domenica, gennaio 05, 2020

La strage del Passo Dyatlov 1959



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

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Come riporta il Corriere di alcuni giorni fa sarebbe stato risolto il mistero dei ragazzi trovati morti nel 1959 sugli Urali, durante una spedizione.

Dopo mesi, i loro corpi vennero ritrovati sotto la neve, sparpagliati in un raggio di centinaia e centinaia di metri.
Morti per ipotermia, con dei traumi inspiegabili e non prodotti da altri esseri umani per la loro potenza: cranio fracassato, cassa toracica compressa fino a spezzare le costole.
E un corpo senza lingua.
Nella zona del "massacro" non furono trovate altre impronte oltre a quelle dei nove studenti.

Nella notte del primo febbraio 1959 furono costretti ad accamparsi a causa di una tempesta di vento e di neve, sotto una cima del Kholatchakhl ("montagna dei morti").

La tenda venne trovata tagliata dall’interno, due dei ragazzi ritrovati a un chilometro di distanza scalzi e con indosso solo la biancheria termica, morti di freddo, come altri tre, più lontani. Gli ultimi quattro in un burrone.

Si sono accavallate le supposizioni più fantasiose ma pare che la nuova, più accrediatta e naturale sia quella di una TEMPESTA PERFETTA.

I venti scontrandosi con la particolare forma a cupola della Montagna dei Morti diedero vita a dei furiosi vortici di aria che crearono dei mini tornado violentissimi nell’accampamento, producendo un rumore assordante, generando anche una gran quantità di infrasuoni non udibili dagli uomini ma in grado di avere effetti sul corpo umano: le vibrazioni prodotte da queste particolari onde sonore causano perdita del sonno, mancanza di respiro e un panico indicibile e incontrollabile.
Un terrore che avrebbe indotto i nove ragazzi alla fuga e alla morte.

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