martedì, novembre 18, 2008

Mod Rock 1979







Di suoni MOD in questo blog se ne è sempre parlato, anzi, molto spesso (vedi in particolare il post del 27 marzo 2008).

Nello specifico approfondisco in questo nuovo post la SCENA MOD ROCK 1979 (già abbiamo parlato di altre "scene", il Paisley Undeground il 15 maggio 2008 e il Canterbury Sound il 4 settembre 2008), ovvero della miriade di bands nate a cavallo tra il 1978 e il 1979 e che abbracciarono il SUONO MOD , sull' onda del successo mediatico del film "Quadrophenia" e de iprimi successi dei JAM, che il mod sound lo iniziarono nel 1977 con l'album "In the city".

La maggior parte scomparve poco dopo, con brevi sprazzi di popolarità, alcuni proseguirono con scarsi risultati, di altre troviamo ancora profonde tracce.
Numerosi i nomi che saltarono nella moda del momento.
Da quasi 30 anni comunque decine di bands continuano a prendere quei suoni, quei testi e quei giorni, come principali riferimenti per la loro musica.

Il MOD ROCK si può sintetizzare in due filoni principali:
quello più duro, derivativo dal punk (primi Jam, Chords, Purple Hearts, Jolt, Long Tall Shorty) e quello più vicino a suggestioni 60's pop e soul/rythm & blues (Secret Affair, Merton Parkas, Lambrettas, Squire).

E altrettanto sinteticamente si può individuarne l'inizio con i primi due album dei Jam e la fine con "All mod cons", sempre di Weller e soci, e il terzo dei Secret Affair "Business as usual", quando il suono si indirizzò verso altri lidi e contaminazioni.

MOD ROCK 1979. L'ESSENZIALE

JAM "In the city"
JAM "This is modern world"
JAM "All mod cons"
Tre classici che testimoniano il passaggio dal furore iniziale alla prima maturità di Weller
SECRET AFFAIR "Glory Boys"
Classico caratterizzato da un mix PERFETTO di mod rock e soul
SECRET AFFAIR "Business as usual"
Eccellente svolta pop beat dop il trasnitorio secondo album più orchestrale
CHORDS "So Far away"
Eccellente mod rock, duro, tirato, preciso, con grandi melodie. Potevano essere più famosi dei Jam.
MERTON PARKAS "A face in the crowd"
Pop mod, un po' incerto a tratti, ma significativo di una tendenza del mod sound
LAMBRETTAS "Beat boys in the jet age"
Classica band che è saltata nella moda del momento, ma l'album è ottimo, pur se molto pop.
PURPLE HEARTSS "Beat that!"
Venivano dal punk rock e si sente
JOLT "The Jolt"
Poco conosciuti, ma l'album d'esordio e l'ep "Maybe tonight" sono pura eccellenza in stile Jam
LONG TALL SHORTY "1970's boy"
Già conosciuti come Indicators, una storia travagliata, suoni duri e minimali, ma grandi songs
SQUIRE Hits From 3,000 Years Ago"
"Get smart" del 1983 è il miglior album ma in questa compilation ci sono i primi singoli della mod era. Beatlesiani e pop.
AA.VV. "Mods Mayday"
Live con Secret Affair, Beggar, Mods, Squire, Small Hours e Merton Parkas. Un documento.

Da citare della sscena anche :
BACK TO ZERO , CIRCLES, SMALL HOURS , TEENBEATS, MODS, CROOKS, BEGGAR , SHAPES, REACTION, DONKEYS, SPEEDBALL, FIXATIONS, SCOOTERS, VESPAS, INDICATORS (poi Long Tall Shorty) , LOW NUMBERS , STRANGEAWAYS e marginalmente i VAPORS

Nelle foto, vari shots d'epoca, tra cui il neo mod, all'epoca, autore del post, a Parigi nel 1978....

28 commenti:

  1. Jolt: Maybe TONIGHT..non tomorrow (Chords)

    Bonzo

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  2. guaaarda!!! c'e' BONZO!!
    BONZOOOO! BONZOOO!!!

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  3. Bastardi !
    Non me ne fate scappare una!

    Bonzoooo Bonzoooo !
    Bonzoooooo ! Vaffanculoooooooooooooooooooo

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  4. Sono passato per segnalare questo: http://www.cracked.com/article_16761_15-worst-album-covers-all-time.html di cui si era parlato poco tempo fa e guarda che bel post ti trovo.
    Secondo me piu' che un discorso di album, per il "Mod '79", piu' forse che per altri generi, sottogeneri ecc ecc, il discorso e' forse piu' sui singoli che sugli album. Tutta l'energia tipica di questo genere che si esprime in 3 minuti o giu' di li, diluita in un album spesso si perde...
    Parlando di "singoloni" in questo senso credo che le scelte in un certo senso "debbano" cadere su Opening Up (Circles, con un B-side eccezionale anche quello, Billy (Tony, bella questa: classifica dei B-sides!)), Maybe Tomorrow (Chords, bellissima anche la cover di She Said, She Said dei Beatles), Time for Action (Secret Affair), Turning Japanese (Vapors) e pezzi del genere, potenti, immediati...

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  5. Bravo Matteo !
    Una bella list delle migliori B SIDES !

    Ci sono gioielli inestimabili in effetti nelle bsides.
    CI PENSO

    E hai ragione sulla peculiarità (comune peraltro anche al punk ovviamente e al 60's beat) del singolo rispetto all'album per un certo tipo di genere

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  6. mi ricordo che quando uscì l'album dei purple hearts non ne fui molto impressionato... da un lato leggendo ai tempi 'maximum speed' vedevo come i miei coetanei inglesi mod più radicali li incensavano al pari di chords, back to zero e secret affair mentre consideravano "plastic mods" bands come i lambrettas ed i merton parkas, per non parlare dei crooks che erano proprio trattati a pesci in faccia dalle 'facce' (faces) per la loro derivazione pub. da un lato appunto questo, ma dall'altro a me i lambrettas piacevano molto, anche i m.parkas.

    sono assolutamente daccordo con matteo sul discorso dei singoli.

    i secret affair (oltre i jam ovviamente) hanno albums, tutti e tre, che 'sopportano il test del tempo' (come dicono gli inglesi), perchè univano abilità compositiva, grinta e produzione.

    gli altri albums un po meno, anche se i chords sono i chords, e "get smart" degli squire è un piccolo capolavoro pop, ma già uscito più avanti per essere considerato 79. ricordo che lo comprai da carù insieme con il singolo degli smiths "this charming man" appena uscito, quindi probabilmente/esattamente 25 anni fa (cazzo!), questo per dire che era già un'altra era...

    buona giornata F

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  7. Infatti il discorso "prova dl tempo" regge per pochi in questo caso.
    Personalmente, Jam a parte, trovo ancora molto freschi Secret Affair e Chords, tremendamente datati Purple Hearts, Lambrettas, Merton Parkas ad esempio.

    Sono sempre ascolti emozionanti ma sanno di "tanto tempo fa"

    In effetti per i Purple hearts ho provato la stessa sensazione quando comprai "Beat that"

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  8. Tony, ammetto di non aver comprato il tuo libro (dove magari c'era scritto)... ma tu come sei diventato -o scoperto come dicono alcuni- mod ? Visto che all'arrivo del revival lo eri già...

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  9. Yes nel libro c'è scritto ( si trova ancora eh...corri a prenderlo ! Io ci guadagno 60 cent a copia, mica cazzi)

    ma siccome sono buono ti riporto il capitolo in cui se ne parla

    Glory Boys

    Con tutte le comodità che offriva il punk mi andai a scegliere qualcosa che letteralmente non c’era.
    Non solo in Italia ma un po ‘dappertutto.
    Voglio dire , il punk rimase per lungo tempo , soprattutto da noi , qualcosa di assolutamente sotterraneo , per pochi iniziati ed appassionati.
    Ma poco dopo , bene o male , c’erano dischi , fanzines , se ne parlava , c’erano riferimenti musicali ben chiari , soprattutto c’era una scena attuale che da Londra a New York dava chiari segni di vita.
    Ma dei mods nessuno sapeva nulla.
    Per gli inglesi bene o male era qualcosa di particolarmente passato , ai limiti dell’archeologia , ma una traccia e anche profonda l’aveva lasciata , ma nel 1978 la parola mod voleva dire ben poco e per ben pochi.

    A me il punk con tutta la carica tremendamente innovativa e sovversiva , eccitava ed attirava tantissimo , ma già dagli inizi c’era un vago sentore di “moda” , di “omologazione” , di regola e di un eccesso ostentato che mi sembrava un po’ fine a sé stesso e poco genuino.
    Così cercai ancora più a fondo.
    Avevo da un po ‘comprato e mi ero entusiasmato per l’album “Quadrophenia” degli Who dove si narrava e nel booklet interno al disco c’erano anche un po’ di foto esplicative in tal senso , della storia di un mod.
    E di questi fantomatici mods si intuivano vagamente i contorni , leggendo i testi , guardando l’abbigliamento nelle foto , traducendo la storia nel booklet.
    Se ne parlava spesso , anche se in maniera troppo sbrigativa, nelle biografie di Who e Small Faces sulle varie enciclopedie del rock o nei rari articoli sulle poche riviste di settore che incominciavo a leggere avidamente (nota bene: nessun internet , google o myspace ai tempi)
    Ma leggere di mods su “Muzak” o “Gong” , peggio ancora il “Ciao 2001” era cosa ardua.
    Più facile trovare interviste ad Antonello Venditti , Soft Machine e Henry Cow.
    E intanto vennero i Jam.
    “In the city” , “This is modern world” avevano foto che rimandavano direttamente alla cultura mod , le scarse immagini della band che arrivavano erano un buon spunto estetico da unire con quello degli Who degli esordi.
    Ne feci un confuso sunto e decisi che ero un mod , questo un anno abbondante prima che il film “Quadrophenia” desse il via al mod revival.
    Ogni occasione era buona per arricchire la mia conoscenza della cultura mod..
    Un ritaglio di giornale , un film o un filmato d’epoca alla televisione , una foto dei primi Kinks , una compilation sugli anni 60 con il primo David Bowie.
    Ogni fonte veniva accuratamente esaminata ,studiata , per scovare un particolare in più che mi permettesse di arricchire il mio “bagaglio mod”.
    Alla fine riuscii a mettere insieme sufficienti tasselli per formare un mosaico abbastanza attendibile e cool da potermi definire senza tema di smentita un mod a tutti gli effetti.
    Già che c’ero mi ribattezzai Tony Face. Nel gergo mod dei 60’s le Faces erano i mods più in vista , le guide , i “capi”.
    Visto che , bene o male , c’ero solo io , tanto valeva fare subito il capo.

    Noi eravamo molto seri , profondamente seri , coerenti allo stremo.
    Ogni cosa era seria , non ci si poteva scherzare.
    E se non sentivo che il punk potesse aderire alla mia etica post adolescenziale , niente da fare , non potevo essere un punk , ma DOVEVO essere qualcosaltro , che non mi facesse barare , essere disonesto con me stesso e gli altri.
    E così non potei fare a meno di essere un mod ( con il passare del tempo il papà dei mods per la precisione , a breve il nonno….)






    E siccome non c’era nessun altro o i pochi altri erano sparsi , solitari in posti sconosciuti dell’amena penisola , la scena italiana io pensai bene di crearla ed organizzarla.
    Una fanzine , “Faces” , che raccoglieva tutto quanto potesse essere ascrivibile al mod , ma soprattutto interminabili serate o nottate trascorse a scrivere lettere a destra e a sinistra ad ogni indirizzo italiano o straniero riconducibile seppur vagamente a qualcosa che avesse a che fare con il mod.
    Qualche risposta , inizio di contatti , l’invio della mia fanzine , un quadernone con tutti gli indirizzi.
    Indicazioni.
    Qualcuno passava per Piacenza , una telefonata .
    Un incontro fortuito per strada.
    “Ma se sei di Reggio conosci quello di Modena ? Ti lascio il suo indirizzo , poi ci vediamo tutti e tre a Parma un giorno che ce n’è un altro “
    Poi “Quadrophenia” al cinema , sui giornali , il mod revival , era fatta…..

    Personalmente continuai a darmi da fare per organizzare la “scena”.
    La fanzine “Faces” prese ad avere uscite più regolari , si arricchì di interviste , recensioni , collaboratori.
    Organizzai qualche serata al “Pluto” di Piacenza con concerti e soprattutto musica da ballare ed ascoltare prima e dopo , inserendo suoni che non erano esclusivamente Who e Jam o latre bands del mod revival , ma pescando nel soul , nel rythm and blues (qualcosa di Ray Charles , Aretha Franklin , Otis Redding , James Brown , Sam and Dave si trovava) , addirittura nel jazz (modern jazz , cool jazz dei 60’s , Jimmy Smith , il primo Herbie Hancock) , più ascoltabile e ballabile.
    Girando la provincia si trovavano ancora negozi di elettrodomestici che conservavano , in polverosi retri , scatoloni di 45 giri che fino a dieci anni prima si vendevano insieme ai mangiadischi.
    Trovai gioielli di inestimabile valore , oscure bands di rythm and blues , singoli di beat italiano , solisti soul a pochissime lire , con i negozianti raggianti di potersi liberare di quell’anticaglia invendibile.
    Dopo un po’ arrivò il collezionismo , i prezzi salirono alle stelle e ancora una volta il “mercato” si mangiò tutto.
    Feci ancora in tempo a sbarcare a Londra a Camden Town e nel mercato delle pulci di Parigi a saccheggiare ogni ben di dio a pochi denari.
    Tornando da Londra i doganieri non volevano credere che quella valigia stracolma di vinile fosse personale e che non fossi invece un negoziante di dischi senza fatture e bolle di accompagnamento.
    Alla fine mi lasciarono passare con molte difficoltà e poco persuasi.
    Nel 1984 con Davide fondai la DTK , una “società mod” che si sarebbe occupata per circa tre anni di tutto ciò che era mod in Italia.
    Stampammo un bollettino rigorosamente mensile e gratuito , con tutte le news su serate , concerti , nuove fanzines , recensioni , novità , indirizzi , riferimenti alle scene locali.
    Organizzammo concerti , serate , raduni , tour di bands straniere , stampammo il primo 45 giri degli Statuto.
    La DTK contribuì a saldare e far crescere la scena mod in Italia in modo organizzato , quasi “aziendale”
    Dopo un po’ lasciammo il tutto in mano a degne mani , Oskar degli Statuto in particolare , e dopo oltre vent’anni la storia continua…..

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  10. Grazie mille Tony (ti devo 60 centesimi!), al di là delle difficoltà logistiche sembra tutto più bello di oggi, quando paradossalmente si può avere tutto e subito.

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  11. concordo sul "test del tempo" ma dei gruppi e brani relativi sono afezioato molto molto..
    ovviamente concordo anche con BONZO!!
    C

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  12. Secondo me non è più bello o più brutto, è semplicemente DIVERSO, tremendamente diverso.

    Allora era più puro e pionieristico, ma ero anche giovanissimo.
    Ogni cosa era una scoperta graduale.
    ora con un clic su Google sai tutto di tutto e di tutti (vedi Facebook , My Space etc).
    Di ogni disco o di ogni gruppo puoi sapere tutto, di ogni "scena", movimento o altro puoi avere qualsiasi tipo di informazione in tempo reale.

    E' TOTALMENTE DIVERSO, ma non so quanto meglio o peggio

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  13. p.s: io comunque il libro l'ho cercato a Modena, Reggio e Bologna (il triangolo rosso?) e non si trova mai, devo ordinarlo e me lo regalo per natale !!

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  14. Meglio, peggio, e' un bel dubbio.. Da un lato penso a quanta meno musica conoscerei senza internet, quanti meno film avrei visto, ma dall'altro lato mi rendo conto che non c'e' la "frenesia da scoperta".. ricordo una volta in cui su WinMX avevo trovato un utente che aveva una collezione assurda di mp3 di beat italiano. Scaricata in buona parte ("Ehi ma perche' ami il gatto piu' di me" e chicche di questo tipo) e poi mai piu' ritrovata, poi i dischi fissi si cambiano e i file si perdono... Ma lo scoprire un negozio di dischi mi fa ancora un certo effetto. Certo, compro su ebay, guardo video (e ascolto northern soul) su youtube e cazzi vari (si puo' dire, vero?) ma credo si essere in una generazione (25 presto) che non e' proprio "cresciuta" con pc e playstation. Da piccolo dovevo chiedere se potevo giocare al Mega Drive (e prima ancora l'Atari 2600), ora i teenager in Canada scappano di casa perche' i genitori gli confiscano (disgraziati!) l' Xbox e si fanno ammazzare.. Ringrazio di non essere nato 6-7 anni dopo...

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  15. Il libro si trova con un po' di difficoltà ma se lo ordini ti arriva.
    grazie cmq per l'interessamento

    Per Matteo:
    il fatto è che internet ha cambiato in pochissimo tempo quello che per decenni era uno status quo.

    Quando faccio i miei resoconti mensili, il 90% dei dischi che segnalo lo ascolto da internet.
    Difficilmente avrei scoperto certe bands (se non mesi o anni dopo come capitava ai tempi).

    I tempi erano più dilatati.
    Sapevi che usciva il tal disco e mettevi in preventivo di ascoltarlo tra un mese.
    Adesso esce il disco e quindici giorni prima puoi già ascoltarlo per intero.
    Spesso con il risultato di ascoltarlo frettolosamente o superficialmente.

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  16. Credo che internet sia un mezzo straordinario di comunicazione e informazione...purtroppo non esisteva nei momenti maggiormente creativi e in qualche modo rivoluzionari della storia recente:non esisteva nei '60,quando l'immaginazione poteva andare al potere ma mancavano i mezzi e le possibilità odierne,non esisteva nei tardi'70s quando sembrava che il punk e i suoi derivati avrebbero spazzato via tutto il vecchio marciume del perbenismo.
    Oggi ci sono i mezzi,forse persino troppi,ma non c'è altrettanto entusiasmo...i motivi possono essere vari,ma alla base c'è che dall'era di Reagan/Tatcher/Craxi/Berlusconi in poi tutta la cultura si è appiattita sul facile consumo,sul mercato a tutti i costi.
    Io nel 1979,dopo una settimana a Londra in cui già constatai una certa decadenza che stava cominciando(boutique punk,fighetti travestiti da rockettari ecc.)partii per il servizio militare e dato che ero in Friuli visitavo spesso la sede del "Great complotto" a Pordenone:l'atmosfera era molto libera,senza nessuna rivalità tra i gruppi,mods o punks praticamente erano la stessa cosa,magari il look era molto improvvisato ma la creatività viaggiava nella dimensione giusta.
    Poi negli anni 80 qualche giornalista di quart'ordine ha tirato su tutto il discorso sulle "bande giovanili" ed è cominciato un sistema di esteriorità finta e superficiale che non mi interessava già per nulla,da qui ho cominciato a fregarmene delle etichette e ad andarmene per la mia strada,qualcuno probabilmente lo ha scambiato per un atteggiamento snobistico ma chi se ne frega.
    Le nuove generazioni hanno un sacco di vantaggi,ma devono stare molto attenti alle sirene del conformismo,se non vogliono farsi fregare...noi abbiamo l'arma dei blog,dei forum ecc...ma dall'altra parte della barricata c'è la televisione,tubo catodico droga ultra-pesante che reca assuefazione e morte.

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  17. Bellissimo post, Tony!
    La mia mod band preferita del '79 sono i JOLT: li trovo grandiosi, freschissimi e assolutamte eccitanti.

    Quanto alla tua foto da "young mod"...non so perchè ma mi è venuta in mente una frase dei CCCP: "Eri così carino, eri così carino, pigro di testa e ben vestito...."

    :-)

    Roberto
    http://robertocalabro.blogspot.com/

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  18. pigro di testa no...anzi , al contrario la mia testa era un magma che voleva ascoltare i Clash e i Jam, facendo il mod, restando in Lotta Continua, cercando di giustificare le Brigate Rosse (ma non riuscendoci) che uccidevano Moro, scappando dei fasci che mi davano del rosso (perchè il parka o simile era come l'eskimo dei compagni) e i compagni che mi davano del fascio perchè giravo con i punks vestiti di nero (e quindi fasci e poi Sid Vicious che ha la svastica e quindi i punks sono fasci).

    Un'esplosione di neuroni (e ormoni e testosterone devo dire...a 17 anni...che l'Aids non si sapeva cos'era)

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  19. Un piccolo mistero

    La foto è della primavera del 1978
    Viaggio liceale a Parigi

    Le due spille che ho sul giubbotto verde simil parka sono degli WHO l'una e un'altra con la bandiera inglese e la scritta "Mods are back".

    Come si conciliano la scritta "mods are back" con la data (1978) ?
    Non ricordo assolutamente dove ho preso quella spilla ma ce l'ho ancora

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  20. a me piaccioni i V.I.P.' s
    I loro singoli sono fantastici

    http://punkmodpop.free.fr/vips_pic.htm


    bye
    Jeffrey

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  21. Infatti "pigro di testa" non è appropriato, lo so bene.
    Ma a vedere quella foto mi è venuta subito in testa quel ritornello dei CCCP... forse perchè eri giovane e ben vestito (da vero mod!).

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  22. Incredibile. Anche io conservo ancora le "spillette" dell'epoca (1979/1980, nel mio caso). Durante il mio recente trasloco le ho ritrovate e mi sono allibito nel vedere la diversità di stili: Spillette di: Jam, Cure, Josef K., Joy Division, Clash, Killing Joke oltre a generiche MOD, Punk e con varie scritte (tipo PISS OFF e affini). Una varietà di generi simile oggi sarebbe impossibile!
    Erano tempi splendidi per me perché, come dice Tony, corrispondono al periodo di grande scoperta, coadiuvato da un'enorme offerta. Oggi è diverso ed è vero: l'internet ci da la possibilità di sentire tutto subito e forse questo ne sminuisce la profondità... Però sono sicuro che i giovani sanno districarsi in tutto ciò molto meglio di noi. LORO sono nati con tutto questo e noi abbiamo solo un po' di difficoltà in più. Siamo troppo legati ai nostri stilemi. Ci manca il negozietto di dischi e ci manca il passa parola del tipo "senti questi!".
    Per quel poco che possiamo ce lo teniamo stretto ed infatti riempiamo i blog di "senti questi!", creando una piccola nicchia di "Vecchi Giovani" (come li definiva il mio amico Steve Benaglia) che sopravvivono alla sopraffazione dl tempo che passa.
    :-)

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  23. Verissimo Jo
    La nostra è stata una delle ultime generazioni in cui la divisione tra giovani, adulti e vecchi era ancora decisamente marcata.

    Ad una certa età "certe cose" non si facevano.

    Basti pensare a noi giovani che consideravamo vecchi finiti e rincoglioniti (alla fine dei 70's) gruppi come Stones, Who o Beatles ma che allora avevano poco più di trent'anni !!!!!

    Ora la società occidentale è cambiata radicalmente e chi come me vede ormai prossimi i 50 anni non si fa alcun problema a vestire in un certo modo, suonare in giro etc etc.

    E' normale vedere qualcuno vicino ai 50 suonare con ragazzini che potrebbero essere tranquillamente i figli.

    IMPENSABILE 30 anni fa.

    D'accordo anche sulle spillette.
    Io ho tutto lo scibile MOD ma anche 999, Stranglers, Stray Cats e poi quelle autocostruite (le faceva il bassista dei Not Moving, Dany), come "Kill me" e quella degli Screamers, misconosciuto gruppo electro punk dei tardi 70's

    EVVIVA I VECCHI GIOVANI (meglio dei giovani vecchi di cui è pieno il mondo)

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  24. Io avevo mio fratello che all'epoca,insieme alla sua prima moglie,fabbricava spillette...difatti si fecero alcune stagioni al mare,in Liguria,con la bancarella(1980 circa)per cui di autoprodotte ne avevo parecchie,anche una dei NO STRANI che non so che fine abbia fatto.
    In compenso io mi disegnavo anche le magliette,manualmente con gli acrilici...nell'82 giravo con una maglietta autoprodotta dei CRAMPS,che per combinazione indossai ad un concerto dei Not moving allo 011(un locale in via Sacchi,vicino Porta nuova)e fu per via di questa maglietta che ci conoscemmo con Tony e soci,infatti ne spedii un altra pochi giorni dopo a voi,con lo stesso disegno.
    La maglietta esiste ancora?
    Se si sarebbe una reliquia!

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  25. Può darsi....ci devo guardare.
    nei miei ormai proverbiali scatoloni c'è di tutto tra fanzines, volantini etc etc e ci può essere anche la maglietta.
    Ci guarderò

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  26. “Vecchi Giovani” (parole e musica: Stefano Benati)
    Band: Le Madri della Psicanalisi.

    Testo:

    E’ ora che i vecchi giovani lascino il posto ai nuovi giovani
    Evviva la crisi del sistema, evviva la libertà
    E’ ora che il tuo disastro sia un disastro collettivo
    Lasciaci bruciare le speranze per un mondo migliore

    Ora io so che c’è un futuro per le generazioni in crisi
    Crolla il nucleo famigliare e cresce la borsa valori
    Noi siamo qui per l’ingerenza, per la sopraffazione dei più forti

    E’ ora che i vecchi giovani lascino il posto ai nuovi giovani


    Mamma vuol bene al suo papà, al figlio i biscotti avvelenati
    Crolla il sistema dei valori ed il prezzo delle auto usate
    Noi siamo qui per l’emozione di una catastrofe in diretta

    E’ ora che i vecchi giovani lascino il posto ai nuovi giovani


    Line Up:

    Voce: Joyello
    Chitarra: Steve Benaglia, Santi Bailor
    Basso: Jaco Pastrengo
    Batteria: Baby Herman


    Registrato in concerto @TENAX, Firenze. 12 gennaio 1996

    mp3 download legale:
    http://www.joyello.net/mp3/vecchi-giovani.mp3

    © Proprietà Joyello Triolo. A Creative Commons Licence

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