sabato, gennaio 19, 2013

Moby Dick o la Balena



AndBot aka Andrea Fornasari nella pamcia della Balena di Melville

E' strano: pur avendo sempre considerato il capolavoro di Herman Melville uno dei miei romanzi preferiti in assoluto, non avevo mai preso in considerazione l' idea di scrivere qualcosa a riguardo, come se il timore reverenziale che inevitabilmente provavo (e provo) nei confronti della maestosità dell' opera mi impedisse di farlo. Fiumi (oceani) d' inchiostro sono stati versati e mai e poi mai potrei anche solo pensare di trovare al suo interno un solo minimo particolare che già non sia stato sviscerato.
Eppure.
Eppure se penso, ad esempio, alle diverse e non numerosissime trasposizioni sul grande schermo, è chiaro che nonostante tanto sia stato detto e scritto, poco è stato invece svelato.
Esistono critiche esaurienti e dettagliate che sezionano le pagine con la stessa attenzione con cui il chirurgo impiega la propria lama e ci informano di tutte le note tecniche, di tutte le citazioni presenti, di ogni rimando, senza tralasciare nulla ma che poi peccano per incapacità nel cogliere la vera essenza e viceversa c' è chi si lancia in deduzioni filosofiche azzardate e speculazioni metafisiche, senza per questo arrivare a dirci cosa si proponeva di rivelarci il buon Melville.
E ci mancherebbe.
Si, perchè i temi sono così vasti e spesso impenetrabili che è davvero impossibile arrivare ad una comprensione che possa definirsi definitiva.
Questa almeno è l' idea che mi sono fatto leggendo con attenzione e cercando di approfondire i tanti punti oscuri.
Abbiamo un romanzo epico e storico, una tragedia vasta e profonda quanto le acque in cui si immerge il grande Leviatano, mitologia e leggende, superstizioni pagane e religiose, neoplatonismo, panteismo, trattati di scienza naturale, personaggi che sono altri mondi sconosciuti, follia, morte, poesia romantica inglese e narrativa d' avventura.
Una nave baleniera, il "Pequod", che racchiude in sè mille segreti e l' equipaggio più variegato per tratti etnici e caratteriali.
Achab, certo, lucido pazzo vendicativo è un punto fermo e nero come la pece, ma che dire, ad esempio, del mito del buon selvaggio incarnato nel cannibale ramponiere Quiqueg?
E il narrante Ismaele?
E Stubb?
Flask?
Starbuck?
Letteratura sottilmente psicologica fino a fare del mostro marino (un capodoglio, in realtà) Moby Dick un essere razionale, pensante, dotato di poteri quasi soprannaturali come fosse (un) Dio.
No, ripensandoci non voglio scrivere nulla. Come potrei? Questo libro diventa un' ossessione non meno intensa di quella di Achab per la balena, uno sforzo inumano e oscuro: non sono io a leggere dentro Melville, casomai è il contrario.
Tuttavia è lo stesso autore a metterci in guardia dal ritenere Moby Dick una "semplice" opera allegorica carica di significati più o meno nascosti oppure una favola mostruosa e nera: si, è anche questo, ma è soprattutto un grande omaggio alla tradizione, è storia americana.
E allora non rimane che leggere questa grande avventura con la stessa ingenua semplicità e l' identico stupore impresso sui volti dei bambini quando ascoltano le storie di vita dei nonni, quelli che avevano ancora grandi storie da raccontare...

8 commenti:

  1. Non vorrei oversemplificare un'opera letteraria simile,ma in parole povere oserei definirlo Profetico e apocalittico,la nave una metafora degli Stati Uniti,la caccia alla balena in parte la trovo simboleggiante l'imperialismo americano,tra l'altro in parte rappresentato dal passaggio in cui Ahab mostra all'equipaggio il doblone d'oro e lo inchioda all'asta.(una metafora del capitalismo globale allo stato primitivo). Comunque sia,libro che va letto e riletto piu'volte. Paul 1967

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    1. Santo cielo, ancavano ancor dieci anni alla guerra di secessione! Che percezione imperialista poteva avere? Direi un libro cupo, nella miglior tradizione del New England dell'epoca

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    2. E come dovrebbe essere considerata la conquista dei territori appartenenti ai nativi? Progresso forse?

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  2. provato a leggere almeno 3 volte, oltre le 50 pagine non riesco.. e dire che è sempre lì che mi attira..

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  3. Bella AndBot! buono stimolo per rileggerlo da adulto..e riprenderlo come nel secolo scorso rigorosamente in biblioteca..tanx again
    C

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  4. Paul, senz' altro anche quella da te menzionata è una eccellente interpretazione: è un libro che vive di metafore e rimandi allegorici.

    Ma è anche molto attento nel fornirci basi storiche e scientifiche, seppur dell' epoca, quando non si sapeva ancora bene se classificare la balena fra i pesci o i mammiferi...

    Opera Leviatanica, ad ogni modo!

    AndBot

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  5. fuor di metafora un capolavoro, anche letto così senza allegorie e rimandi!!

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