lunedì, maggio 06, 2013

La preparazione musicale ai tempi di Wikipedia e You Tube



Da un'intervista di Giovanna Taverni qui:
http://www.lindiependente.it/cultura/conversations/intervista-a-federico-guglielmi-la-prima-dopo-il-mucchio/20460/
FEDERICO GUGLIELMI (ex storico redattore del Mucchio e tante altre cose) dice (tra le altre cose):

Quando ho iniziato, nel 1979, avevo ascoltato “solo” alcune migliaia di album, ma in fondo il rock aveva poco più di vent’anni e io lo seguivo già da almeno otto.
Adesso chi volesse scrivere seriamente di musica dovrebbe conoscere, quantomeno a grandi linee, molto di più:
dovrebbe “studiare” almeno un po’ quello che è successo in sei decenni e anche prima, non saltellare mezz’ora fra YouTube e Wikipedia e credere di avere capito tutto o quasi ciò che serve per buttar giù un buon articolo.


La domanda è dunque: chi scrive e disserta di musica, chi suona, ha "bisogno" di preparazione ?
E il punk ?
E il garage ?
L'immediatezza, l'urgenza "ignorante"?

33 commenti:

  1. Mi verrebbe da rispondere "no, non c'è bisogno di grande preparazione" ma forse, come per molte altre materie, la cosa si può valutare di caso in caso.
    Come a dire che una persona preparata, che conosce sei (o anche quattro) decenni di musica giovanile, potrà fornire un certo tipo di lettura, un giovane che si avvicina al mondo del rock convinto che gli Arctic Monkeys siano un gruppo storico, forse darebbe una diversa interpretazione ma... io farei fatica a stabilire quali delle due sia la versione che preferisco; sicuramente dipenderebbe dal modo in cui è scritta. Un giornalista/scrittore/redattore eccetera, deve avere un'unica dote, quella di convincermi con le parole scritte. Se ci riesce, non mi importa del suo background ;)

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  2. Eminentissimo come sempre Joyello!
    Sono d'accordo

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  3. Leggendo certe recensioni e certi articoli l'essere "imparati" dovrebbe essere imposto per legge.
    Ma con questo andiamo ad affossare lo spirito delle fanzines in cui chiunque scrive(va) ma SOPRATTUTTO informa(va) di quanto avveniva nell'ambito punk (o mod etc)
    Servizio che rendono certe webzines al giorno d'oggi.

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  4. Stra-d'accordo con Joyello! ma credo di capire cosa intende Tony: se fai dei riferimenti storici,e nelle recensioni è quasi inevitabile, devi sapere di cosa parli. Se scrivi una retrospettiva o un articolo su un perido storico particolare, hai il dovere di essere il più informato possibile. Insomma dipende dal tipo di articolo che scrivi.

    Però distinguerei tra chi scrive di musica e chi suona. Chi suona può anche permettersi una "sana" ignoranza...

    W

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  5. però Guglielmi ha ragione,...se uno prima non ha ascoltato almeno 2.000-3.000 dischi non vada a fare il saccente,...(la stessa cosa si potrebbe dire di libri o etimologia ),...
    a me in passato è capitato di vedere in certi locali 'en vogue' personaggi' pseudo-alternativi' che se la tiravano parecchio anche se non sapevano un cazzo di musica o eran solo stati messi lì da un comitato 'politico' (stessa cosa ,né più né meno, di quelli che a 'militare' venivano raccomandati da un 'prelato' o 'politico',...e erano 'esentati' perciò dalle guardie etc.,...identici , solo che i primi si 'autodefinivano' progressisti'

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  6. però è anche vero che nelle webzines o appassionati attuali ci sono tante persone che sono avide/entusiaste di conoscere la grande musica del passato, rispetto per la loro passione

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  7. Diciamo che una conoscenza propedeutica sarebbe opportuna: se mi citi you really got me come un pezzo dei Van Halen meriti una platta sul coppino... se poi l'ignoranza è accompagnata da spocchia (che per qualcuno è inscindibile come caffè+sigaretta) a quel punto uno è stronzo e si commenta da solo ahahahahah!...

    W

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  8. Per la musica, come per il cinema o l'Arte in genere io vorrei un mondo senza "stampa specializzata" ....mi piacerebbe da una parte una informazione istutuzionale asciutta (è uscito il nuovo album di pincopanco) dall'altra libertá a tutti coloro che la musica la ascoltano per piacere e che per lo stesso piacere hanno.voglia di condividere i loro ascolti. Allora, e solo.allora si evitano "spocchia & ignoranza" a favore della passione che sa coinvolgere come auspicato da Joyello....ma, scusate, forse "il (mio) treno dei desideri, all'incontrario va..."

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    1. Dearest Miss I.E.
      esiste un mondo senza stampa specializzata, è quello dove vivo io, ascolto solo le persone che conosco e del resto non mi curo!
      Cheers

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    2. My Dear Sir (ma graaaaazie per il Miss, a noi attempate signore di mezza eta fa sempre piacere), in fondo anch'io credo di vivere in un mondo simile al suo. Sono curiosa, vedo e leggo ma poi alla fine ascolto sempre e solo quello.che al mio orecchio suona gradito !

      PS. mi spiace non averla potuta salutare, qualche settimana fa in libreria ma la ringrazio del gradito autografo sulla.mia copia di Rock 'n goal
      Cheers

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  9. "Spocchia" e "ignoranza" di solito sono definiti dalla vicinanza delle opinioni dello spocchioso ignorante alle nostre (giuste per definizione)...

    Per la "preparazione", distinguerei tra chi scrive e chi suona.
    Chi suona è meglio che sia ignorante, così da credere di aver inventato lui la musica e da avere il coraggio sufficiente a scrivere le proprie canzoni, che gli altri suonano cover nelle tribute band... :)
    Chi scrive, un minimo di prospettiva storica deve averla.
    Ma un minimo, eh: tutti noi, a vent'anni, eravamo già ssolutamente convinti di sapere tutto quello che c'era da sapere sulla musica, e quindi va bene anche così: a un cinquantenne che avesse voluto farci una lezione di musica avremmo sputato in un occhio.

    Federico Guglielmi invece è sovraumano: a soli 19 anni aveva già ascoltato "alcune migliaia di album"!
    Diciamo, non so, 4000?
    Vuol dire, con una media di 3 ascolti ad album e una durata di 40 minuti, circa 480.000 ore di ascolto: cioè 20.000 giorni, ovvero 54 anni.
    Fantastico, davvero!

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    1. Sul discorso generale posso essere d'accordo, però 4000 album x 3 x 40 minuti fa 480.000 MINUTI, che sono 8000 ore, ovvero meno di un anno ...

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    2. vero, ho sbagliato la divisione.
      non che faccia molta differenza: 1 anno di ascolto continuo entro i 19 anni richiede lo stesso una quantità di tempo spropositata.
      diciamo 4 ore al giorno ritagliate da scuola e amici?
      fanno lo stesso 5 anni e mezzo di ascolto, ogni giorno per quattro ore, natale e pasqua compresi, a partire dai 13 anni e mezzo...
      senza contare i soldi necessari a comprare "alcune migliaia di lp". boh.

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    3. Li scaricava da internet nei primi anni 80 no ?

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  10. ha ha ha ha ha ha ha ha ha ha hallelimooooo

    con questo qui non c'è neanche bisogno di tirare in ballo la preparazione

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  11. non saprei Tony, io vedo col fiorire dei siti e delle fanzine gente che scrive di musica (o di altro) in modo del tutto gratuito, senza la minima cognizione di causa (recentemente ho letto qualcuno che definitiva i Madness ripetitivi come se fosse una cosa assodaya), e già è tanto se ha fatto la mezz'ora di ricerca che dice Guglielmi. Per cui il suo sfogo, perchè tale è, lo capisco per certi versi.

    Per quanto riguarda suonare, è un discorso più complesso. C'è chi ha talento grezzo, voglia di dimostrare qualcosa, e allora non ha neanche così tanto bisogno di documentarsi. Ma in un'epoca in cui tutto è già stato scritto, al resto degli umani non fa male sapere che siamo nani sulle spalle di giganti, nel rock come in qualsiasi altro campo.

    Il punk? L'urgenza? sì, tutto vero Tony. Ma gli stessi Rotten e Strummer erano colti musicalmente, anche se inizialmente non sapevano suonare o cantare...

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  12. Direi senz'altro di no.
    Allelimo for president

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  13. Uhm non so quanto Rotten e Strummer fossero musicalmente colti.
    Avevano un certo tipo di background (beat inglese, pub rock, un po di reggae) che avevano ascoltato crescendo a Londra (dove è inevitabile acquisire un certo tipo di cultura).
    Ma in termini "quantitativi" non era diverso da noi italiani che alla fine dei 70's conoscevamo cantautori vari, Area, prog etc.

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  14. beh tenendo conto che erano anche molto giovani comunque spaziavano (di Rotten ad esempio sapevo che fosse un grande appassionato di dub e reggae)... così come ovviamente da noi i musicisti italiani anni '70, come dici tu, raccoglievano le suggestioni che venivano.

    E il che va benissimo se da lì si riesce a partire. Ora le scuole di musica sfornano musicisti standardizzati, educati dai maestri alla triade Queen-Guns-Toto, che non conoscono una mazza di altro. Però vanno in giro a suonare, magari anche tecnicamente validissimi, e ad ammorbare il prossimo con quella roba lì, sempre quella. Tipo che chissà mai cosa c'è stato in Italia, anche solo in Italia, negli anni '70.

    E se poi magari si mettono pure a scrivere di musica, ecco la cosa diventa complicata

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  15. Purtroppo è vero.
    Ci sono ragazzini di 15/16 anni che suonano da far paura il cui unico background è quello di Queen/Dream Theather (hanno fatto più danni loro !!!!)...poi c'è anche la Vasco culture !

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    1. e il problema non è solo il ragazzino, che a 15 anni può ancora imparare ed aprirsi a belle cose, quanto il maestro 38enne che Dream Theater e Queen e Toto e AC/DC e basta li insegnerà per sempre. A generazioni di smanettoni senza gusto.

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  16. Ma perché mai ci dovremmo preoccupare di costoro?

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  17. Intanto a Giugno uscirà la nuova rivista di Max Stefani, Outsider il nome...mah...

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  18. Trovo il background fondamentale,per il mio gusto di leggere..insieme a pareri ci ho sempre trovato un sacco di informazioni "in pillole " (In Drynamill x dirla alla Valerio Impulsivo)spesso molto preziose. Da li magari partiva la ricerca, collegamenti nel tempo e nello stile con altre bands..e via di dischi.
    C

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  19. io, molto semplicemente, odio il giornalismo ignorante.

    le fanzine tipo bomp, ugly things, kicks, ecc sono stati esempi di eccellenza inarrivabili. la differenza, a mio avviso, non è tra fanzine e riviste, ma nella competenza di chi scrive e nell'onestà (quasi mai presente) di chi pubblica.

    il tempo è troppo prezioso per gettarlo leggendo robaccia. mi rendo conto di apparire un "talebano" estremista, ma su questo non transigo.

    di solito apprezzo chi fa le cose nel miglior modo possibile, che sia riparare un'automobile, assistere un anziano o recensire un disco. l'approssimazione, di cui questo Paese è terra fertile, mi ripugna alquanto.

    scusate lo sfogo.

    m.

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  20. Io di Fay Hallam so molto, ma molto devo ancora apprendere.

    Fabio T.

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  21. A proposito di approssimazione ed incompetenza : io mi decisi a scrivere un libro intero sul beat in Italia,dopo aver visto quella cagata immonda di Bertoncelli in appendice all'enciclopedia rock dell'Arcana (la sezione anni 60) in cui si disquisiva sul BITT,come lo definiva lui stesso...
    Questo per dire che si può essere anche colti in determinati settori (e Bertoncelli lo era,in quelli statunitensi in particolare) ma non su altri...
    il rischio maggiore è quello di incontrare sempre aspiranti "tuttologhi" che pensano di avere in testa l'intero mondo occidentale della musica,ma che non escono dai soliti stereotipi e da schemi bigotti che hanno ereditato da altri,ma senza approfondire.
    Io stesso,per correttezza,ho preferito curare un determinato periodo storico/culturale,ma se qualcuno mi etichetta come "esperto" non mi sento per niente convinto,visto che dopo aver cessato l'attività commerciale ho seguito pochissimo le news degli ultimi 15 anni...molte cose recenti le sto scoprendo QUI,per cui credo che la qualità continuerà a pagare anche nella rete : a fianco di un sacco di cazzate più o meno dilettantesche,si riesce a scovare anche parecchie cose ben fatte.
    Ad esempio DISTORSIONI,la web-magazine gestita da Wally Boffoli,da alcuni anni si è imposta come uno degli spazi più interessanti...tanto per dirne una !

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  22. haha:),...well,..tutti i post sono fantastici ma quando l'Ursus ha scritto, cito amemoria : ' decisi di scrivere dopo aver visto l'immondo libro sul BITT di Bertagnolli (era mica anche un ciclista???),...c'ha ragione,...ricordo anch'io certi libri assolutamente ridicoli degli anni '70,..adesso son leggermente 'out/assonnato ' perchè ho appena pasteggiato a tortellini e lambreusk,.ma ricordo certi liberculi che beccavi sulle bancarelle nei primi anni ' 80 che erano estremamente approssimativi sulla storia del rock,...ma quei tipi si credevano dei 'depositari' or 'oracoli' ..vabeh, ,...erano molto approssimativi sulla vera storia del rock

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  23. Bertoncelli/Bertagnolli era un jeu des mots naturalmente,..cmq l'Ursus c'ha beccato su certi vecchi libri,...the times are changin' come cantava qualcuno tempo fa

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  24. Purtroppo ai tempi giravano solo quelli...ma su certe riviste tipo ciao 2001,Muzak,Gong ecc... si trovavano anche articoli interessanti.
    Chissà perchè i giornalisti più onesti e senza troppi pregiudizi,non hanno mai fatto strada e viceversa gli altri.........
    è logico,siamo in itaGlia :-)))

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  25. Educare costa, sparare cazzate rende....

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  26. Ursus si richiede un tuo aiuto chez popartx!!!
    tanx in anticipo..
    C

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  27. yeh, concordo,c'erano anche great articoli all'epoca su cinema (ne ricordo uno su Sam Peckinpah o un altro su Roger Corman o Alfréd Hitchcock fatti molto bene) o musique,...altriinvece scrivevano 'ovvietà',..morale: non bisogna mai generalizzare

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