Anni fa uscì un triplo vinile raccolto in uno splendido cofanetto , corredato da tre libretti con testi in inglese e tradotti in italiano , ricchissimi di note , che racchiudeva una serie di registrazioni effettuate nelle carceri nere americane .
Il cofanetto si chiamava "Black convict's songs - Worksongs and blues" e conteneva le registrazioni fatte da Alan Lomax in Mississipi nel 1947 , da Harry Oster in Lousiana nel 1959 e da Bruce Jackson in Texas nel 1965.
Non ci sono bluesman "di professione" ma solo carcerati neri che subivano soprusi di ogni tipo a causa del colore della pelle e che in queste preziosissime testimonianze cantavano attraverso il blues e il gospel la loro sofferenza.
Sono brani di un'intensità estrema che vanno ben oltre quello che si può provare all'ascolto di Robert Johnson , di Leadbelly o dei primi John Lee Hooker , Muddy Waters o Brownie Mc Ghee.
Questo è IL BLUES dei carcerati registrato (nel caso di Alan Lomax , uno dei più grandi ricercatori di musica tradizionale americana , con uno dei primi registratori portatili in assoluto) in carcere da persone anonime.
Il cofanetto è ormai introvabile ma sul sito www.rounderstore.com si trovano i CD separati.
Questo è uno dei punti cardinali del blues e della musica moderna.
Molto brani sono scanditi dalla sola voce accompagnata dal battito di mani o del piccone o di un barattolo.
EXTREME !
compliments
RispondiElimina+belal rescensione
mi sa che mi approprio, previa tua autorizzazione, del tuo post precedente
ciao stef
rocktime.splinder.com
assolutamente d'accordo amico della rete.... sono entrato in possesso del suddetto triplo vinile poche settimane fa e devo dire che il semplice cantare e battere le mani (o le catene?...) registrato sui solchi di questi vinili rende pienamente tutta la potenza e disperazione di quegli esseri umani- in quella condizione- molto più di tante altre registrazioni di celebri bluesman...
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