stranglers mi piacquero sin da subito. Passai decisamente al jazz.
Solo nel 1982 mi riusii, dopo inenarrabili peripezie, ad ottenere un disco dei
Joy Division. Dovete considerare che all'epoca era veramente un'impresa ottenere dischi dall'Ovest e chi ci riusciva era considerato dal
regime alla stessa stregua di un pericolosissimo sovversivo.
Dopo di che quelle poche copie giravano di mano in mano alimentando la circuitazione sotterranea.
Nel 1978 i Saules Laikrodis (Orologio Solare gruppo prog! )eseguivano dal vivo
No more heroes degli Stranglers.
E' quella forse la prima volta che ho sentito eseguire un brano punk dal vivo.
Ma il primo vero gruppo punk lituano in assoluto sono stati i WC,
formati nel 1984 da due noti punk cittadini, Varveklis (stalattite) e Atsuktuvas(cacciavite).
Questi, ovviamente, non sapevano nè suonare nè cantare e, spesso e volentieri...
nemmeno stare in piedi.
Dopo avere inciso circa 6 pezzi e fatto qualche decina di concerti si sciolsero.
Atsuktuvas raccolse cosi il testimone fondando gli Už Tėvinę ( Per la
patria-a parte il nenche troppo velato nazionalismo, in lituano è un modo di brindare oppure qualcosa di paragonabile a Viva il parroco! di Pizzuliana memoria). Nel frattempo, presso la Facoltà di Medicina spuntò anche il primo gruppo post-punk/new wave: i Sa-Sa.
Questi, utilizzando gli strumenti abbandonati sul palco dopo un concerto
di chissachi nel palazzo dei Sindacati, realizzarono un cult album,
Paskutine dainosa(Le ultime canzoni) e si sciolsero.
Rimasi talmente affascinato dai WC che, pur non avendoli mai ascoltati,decisi di organizzare loro un concerto insieme a qualche altro gruppo. Tutto ciò si svolse in una piccolissima saletta del Laboratorio di Radiologia della Facoltà di Fisica,inverno 85/86 circa.
Un giovane pirotecnico decise di accendere dei fuochi d’artificio...beh, forse
un po' troppi, tanto è che una serie di esplosioni portarono lo sparuto pubblico a sentirsi come...al fronte di guerra, mentre una ragazza finì
all'ospedale colpita dalle schegge in una...parte morbida del corpo.
Nonostante questo tutti rimasero per vedere la fine dell'esibizione dei
WC dall'unica cassa rimasta funzionante in tutto quel casino.... L'apice, e quindi il canto del cigno, della prima stagione punk lituana si avrà con il primo (ed unico)festival che si svolse nel cortile dell'Alumnato (oggi sede dell’Istituto Italiano di Cultura): i punk stavano pure sui tetti,da cui volavano fogli razziati
dagli schedari degli uffici che qualche buontempone aveva ben deciso di scassinare...
Bisognerebbe parlare adesso dei gruppi di ispirazione art, post-punk
o new wave come Foje, Kardiofonas, Bix e (soprattutto) gli Antis e di come questi abbiano influenzato a livello generazionale la transizione dal periodo Sovietico dell'era Gorbaciov all'indipendenza...ma non è questa la sede adatta.
Il tutto è ben documentato nel film culto di quella generazione KazÌŒkas Atsiti-
koâ( Qualcosa è™accaduto, regia di A.Pozdniakovas).
Peraltro la storia recente del rock lituano è assolutamente da associarsi al riveglio del sentimento nazionale a discapito dell'influenza culturale russofona, e
il punk non è stato del tutto estraneo a questo processo.
Ci illumina a tal proposito Domas KuncÌŒinas, agitatore culturale e voce dei Dr. Green, forse il gruppo ska-punk lituano più conosciuto all'estero: I punx sono stati forse i primi ad esibire nel vestiario il tricolore (giallo, vede,rosso) o altri attributi simbolici storici della Lituania, ma la maggior parte erano di idee anarchiche o assolutamente apolitici.E' evidente che l'ostentazione di simboli nazionalistici, soprattutto a metà anni 80, era un modo di rompere il cazzo alle autorità sovietiche;
ma quando il movimento per l'indipendenza cominciò a diventare di massa, la
scena progressivamente abbandonò tali posizioni.
Ma il dispiegarsi dialettico della retorica punk (per usare una terminologia cara a Stewart Home...chi non lo conosce si procuri i suoi testi n.d.r.)in Lituania
aveva bisogno di questo contesto(il nazionalismo, appunto), in mancan-
za di una vera e propria coscienza di classe.
GLI ANNI NOVANTA
Le cose cambiano con l'avvento dell'indipendenza, quando alcuni nuovi gruppi irrompono sulla scena, mentre i vecchi esponenti vengono assorbiti nell'establishment.
Parliamo di bands come Erkė maiše (Zecche nel sacco) a Vilnius, a Kaunas i 33% kiaulių pakeliui į Vatikaną(33% di maiali per strada al Vaticano), TurboReanimacija(forse quelli che hanno inciso il maggior numero di lp, veri iniziatori del discorso hard-core in Lituania), SKAT, Dustas-nuodai, Pilk, Marihuana, SC, Invazija, WC News.
Il bersaglio si sposta sulla nuova società lituana e la sua classe politica, colpevole di aver traghettato il paese in una transizione economica senza solide basi
e fondamentalmente basata su bolle speculative i cui nefasti risultati si stanno ben vedendo in questi giorni.
Prendendo consapevolezza di ciò i nuovi punx si orientano progressivamente su posizioni DIY.
Il che comporta sicuramente una forma di separatismo dal resto della scena
musicale, artistica e culturale nazionale, ma, allo stesso tempo un'omologazione alle forme estetiche del punk vigenti a livello internazionale e una minore pericolosità sociale.
Di nuovo Domas: Dovette passare del tempo perchè dall'attitudine
destroy si passasse ad un atteggiamento più costruttivo.
Sono ancora sconvolto al ricordo di un piccolo festival che si svolse in provincia, a
Varenai: diverse centinaia di punx da tutta la Lituania si raccolsero in
quella cittadina, cominciando a saccheggiare le case ed i negozi, complice l'alcool. La polizia locale chiamò i rinforzi e solo in assetto anti-sommossa, accompagnandoci per la strada principale del paese sino alla
stazioncina, circondati da tutti i lati,riuscirono a caricarci TUTTI sul treno.
Io ero totalmente sbronzo e avevo la faccia piena di sangue dopo la
pogata...mi sono addormentato sul portabagagli!
Gli agurkai ( cetrioli,così vengono chiamati i poliziotti, per via delle divise verdi) non sono mai stati così aggressivi come i miliziani sovietici.
Per 5 anni abbiamo autogestito un posto senza mai avere alcun problema...Intorno al 2000 l'azione politica si concentra attorno alle iniziative anti-NATO, ma purtroppo l'esito fu solo qualche sparuto picchetto.
Oggi come oggi la maggior parte degli appartenenti alla scena sono nel movimento Cri-tical Mass. Anche la scena delle fanzines subisce una mutazione rispetto agli anni 80, indirizzandosi verso una maggiore professionalità.
Da Koks nors kelias (Una strada qualsiasi da Kaunas), passando per Provincija, Ar plaunate kojines? (Vi lavate le calze ?), Raganos ir alus (Le streghe e la birra che nomi ste fanze, eh...? n.d.r.), fino alla mutazione definitiva rappresentata da
Kablys ( Il gancio – nome anche di uno storico squat di Vilnius), stampata semi-professionalmente, tiratura fino a 500 copie, con cd omaggio, oggi web-zine, etichetta e distribuzione di materiale punk-h.c., non solo lituano.
Insomma...ne è passato di tempo da quando l'iconografia (incarnata nell'immaginario colletivo punk lituano da gruppi assolutamente estetici, come i Sex Pistols ogli Exploited) aveva il sopravvento sul contenuto. Al giorno d'oggi, ad esempio, pur non essendoci centri occupati (almeno non...ufficialmen-
te) abbiamo dei club legali ( Muse) e addirittura una radio, Start FM, dove la totalità della programmazione è dedicata alla musica alternativa, segno di un definitivamente conquistato pragmatismo.
La nuova scena punk lituana d'altronde,per quanto viva un periodo di stasi che non sta producendo grandi cose a livello di gruppi nuovi, è abbastanza affermata anche all'estero e raccoglie gruppi musicali delle più svariate tendenze.
Ed in genere le bands si sono moltiplicate.
Mi limiterò, per ragioni di spazio, a menzionarne alcune particolarmente degne
di nota: oltre ai già citati Dr. Green, attualmente fermi, esiste tutta una
schiera di seguaci dello ska-punk; Toro Bravo ( Oi!-Street punk ), Bora( hard-core ), Zimbabwe ( riot girr-rls), Spichki ( folk-punk cantato in russo).
Quasi tutti i gruppi, singoli personaggi o situazioni sono rintracciabili sul web, spesso e volentieri anche in inglese.
Mi limiterò a segnalarvi alcuni link, ricchi di ulteriori informazioni nonchè mp3 gratuiti: su tutti il portale http://www.hardcore.lt , sito-agenda-archivio del
movimento dove èpossibile trovare anche del materiale retrospettivo.
Connesso a questo, troverete http://www.kablys.hardcore.lt, nonchè le pagine
di molti dei gruppi citati, vecchi e nuovi.
Sempre per ovvie ragioni di spazio non riporteroò fonti, bibliografiche o discografiche che siano:
in realtà stiamo cercando già da tempo di raccogliere del materiale il cui fine
vorrebbe essere critico musicale, sociologico nonchè...letterario.
Allora sarà il caso di annoiarvi con del sano (...e saccente) completismo.
Interessante,però anche qui lo stesso problema tecnico che ti segnalavo,ricordi?
RispondiEliminaLo sto lentamente correggendo
RispondiEliminaE' un copia incolla da un suo scritto...ce la farò !
La stessa cosa è successa con il mio pezzo sulla psichedelia italiana,ma da cosa dipende?Non incolla gli accenti?
RispondiEliminano dei problemi di compatibilità con certi scritti
RispondiEliminaMa ho rimediato
Bellissimo articolo, interessante e strano
RispondiEliminaursus
RispondiEliminaun bel post su baget Bozzo?
RispondiEliminaC
No,per favore...
RispondiEliminaò stronzo ma non ho prprio pianto..anzi....un po' il contrario.
RispondiEliminae adesso se la vede con il suo dio...mo' so cazzi
il peggio del peggio
RispondiEliminaC
In confronto Torquemada era un progressista...si dice "Sono sempre i migliori che se ne vanno" ma in questo caso no.
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