da Unità del 30 4 2005
Nella società dell’informazione niente esiste se non è raccontato.
Ecco come più di 50 conflitti in atto scompaiono con un clic.
Forse la guerra del Vietnam resterà l’ultimo scenario di morte raccontato liberamente dalle televisioni statunitensi e del resto del mondo.
Da quel momento in poi i giornalisti che vanno nelle zone di guerra hanno avuto un limitato margine di movimento: tanto i mass media sono diventati diffusi e capaci di creare un’opinione comune, tanto i governi hanno iniziato ad aumentare il loro controllo.
Oggi ci ritroviamo a conoscere la guerra in Iraq per come ce la raccontano i corrispondenti embedded, diventati dei semplici trasmettitori dei bollettini dell’esercito alle redazioni centrali.
Così dalla fine ufficiale del conflitto nei telegiornali nazionali non si può più parlare di guerra.
Tranne illustrarne ogni giorno le decine di vittime.
Per fortuna il mare magnum dell’informazione orizzontale che si trova su internet può sopperire in parte a questo silenzio.
Si tratta dei siti di Misna, Warnews, Equilibri, Edt, Peacereporter, Amnesty.
Utile anche la testimonianza delle riviste dei missionari impegnati nelle zone più a rischio e le segnalazioni di riviste italiane come Nigrizia, Internazionale, Diario e LiMes.
venerdì, aprile 29, 2005
mercoledì, aprile 27, 2005
Dal Corriere della Sera di oggi
Domanda a Bondi :
Giustizia Qual è l’ora giusta?
L’onorevole Sandro Bondi ieri ha commentato così una richiesta dei Pm milanesi di rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi: «La macchina della giustizia a Milano è in perfetto orario, precisa come un orologio svizzero». Sospette coincidenze, per carità, non sono mancate nel corso degli ultimi dieci anni.
Ma l’argomento della «giustizia ad orologeria», l’onorevole Bondi ne converrà, rischia esso stesso di trasformarsi in una stucchevole litania, logorato dalla ripetitività con cui viene ribadito dagli esponenti del centrodestra.
In questo caso, poi, in cosa consisterebbe la sospetta puntualità dei magistrati milanesi?
Le elezioni regionali si sono appena concluse, quelle politiche sono attese tra un anno...
C’è un giorno al riparo dei sospetti dell’onorevole Bondi?
Non resta che chiedergli di indicare una data, una finestra temporale in cui i magistrati possano muoversi senza essere accusati di agire con tempismo svizzero.
Abbia la cortesia l’onorevole Bondi di stabilire quei tempi e il Corriere della Sera , per quanto gli è possibile, si impegna sin da ora a fare opera di convincimento con i magistrati affinché (eventualmente) inviino atti giudiziari o emettano sentenze solo nell’arco temporale indicato dal coordinatore nazionale di Forza Italia.
Giustizia Qual è l’ora giusta?
L’onorevole Sandro Bondi ieri ha commentato così una richiesta dei Pm milanesi di rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi: «La macchina della giustizia a Milano è in perfetto orario, precisa come un orologio svizzero». Sospette coincidenze, per carità, non sono mancate nel corso degli ultimi dieci anni.
Ma l’argomento della «giustizia ad orologeria», l’onorevole Bondi ne converrà, rischia esso stesso di trasformarsi in una stucchevole litania, logorato dalla ripetitività con cui viene ribadito dagli esponenti del centrodestra.
In questo caso, poi, in cosa consisterebbe la sospetta puntualità dei magistrati milanesi?
Le elezioni regionali si sono appena concluse, quelle politiche sono attese tra un anno...
C’è un giorno al riparo dei sospetti dell’onorevole Bondi?
Non resta che chiedergli di indicare una data, una finestra temporale in cui i magistrati possano muoversi senza essere accusati di agire con tempismo svizzero.
Abbia la cortesia l’onorevole Bondi di stabilire quei tempi e il Corriere della Sera , per quanto gli è possibile, si impegna sin da ora a fare opera di convincimento con i magistrati affinché (eventualmente) inviino atti giudiziari o emettano sentenze solo nell’arco temporale indicato dal coordinatore nazionale di Forza Italia.
venerdì, aprile 22, 2005
25 aprile 1945 / 25 aprile 2005
Per tutti i revisionisti che tentano di equiparare i morti partigiani ai repubblichini fascisti ,
per tutti quelli che hanno tradito i valori della Resistenza ,
per tutti quelli che li hanno dimenticati per danaro o potere.
Per tutti !
da "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana"
Giordano Cavestro (Mirko)
Di anni 18 - studente di scuola media - nato a Parma il 30 novembre 1925 -. Nel 1940 dà vita, di sua iniziativa, ad un bollettino antifascista attorno al quale si mobilitano numerosi militanti - dopo l'8 settembre 1943 lo stesso nucleo diventa centro organizzativo e propulsore delle prime attività partigiane nella zona di Parma -. Catturato il 7 aprile 1944 a Montagnana (Parma), nel corso di un rastrellamento operato da tedeschi e fascisti - tradotto nelle carceri di Parma -. Processato il 14 aprile 1944 dal Tribunale Militare di Parma - condannato a morte, quindi graziato condizionalmente e trattenuto come ostaggio -. Fucilato il 4 maggio 1944 nei pressi di Bardi (Parma), in rappresaglia all'uccisione di quattro militi, con Raimondo Pelinghelli, Vito Salmi, Nello Venturini ed Erasmo Venusti.
Parma, 4-5-1944
Cari compagni, ora tocca a noi.
Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia.
Voi sapete il compito che vi tocca.
Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.
Siamo alla fine di tutti i mali.
Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.
Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.
Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.
per tutti quelli che hanno tradito i valori della Resistenza ,
per tutti quelli che li hanno dimenticati per danaro o potere.
Per tutti !
da "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana"
Giordano Cavestro (Mirko)
Di anni 18 - studente di scuola media - nato a Parma il 30 novembre 1925 -. Nel 1940 dà vita, di sua iniziativa, ad un bollettino antifascista attorno al quale si mobilitano numerosi militanti - dopo l'8 settembre 1943 lo stesso nucleo diventa centro organizzativo e propulsore delle prime attività partigiane nella zona di Parma -. Catturato il 7 aprile 1944 a Montagnana (Parma), nel corso di un rastrellamento operato da tedeschi e fascisti - tradotto nelle carceri di Parma -. Processato il 14 aprile 1944 dal Tribunale Militare di Parma - condannato a morte, quindi graziato condizionalmente e trattenuto come ostaggio -. Fucilato il 4 maggio 1944 nei pressi di Bardi (Parma), in rappresaglia all'uccisione di quattro militi, con Raimondo Pelinghelli, Vito Salmi, Nello Venturini ed Erasmo Venusti.
Parma, 4-5-1944
Cari compagni, ora tocca a noi.
Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia.
Voi sapete il compito che vi tocca.
Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.
Siamo alla fine di tutti i mali.
Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.
Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.
La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.
Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.
giovedì, aprile 21, 2005
Due o tre cose che mi piacciono adesso
Junior Kimbrough - You better run
Un bluesman pazzesco. L'ho scoperto adesso e lo ascolto dalla mattina alla sera.
Blues PURO , SPORCO , MINIMALE, IPNOTICO.
"You better run" è dal suo primo album "All night long" del 1992 (inciso a 62 anni) su Fat Possum...l'hanno rifatta gli Stooges adesso e spacca , ma l'originale non ha confronti è il CUORE della musica.
E anche il resto dei suoi dischi sono fenomenali.
John Lee Hooker - One Bourbon, One Scotch, One Beer
Nella versione live di "Free beer and chicken" del 1971 (l'album più nero e più bello di John Lee assieme a "The Cream" del 1977)...un album spettacolare (c'è anche Joe Cocker che ci canta e bene...).
R.L. Burnside - You gotta move
"You gotta move" (del bluesman Fred Mc Dowell , già ripresa dagli Stones nei 70's , dagli Aerosmith più recentemente e già che ci siamo anche dai Not Moving negli 80's e da Lilith nel primo miniLP "Hello I love me" del 1990) è già di per sè un brano IMMENSO ma questa versione di R.L.Burnside da "The wizard" del 1997 , FA PAURA.
Nina Simone - I Wish I Knew How It Would Feel To Be Free
Se ne andava due anni fa dopo una vita bella pesa. Ha fatto un sacco di brani stupendi ma questo è forse il più intenso e commovente , dedicato a Martin Luther King.
Francesco De Gregori - Numeri da scaricare
Dal nuovo album "Pezzi" il Principe , oltre ad un gran bel lavoro , tira fuori un blues stupefacente !
Da brividi , testo della madonna (tutto l'album ne è pieno , bravissimo !) e sound sudista denso , semplice , vero e genuino.Non l'avrei mai detto !!!
Afterhours - Ballata per la mia piccola iena
L'album è un po' palloso , anche se bello , ma il singolo è una gran bella ballata , cattiva e aspra come si deve.
Un bluesman pazzesco. L'ho scoperto adesso e lo ascolto dalla mattina alla sera.
Blues PURO , SPORCO , MINIMALE, IPNOTICO.
"You better run" è dal suo primo album "All night long" del 1992 (inciso a 62 anni) su Fat Possum...l'hanno rifatta gli Stooges adesso e spacca , ma l'originale non ha confronti è il CUORE della musica.
E anche il resto dei suoi dischi sono fenomenali.
John Lee Hooker - One Bourbon, One Scotch, One Beer
Nella versione live di "Free beer and chicken" del 1971 (l'album più nero e più bello di John Lee assieme a "The Cream" del 1977)...un album spettacolare (c'è anche Joe Cocker che ci canta e bene...).
R.L. Burnside - You gotta move
"You gotta move" (del bluesman Fred Mc Dowell , già ripresa dagli Stones nei 70's , dagli Aerosmith più recentemente e già che ci siamo anche dai Not Moving negli 80's e da Lilith nel primo miniLP "Hello I love me" del 1990) è già di per sè un brano IMMENSO ma questa versione di R.L.Burnside da "The wizard" del 1997 , FA PAURA.
Nina Simone - I Wish I Knew How It Would Feel To Be Free
Se ne andava due anni fa dopo una vita bella pesa. Ha fatto un sacco di brani stupendi ma questo è forse il più intenso e commovente , dedicato a Martin Luther King.
Francesco De Gregori - Numeri da scaricare
Dal nuovo album "Pezzi" il Principe , oltre ad un gran bel lavoro , tira fuori un blues stupefacente !
Da brividi , testo della madonna (tutto l'album ne è pieno , bravissimo !) e sound sudista denso , semplice , vero e genuino.Non l'avrei mai detto !!!
Afterhours - Ballata per la mia piccola iena
L'album è un po' palloso , anche se bello , ma il singolo è una gran bella ballata , cattiva e aspra come si deve.
venerdì, aprile 15, 2005
Offlaga Disco Pax - "Robespierre"
Piacciano o no , questo testo è fantastico (per chi c'era...)
ROBESPIERRE
Ho fatto l'esame di seconda elementare nel 1975.
Il socialismo era come l'universo:in espansione.
La maestra mi chiese di Massimiliano Robespierre.
Le risposi che i Giacobini avevano ragione e che,
Terrore o no la Rivoluzione Francese era stata una cosa giusta.
La maestra non ritenne di fare altre domande.
Ma abbiamo anche molti ricordi Di quel piccolo mondo antico fogazzaro:
- l'astronave da trecento punti di Space Invaders
- Enrico Berlinguer alla tv
- le vittorie olimpiche di Alberto Juantorena
In nome della Rivoluzione Cubana
- i Sandinisti al potere in Nicaragua
- il catechista che votava Pannella
- gli amici del campetto passati dalle Marlboro
Direttamente all'eroina alla faccia delle droghe leggere
- i fumetti di Zora la vampira porno e la Prinz senza ritorno
- il referendum sul divorzio e non capivamo perché
Se vinceva il No il divorzio c'era e se vinceva il Si non c'era
- Anna Oxa a Sanremo conciata come una punk londinese
- i Van Halen
- la prima sega
- la vicina di casa, un travestito ai più noto come Lola che Mia madre chiamava Antonio con nostro sommo sbigottimento
- Jarmila Kratochivilova
- il Toblerone, qualcuno sa perché
- una scritta degli ultras della Reggiana dopo il raid aereo americano su Tripoli negli anni ottanta.
Diceva: "grazie Reagan, bombardaci Parma"
- e poi la nostra meravigliosa toponomastica:
Via Carlo Marx
Via Ho Chi Minh
Via Che Guevara
Via Dolores Ibarruri
Via Stalingrado
Via Maresciallo Tito
Piazza Lenin a Cavriago
E la grande banca non più locale con sede in
Via Rivoluzione d'Ottobre
- e infine il mio quartiere, dove il Partito Comunista prendeva il 74% e la Democrazia Cristiana il 6%
ROBESPIERRE
Ho fatto l'esame di seconda elementare nel 1975.
Il socialismo era come l'universo:in espansione.
La maestra mi chiese di Massimiliano Robespierre.
Le risposi che i Giacobini avevano ragione e che,
Terrore o no la Rivoluzione Francese era stata una cosa giusta.
La maestra non ritenne di fare altre domande.
Ma abbiamo anche molti ricordi Di quel piccolo mondo antico fogazzaro:
- l'astronave da trecento punti di Space Invaders
- Enrico Berlinguer alla tv
- le vittorie olimpiche di Alberto Juantorena
In nome della Rivoluzione Cubana
- i Sandinisti al potere in Nicaragua
- il catechista che votava Pannella
- gli amici del campetto passati dalle Marlboro
Direttamente all'eroina alla faccia delle droghe leggere
- i fumetti di Zora la vampira porno e la Prinz senza ritorno
- il referendum sul divorzio e non capivamo perché
Se vinceva il No il divorzio c'era e se vinceva il Si non c'era
- Anna Oxa a Sanremo conciata come una punk londinese
- i Van Halen
- la prima sega
- la vicina di casa, un travestito ai più noto come Lola che Mia madre chiamava Antonio con nostro sommo sbigottimento
- Jarmila Kratochivilova
- il Toblerone, qualcuno sa perché
- una scritta degli ultras della Reggiana dopo il raid aereo americano su Tripoli negli anni ottanta.
Diceva: "grazie Reagan, bombardaci Parma"
- e poi la nostra meravigliosa toponomastica:
Via Carlo Marx
Via Ho Chi Minh
Via Che Guevara
Via Dolores Ibarruri
Via Stalingrado
Via Maresciallo Tito
Piazza Lenin a Cavriago
E la grande banca non più locale con sede in
Via Rivoluzione d'Ottobre
- e infine il mio quartiere, dove il Partito Comunista prendeva il 74% e la Democrazia Cristiana il 6%
martedì, aprile 12, 2005
Il Tempo
Il Tempo è un grande autore.
Trova sempre il finale giusto.
Charles Chaplin, dal film "Luci della ribalta", 1952
Trova sempre il finale giusto.
Charles Chaplin, dal film "Luci della ribalta", 1952
venerdì, aprile 08, 2005
Via crucis
Via crucis
ROBERTO ZANINI
da Il manifesto
Siamo impazziti, è bene dirlo subito. La coltre di persone che copre chilometri dell'asfalto di Roma fino alle colonne di San Pietro costituisce un evento pieno di significati inestricabili, che incute il fascino e la paura di qualcosa di mai accaduto. L'attenzione dedicata a questo fenomeno è invece pura celebrazione. Molto rito pagano e altrettanta liturgia cattolica romana sono aggrovigliati e teletrasmessi come mai prima. La laicità è andata da tempo a farsi benedire e con essa molto del senso critico indispensabile a leggere la massa umana che si sta riversando su Roma.
Il pontificato pervasivo di Karol Wojtyla non poteva concludersi in modo più adatto, con il più grande dei bagni di folla. Non è un pellegrinaggio ma una via crucis, un cammino penitenziale collettivo cui il penitente si sottopone volentieri. Otto ore di coda bene, dodici anche meglio, a ventiquattro scatterà l'indulgenza? La comunione dei santi viene raggiunta attraverso i telefonini fotografici, pochi secondi di scatti furiosi dopo molti chilometri di fila.
All'inizio lodata, la generosità dei romani e la pietà dei «pellegrini» è diventata mostruosa. La pubblica sicurezza implora di smetterla e si prepara a fronteggiare i nemici, non saranno le divisioni del papa ma hanno un certo peso militare. Sugli stessi cellulari che macinano foto del catafalco pontificio arrivano i messaggi della protezione civile che ordina il coprifuoco a San Pietro, chiude scuole e uffici, propone requisizioni volontarie di case e acqua potabile, schiera batterie di missili e cecchini. Si fa così per le grandi calamità e forse è il caso. Vietati gli spettacoli legeri, disposti i maxischermi pesanti. Molti vedranno il funerale a due dimensioni ed è giusto così, era un papa mediatico. Internet ha da tempo preso il posto della grazia.
Raffiche di collegamenti con piazza san Pietro in ogni telegiornale non registrano un evento ma lo sono. Una deviazione clamorosa, un lutto artificiale imbracciato come un'arma sui miscredenti, un'esagerazione del raccontatore che amplifica con la ripetizione ossessiva le proporzioni e gli effetti dell'evento raccontato. Ogni tre per due qualcuno si tele-duole per il papa, anche quella dei programmi di cucina - ottimi. Ciò non ha nulla a che fare col sentimento religioso, che è una cosa rispettabile. E' la celebrazione di un monarca delle coscienze, che diventa detestabile come quasi tutti i monarchi. Qualcuno ricorda le esequie di Stalin o Khomeini?
La religiosità è una domanda di risarcimento contro una modernità cinica e bara ma il futuro non è destino, è scelta. Fa paura il divenire, se il presente è tutto in coda a celebrare la morte del successore di Pietro. L'esasperazione colletiva di questa morte è un cattivo espediente per riempire un vuoto. Non esistono vuoti incolmabili. Se è legittimo desiderare di prendere parte a un'esperienza come questa, lo è anche assistervi atterriti.
A parte la morale sessuale la chiesa di Wojtyla era diventata piuttosto disinvolta e secolare. E' lo stato confinante ad aver imboccato attraverso un lutto obbligatorio il cammino contrario, un cammino carolingio e pre-rinascimentale che non le fa onore. Il presidente ha detto che gli italiani hanno perso un padre. Quello di chi scrive è vivo, vivissimo, e non ha alcun bisogno di sostituti.
La morte, la più intima delle esperienze, è diventata la più sfacciata prima nei giorni dell'agonia e ora nell'esibizione della salma del pontefice, un'esibizione che non ha niente del rispetto dovuto ai morti e che ferisce invece di rispettare i sentimenti di molti. Il feretro refrigerato di Wojtyla è ormai un'icona pop, più fotografata del Colosseo. Intanto del suo corpo fanno salsicce, già il municipio di Cracovia ne rivendica il cuore, del resto le reliquie hanno una lunga tradizione. A qualcuno che crede verrà voglia di smettere.
ROBERTO ZANINI
da Il manifesto
Siamo impazziti, è bene dirlo subito. La coltre di persone che copre chilometri dell'asfalto di Roma fino alle colonne di San Pietro costituisce un evento pieno di significati inestricabili, che incute il fascino e la paura di qualcosa di mai accaduto. L'attenzione dedicata a questo fenomeno è invece pura celebrazione. Molto rito pagano e altrettanta liturgia cattolica romana sono aggrovigliati e teletrasmessi come mai prima. La laicità è andata da tempo a farsi benedire e con essa molto del senso critico indispensabile a leggere la massa umana che si sta riversando su Roma.
Il pontificato pervasivo di Karol Wojtyla non poteva concludersi in modo più adatto, con il più grande dei bagni di folla. Non è un pellegrinaggio ma una via crucis, un cammino penitenziale collettivo cui il penitente si sottopone volentieri. Otto ore di coda bene, dodici anche meglio, a ventiquattro scatterà l'indulgenza? La comunione dei santi viene raggiunta attraverso i telefonini fotografici, pochi secondi di scatti furiosi dopo molti chilometri di fila.
All'inizio lodata, la generosità dei romani e la pietà dei «pellegrini» è diventata mostruosa. La pubblica sicurezza implora di smetterla e si prepara a fronteggiare i nemici, non saranno le divisioni del papa ma hanno un certo peso militare. Sugli stessi cellulari che macinano foto del catafalco pontificio arrivano i messaggi della protezione civile che ordina il coprifuoco a San Pietro, chiude scuole e uffici, propone requisizioni volontarie di case e acqua potabile, schiera batterie di missili e cecchini. Si fa così per le grandi calamità e forse è il caso. Vietati gli spettacoli legeri, disposti i maxischermi pesanti. Molti vedranno il funerale a due dimensioni ed è giusto così, era un papa mediatico. Internet ha da tempo preso il posto della grazia.
Raffiche di collegamenti con piazza san Pietro in ogni telegiornale non registrano un evento ma lo sono. Una deviazione clamorosa, un lutto artificiale imbracciato come un'arma sui miscredenti, un'esagerazione del raccontatore che amplifica con la ripetizione ossessiva le proporzioni e gli effetti dell'evento raccontato. Ogni tre per due qualcuno si tele-duole per il papa, anche quella dei programmi di cucina - ottimi. Ciò non ha nulla a che fare col sentimento religioso, che è una cosa rispettabile. E' la celebrazione di un monarca delle coscienze, che diventa detestabile come quasi tutti i monarchi. Qualcuno ricorda le esequie di Stalin o Khomeini?
La religiosità è una domanda di risarcimento contro una modernità cinica e bara ma il futuro non è destino, è scelta. Fa paura il divenire, se il presente è tutto in coda a celebrare la morte del successore di Pietro. L'esasperazione colletiva di questa morte è un cattivo espediente per riempire un vuoto. Non esistono vuoti incolmabili. Se è legittimo desiderare di prendere parte a un'esperienza come questa, lo è anche assistervi atterriti.
A parte la morale sessuale la chiesa di Wojtyla era diventata piuttosto disinvolta e secolare. E' lo stato confinante ad aver imboccato attraverso un lutto obbligatorio il cammino contrario, un cammino carolingio e pre-rinascimentale che non le fa onore. Il presidente ha detto che gli italiani hanno perso un padre. Quello di chi scrive è vivo, vivissimo, e non ha alcun bisogno di sostituti.
La morte, la più intima delle esperienze, è diventata la più sfacciata prima nei giorni dell'agonia e ora nell'esibizione della salma del pontefice, un'esibizione che non ha niente del rispetto dovuto ai morti e che ferisce invece di rispettare i sentimenti di molti. Il feretro refrigerato di Wojtyla è ormai un'icona pop, più fotografata del Colosseo. Intanto del suo corpo fanno salsicce, già il municipio di Cracovia ne rivendica il cuore, del resto le reliquie hanno una lunga tradizione. A qualcuno che crede verrà voglia di smettere.
giovedì, aprile 07, 2005
Not Moving Blog
www.not-moving.blogspot.com
Si parla da un po' ancora dei Not Moving , e magari se ne parlerà ancora di più , un po' più in là , chissà.
Per adesso un po' di robe sul blog dedicato.
Se qualcuno avesse contributi o testimonianze o pareri da aggiungere sono i benvenuti , sia qui che sul Blog dei Not Moving.
a flash on you !!!
Si parla da un po' ancora dei Not Moving , e magari se ne parlerà ancora di più , un po' più in là , chissà.
Per adesso un po' di robe sul blog dedicato.
Se qualcuno avesse contributi o testimonianze o pareri da aggiungere sono i benvenuti , sia qui che sul Blog dei Not Moving.
a flash on you !!!
lunedì, aprile 04, 2005
Il Papa "nero" ?
Sul Corriere della Sera del 26 marzo è stato pubblicato un interessante scritto del teologo dissidente Kung sulle undici contraddizioni di Wojtyla.
Una gestione vaticanocentrica, che smentisce le strombazzate dichiarazioni di apertura ed ecumenismo, con una pratica reazionaria:
verso i poveri (ostacolando il controllo delle nascite);
verso le donne, demonizzando il sesso e la loro discriminazione, negando la loro ordinazione o l'uso della pillola, mantenendo un sacerdozio maschile e celibe, non previsto nella Bibbia e fino al primo millennio;
verso le altre religioni, definite "forme deficitarie di fede";
verso movimenti e religiosi critici che vengono isolati, discriminati, ridotti alla museruola
verso i principi di democrazia e di divisione dei poteri, tant'è che non viene sottoscritta la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo;
verso le vittime degli orrori e dei peccati della Chiesa, presentati come compiuti da alcuni figli, ma non dai papi o dalla chiesa in quanto tale, non incontrando alcune vittime della pedofilia ecclesiastica, ;
verso personalità e movimenti repressi, mentre eccede con le canonizzazioni;
verso le peculiarità culturali e religiose del Concilio vat. II;
verso i movimenti di massa, alimentati con l'enfasi mediatica;
Quando, si chiede Kung, i cardinali vorranno porre fine ai gravi danni, della politica di Wojtyla ?
Una gestione vaticanocentrica, che smentisce le strombazzate dichiarazioni di apertura ed ecumenismo, con una pratica reazionaria:
verso i poveri (ostacolando il controllo delle nascite);
verso le donne, demonizzando il sesso e la loro discriminazione, negando la loro ordinazione o l'uso della pillola, mantenendo un sacerdozio maschile e celibe, non previsto nella Bibbia e fino al primo millennio;
verso le altre religioni, definite "forme deficitarie di fede";
verso movimenti e religiosi critici che vengono isolati, discriminati, ridotti alla museruola
verso i principi di democrazia e di divisione dei poteri, tant'è che non viene sottoscritta la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo;
verso le vittime degli orrori e dei peccati della Chiesa, presentati come compiuti da alcuni figli, ma non dai papi o dalla chiesa in quanto tale, non incontrando alcune vittime della pedofilia ecclesiastica, ;
verso personalità e movimenti repressi, mentre eccede con le canonizzazioni;
verso le peculiarità culturali e religiose del Concilio vat. II;
verso i movimenti di massa, alimentati con l'enfasi mediatica;
Quando, si chiede Kung, i cardinali vorranno porre fine ai gravi danni, della politica di Wojtyla ?