sabato, maggio 17, 2014

ALTRI CANTAUTORI: Giancarlo Frigieri



Altri Cantautori è una rubrica che si occupa di andare a pescare nel cantautorato italiano meno conosciuto, cercando di scoprire nomi di valore e di sicuro interesse, attraverso i loro nuovi dischi e (talvolta) le loro parole.

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GIANCARLO FRIGiERI - Distacco

Frigieri non è certo un musicista di primo pelo. “Distacco” è il sesto album solista ma sono da annoverare anche un album con i grandissimi Joe Leaman e una militanza da batterista nei Julie’s Haircut.
Il nuovo album condensa al meglio l’immaginario di Giancarlo tra cantautorato “colto” (De Gregori, Guccini, Ivano Fossati) quello più rock (Enzo Maolucci) ma anche riferimenti al meglio dell’alt rock di 80’s e 90’s, dai REM ai Violent Femmes (“Gorizia”), fino alle atmsofere Loureediane di “Neve”, il avvolto tutto in una febbrile attitudine alla Billy Bragg, primo Dylan, Woody Guthrie.
I testi si integrano alla perfezione in una visione “combat” ma senza mai appiattirsi su slogan scontati o parole banali, tratteggiando un lucido ritratto di una realtà poco edificante.

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Hai alle spalle una lunga carriera. Cosa e quanto è cambiato in tutti questi anni nella scena italiana (musicisti, etichette, locali, promoters) ?

E' cambiato che i locali dove fare suonare una band sono spariti, che i soldi da tirare fuori sono sempre di meno e quindi vanno forte i cantautori.
Ho comprato due loopstation e un mare di effetti e mi sono adeguato e devo dire che si sta benissimo.

Ce la si fa a vivere di musica in Italia ?

A vivere di musica si riesce, perché c'è chi ci vive.
Io non ci riesco, quindi non so dirti come si fa. Chi conosco che ci riesce fa il turnista o dà lezioni di musica ai ragazzini. Ho notato che molti confondono "vivere di musica" con "Vivere della musica che si scrive" o addirittura con "Fare la rockstar".
Sono due cose completamente diverse.

Cosa pensi del fatto che in una situazione sociale così precaria come la nostra siano così pochi i gruppi e artisti nuovi a parlarne, in un paese in un cui la canzone “politica” ha sempre avuto terreno fertile (da Guccini a Lolli, da Area e Stormy Six all’HC e hip hop a MCR, Statuto, Assalti Frontali etc) ?

Credo che in realtà esistano canzoni che parlano della società e della nostra vita e che queste siano inevitabilmente un poco staccate dalla politica perché siamo in un periodo in cui la politica non sentiamo che ci rappresenti per niente. Io personalmente cerco di cantare di noi, di come viviamo, dalla nostra vita.
La cosa dell'abbattere la barriera tra musica e vita, come dicevano gli Area, secondo me è più viva che mai. Semplicemente oggi abbiamo capito che non è cantando "l'internazionale" a pugno chiuso che cambieremo un bel niente della nostra vita.
Inoltre credo che nessuno voglia invecchiare precocemente, cosa che con le canzoni politiche sei destinato a fare. Una canzone come "Contessa" oggi suona inevitabilmente datata, idem una canzone come "Borghesia" di Claudio Lolli, del quale invece ascolti ancora magari cose come "Viaggio" e ti ci ritrovi.
Io ad esempio ho pensato per settimane intere se fosse il caso di inserire in "Controesodo" il verso sulle feste dell'Unità, poi ho risolto mettendolo al passato e faccio ancora fatica ad essermi arreso al verso che dice "Con il comico di turno a far battute sul governo dal cui capo prende i soldi tutto l'anno", perchè mi rendo contro che tra dieci, quindici anni probabilmente uno che l'ascolterà dirà "Ma di che cazzo sta parlando qui?" e quindi l'effetto svanirà come una bolla di sapone.

Insomma, la canzone "sociale" secondo me c'è ancora. Ma è necessario che suoni autentica. Che chi canta si immedesimi in maniera verista (uso questo aggettivo proprio in quella accezione lì) nella scelta dei soggetti e dello sviluppo del tema del brano, dal punto di vista del testo.

Quali sono i tuoi principali riferimenti artistici ?

I riferimenti artistici di partenza erano sicuramente Giorgio Gaber e Bob Mould, oppure Bennato e Lou Reed. Oggi come oggi cerco cose alle quali attingere in campi diversissimi, tipo che sono due anni che ascolto quasi solo musica sinfonica e cose per le quali mia moglie ogni tanto mi odia.

Quali dei tuoi album e/o brani consiglieresti per conoscere meglio Giancarlo Frigieri

Consiglierei un brano per ogni disco in modo da venderglieli tutti e quindi direi "L'età della ragione" e "Chi ha rubato le strade ai bambini?" dai dischi omonimi.
Poi "Controesodo" da "I sonnambuli", "La polisportiva" da "Togliamoci il pensiero" e "Taglialegna" dall'ultimo "Distacco". Vedo che sono i pezzi che piacciono di più dal vivo e quindi consiglierei quelli.

I classici album da isola deserta

I dischi da isola deserta è un bel casino, visto che io ho qualcosa come 2500 dischi e non sono in un'isola deserta.
Diciamo che se questa settimana decidessi di andare in un'isola deserta per un bel po' mi porterei dietro "Tropicalia - Panis et circenses", "La sagra della primavera" di Igor Stravinskij diretta da Esa-Pekka Salonen, e poi probabilmente mi sforzerei di portarmi dietro la banana dei Velvet Underground, "Spirit of Eden" dei Talk Talk e "Libertà obbligatoria" di Giorgio Gaber.
Ma ripeto, un un posto deserto io di dischi ne voglio almeno 3000 e un migliaio che non ho mai ascoltato.

5 commenti:

  1. Il discorso sul connubio tra musica e politica lo condivido in pieno : il linguaggio deve cambiare,perchè i tempi cambiano,ma ciò non vuol dire smettere di pensare in positivo e proporre altre soluzioni possibili,anche attraverso la musica.
    Dopo questa intervista credo che mi avvicinerò ancor di più al mondo dei nuovi cantautori (termine che non piace al mio amico Davide Tosches,ma non ne so trovare un altro) URSUS.

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  2. bell'intervista,..non conoscevo questa realtà ma ha detto cose sensatissime,..e ha anche ottimi riferimenti musicali (Violent Femmes grandissimi),..concordo anche sul fatto che Contessa o certi testi di Lollli (non tutti) riascoltandoli ora 'suonino' un pò datati,..bell'intervista:)

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  3. ma viaggio non era di Claudio Rocchi?

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    1. E' una ominimia...infatti "Viaggio" è sia il titolo del primo lp solista di Rocchi (1970) che una canzone di Lolli : due stili molto diversi,comunque.
      URSUS

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  4. Rocchi grandissimo,..ha fatto grandi dischi,...a me piaceva anche la cassetta reggae per i testi,devo dire:),..ma grandissimi i dischi psichedelici dei primissimi anni '70,..quelli sono i grandi artisti,..non certi 'bulli' da primo maggio

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