lunedì, maggio 02, 2005

Gabriele Salvatores dal Corriere della Sera" del 1° maggio

«L’obiettivo perseguito dalla P2 e da Licio Gelli è stato raggiunto: il gusto collettivo è stato appiattito, omologato al livello più basso. Con la strategia dello specchio: accendo il video, e scopro che in ogni fiction, in ogni programma, c’è dentro della gente come me. Ergo: mi sento rassicurato, spento, non ho dubbi sulla società e sulla politica. Il cinema, di cui si ha tanta paura, sconvolge le regole, deforma la realtà, mostra possibilità che l’uomo e la donna che stanno in poltrona davanti alla tv non avevano previsto. La narrazione sfugge alle consuetudini e fa discutere, non rassicura. Ecco perché i potenti di oggi hanno cercato prima di ammazzarlo, poi di comprarlo, infine con il taglio delle risorse lo hanno congelato su alcune persone, allo scopo di evitare che i giovani facciano sperimentazione seria. Un politico di Forza Italia ha detto, di recente: gli intellettuali ti sgusciano dalle mani come pesci. Ha intuito la forza straordinaria delle immagini viste al buio, in sala. C’è un controllo della cultura che non è censura,ma peggio: attraverso l’imbuto a collo stretto della distribuzione, tu scrivi un film, un libro, suoni musica ma sono gli editori a decidere dove, quando e per quanto tempo potrà essere visto o ascoltato quello che hai fatto ».

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