giovedì, ottobre 13, 2005
La Kabardino Balkaria
Gli eventi che stanno accadendo in queste ore
in Russia ci permettono un altro viaggio in un luogo "estremo" dopo la Transnistria e il Somaliland
Repubblica autonoma (12.500 km2, 760.000 ab., capoluogo Nalčik) tra il crinale del Caucaso e il bassopiano caspico. Il territorio è diviso in due zone: la Balcaria, a sud, e la Cabardia, a nord. Agricoltura (mais, frutta), allevamento bovino e ovino.
da www.peacereporter.net
In Cabardino-Balcaria è attivo da due anni il gruppo armato islamico Yarmuk, che già lo scorso dicembre assaltò gli uffici della polizia anti-droga di Nalchik. In quell’azione i guerriglieri uccisero quattro agenti e sottrassero dall’armeria un'ottantina di fucili mitragliatori, centottanta pistole e molte casse di munizioni, prima di dare alle fiamme l'edificio.
In quell’occasione il gruppo rivendicò l’azione con un comunicato in cui si affermava: "Non è un segreto che il commercio della droga nella nostra repubblica sia gestito, non combattuto, dall’amministrazione locale con la copertura dei servizi segreti russi. Quest’attività criminale sta favorendo la tossicodipendenza tra la nostra gente. E soprattutto tra i nostri giovani. Per la sharìa i trafficanti di droga vanno puniti con la pena di morte".
L'origine del nome Yarmuk. Yarmuk è il nome di un fiume, affluente del Giordano, che divide la Siria dalla Giordania. Per i musulmani questo nome evoca una battaglia che tredici secoli fa fu decisiva per l'espansione dell’Islam in Medioriente. Il 30 agosto dell’anno 636 d.C., infatti, le armate arabe, approfittando di una tempesta di sabbia, passarono il fiume Yarmuk travolgendo l'esercito bizantino dell'imperatore Teodoro, conquistando la Siria e aprendosi la strada per la conquista della Palestina, che sarebbe avvenuta quattro anni più tardi.
Jihad dall'agosto 2003.
Questo gruppo aveva annunciato nell’agosto 2003 l'inizio della jihad contro il "tirannico e corrotto regime fantoccio" della Cabardino-Balcaria accusandolo di essere nient’altro che un'organizzazione che "opprime, intimidisce e sfrutta la popolazione per i propri interessi criminali", facendo crescere "povertà, disoccupazione, alcolismo, tossicodipendenza, criminalità, prostituzione e depravazione" nella repubblica, e portando avanti una brutale politica di repressione della religione islamica, con la persecuzione poliziesca dei fedeli islamici e con la chiusura delle moschee.
Reazione alla repressione.
Un quadro, purtroppo, non distante dalla drammatica realtà socio-economica della Cabardino-Balcaria, dove i giovani disoccupati che non si danno alla droga e all'alcol diventano facile preda della crescente propaganda del radicalismo islamico di matrice wahabita. Un radicalismo estraneo alla tradizione sufi e moderata dell’Islam caucasico, ma sempre più diffuso tra le nuove generazioni afflitte dalla povertà. Un fenomeno al quale le autorità locali, su ordine di Mosca, reagiscono solo con una repressione durissima che non ha altro effetto se non quello di alimentare il fuoco dell'estremismo.
A caccia di Basayev.
Tutto è cominciato nell'estate del 2003, quando nella repubblica si diffuse la voce che il famigerato signore della guerra ceceno, Shamil Basayev, si era nascosto a Baksan, un piccolo villaggio nella foresta. Quando, il 24 agosto 2003, la polizia andò a controllare, venne attaccata da un gruppo di guerriglieri, uno dei quali si fece saltare in aria con una carica esplosiva.
Nelle settimane successive il governo locale avviò una campagna di arresti di massa nelle moschee della piccola repubblica, che poi vennero chiuse.
Arresti di massa, pestaggi e torture.
"Anche mio figlio era stato arrestato in quei giorni", racconta Aminat Kardanova. "Aveva solo vent’anni. Lo hanno picchiato brutalmente. Era solo uno studente, e andava in moschea di rado. Purtroppo, perché ora non ci va più: sta tutto il giorno in strada, e ha anche cominciato a drogarsi".
Negli stessi giorni, bande di ragazzi protetti dalla polizia organizzarono un vero e proprio pogrom contro gli studenti universitari di origine cecena, scappati in questi anni dalla guerra.
Tra il 15 e il 17 settembre 2003, centinaia di universitari ceceni vennero assaliti nei dormitori del'ateneo di Nalchik, per le strade, all’uscita dai cinema e dal teatro.
L'Emirato del Caucaso del Nord.
Da allora, nonostante la chiusura delle moschee e l'incarcerazione di molti leader islamici locali, l'estremismo anti-governativo non ha fatto che aumentare.
Lo Yarmuk ha evidentemente fatto proseliti. E ora ha fatto anche scorta di armi, ed è pronto per varcare un nuovo Yarmuk, lanciandosi alla conquista di un'altra provincia da inglobare nell' Emirato islamico del Caucaso settentrionale sognato da Shamil Basayev. Ma rischiando solo di trasformare la Cabardino-Balcaria in una nuova Cecenia.
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