giovedì, ottobre 31, 2019

mercoledì, ottobre 30, 2019

Il meglio del mese. Ottobre 2019



Ci si avvia alla fine del 2019, tanti titoli in gara per il top dell'anno: Specials, Dream Syndicate, Iggy Pop, The Beat, Joe Jackson, Bob Mould, Paul Weller, Ride, la compilation 3X4, PP Arnold, Nick Cave, Avery R. Young, Chris Robinson Brotherhood, Oh Sees, Limboos, Fontaines DC, Kate Tempest, Philip Bailey, Liam Gallagher, Durand Jones and the Indications, Soul Motivators, Sleaford Mods, Suzi Quatro, Juliana Hatfield, Tanika Charles, Mavis Staples, Hugo Race Fatalists, The Raconteurs, Hannah Williams and the Affirmations, Gospelbeach..

In Italia Winstons, Daniele Silvestri, Julie's Haircut, Massimo Volume, Cesare Basile, Piaggio Soul Combination, Giuda, Oscar, Vinicio Capossela, Yum, Giulio Casale, I Rudi, Minis, London Underground, Ifriqiiyya Electrique, Oscar, Doubling Riders, Homesick Suni, Ophiuco, Zac, Massimiliano LaRocca, Aldi dallo spazio.


HANNAH WILLIAMS AND THE AFFIRMATIONS - 50 Foot Woman
Nuovo album per la fenomenale cantante di Bristol, accompagnata da una band che, come sempre, fa faville. Potentissimo funk soul dalle tinte blues e gospel, brani scintillanti, una produzione impeccabile che mette in risalto il sapore 60's ma si pone in una chiave modernissima e attuale.
E candida quello di Hannah tra i migliori album "black" dell'anno.

KIM GORDON - No home record
Esordio solista oscuro, angosciante, duro, sperimentale, elettronico, Sonic Youth, personale e con un marchio di fabbrica ben riconoscibile.
A me piace l'artista Kim Gordon e la sua musica.

BEATLES - Abbey Road 50th anniversary
Sono piuttosto contrario, anzi nutro una profonda avversione per il remix degli album storici/intoccabili/monumenti.
Lo avverto come un ennesimo raschiamento del barile.
Il lavoro di Gilles Martin è comunque encomiabile, rende vivido il suono, esalta alcune parti (vocali e strumentali), ci fa riascoltare l'album in altra veste, certo, ma rimane la sensazione di un'operazione del tutto inutile, con l'unico scopo di rivendere per l'ennesima volta la stessa cosa.
Detto questo "Abbey Road" è uno dei miei tre/quattro dischi preferiti di sempre, i Beatles l'espressione umana che più si avvicina a Dio e quindi l'ho riascoltato con grande gusto e piacere.
Il compendio di demo e provini è come sempre abbondante, gustoso e interessante, delizioso per i Beatlesiani accaniti, sicuramente superfluo per il fruitore "normale".
Molto bella la versione più ruvida e rock di "You never give me your money", fantastico assaporare la precisione metronomica del drumming di Ringo nella take 9 di "Here comes the sun" e il raffinato lavoro su "Oh darling" take 4.
C'è la suite del lato B con "Her Majesty" inserita come originariamente previsto e non spezzone finale.
Un'ennesima operazione che non mancherà di placare la sete di "novità" dei Beatlesiani.

RINGO STARR - What's my name
Il buon Ringo non smette di buttare sul mercato nuovi dischi dallo spessore mediocre e dal sapore sempre più insipido.
Nessuno ha mai preteso più di tanto ma in carriera qualcosa di buono (talvolta ottimo) lo aveva azzeccato.
Sono invece anni che è adagiato sulla nostalgia (qui un brano di John con Paul al basso e ai cori non particolarmente irresistibile e una versione di "Money" inascoltabile con voce con vocoder). Il resto è qualche brano grintoso e poco altro.
Un po' meglio delle cose più recenti ma, con tutto l'affetto e l'amore: Ringo, ti prego, basta...

NICK CAVE AND THE BAD SEEDS - Ghosteen
La musica "rock" è il più delle volte rappresentazione, teatralità, finzione, metafora.
Raramente riesce ad esplicitare l'animo umano in tutta a sua spontaneità.
"Ghosteen" è una marcia funebre solenne e straziante, da essere, a tratti, insopportabile, per intensità.
La pace rassegnata nell'ineluttabile.
Linee musicali minimali e scarne per un disco unico, coraggioso, impressionante, irripetibile.

JOHN COLTRANE - Blue World
Nel 1964 Coltrane tra "Crescent" e "A love supreme", entrò in studio per incidere la colonna sonora del film "Le chat dans le sac" di Gilles Groulx con i fidati Jimmy Garrison, Elvin Jones e McCoy Tyner. Per la prima volta riprende brani già incisi e aggiunge l'inedita (stupenda) "Blue world". Le incisioni non verranno mai pubblicate, fino ad oggi.
Coolness allo stato puro.

MARK LANEGAN BAND - Somebody's knocking
Non sarà un capolavoro ma il nuovo album è sempre efficace, gradevolissimo nel suo mix di decadentismo dark/goth (a tratti vicino ai Psychedelic Furs), elettronica quasi danzereccia, l'anima deep blues che continua a rantolare come sempre.
Buon disco.

JULIE'S HAIRCUT - In the silence electric
Ottavo album per la band emiliana, che non finisce di stupire per quanto sia progressivamente in grado di ampliare lo spettro di suggestioni sonore e artistiche.
Nei 40 minuti (9 brani) convergono i Pink Floyd di "Ummagumma", i Suicide, il kraut rock ipnotico e tronico dei Neu!, Lou Reed, shoegaze, feedback "sonici" e tanta, tanta psichedelia nelle sue forme più progressive e meno ancorate al classico concetto del "genere".
Stiamo parlando in questo caso di espansione della mente, di allargare orizzonti e obiettivi.
Lo spessore e il respiro sono da tempo internazionali, le proporzioni di sviluppo sempre più esponenziali.
Un gruppo unico nel panorama nostrano, un disco, ancora una volta, di qualità eccelsa.

ZAC - Zac
Lorenzo Moretti (chitarrista e compositore nei Giuda) e il polistrumenista Tiziano Tarli, firmano un irresistibile esordio per la prestigiosa etichetta inglese Damaged Good. Power pop dalle melodie di gusto 60's, innestate in un sound primi 70, tra glam, rock FM dell'epoca, Marc Bolan, Be Bop DeLuxe.
Disco divertente, esplosivo, super cool!

TEMPLES - Hot Motion
Il terzo album della band inglese ci conferma l'alta qualità delle loro composizioni, visionarie, Barrettiane, pop psichedeliche, che guardano ovviamente ai tardo 60's ma anche ai primi 70 ma hanno un gusto modernissimo, fresco, attuale.

ALLAH LAS - Lahs
Uno stupendo mix di sonorità tipicamente American 60's, da Buffalo Springfields a Byrds, attraverso Love e Jefferson Airplane, un tocco di indolenza alla JJ Cale, uno sguardo al George Harrison solista. Il tutto in una tonalità narcolettica e ipnotica, avvolgente e lisergica.

GOSPELBEACH - Let it burn
Puro groove West Coast tardo 60 con pizzichi di Stones, qualche buona dose di rock n roll, Kinks, Small Faces, country e soul.
Ancora una volta una prova di grande livello per una band da tenere in costante crescita.

TAXIWARS - Artificial horizons
I TaxiWars sono il frutto della collaborazione tra il frontman della rockband dEUS Tom Barman e il sassofonista belga Robin Verheyen.
Il risultato è un album particolarissimo tra intensi groove funk, un forte sapore jazz, un gusto noir che permea il tutto. Un lavoro affascinante e avvolgente.

THE COMET IS COMING - The Afterlife
Shabaka Hutchings e la sua band tornano con un ep di sei brani come sempre all'insegna dell'avanguardia del new british jazz. Funk, elettronica, jazz, hip hop, spiritual e cosmic jazz. Interessante e perfetto specchio di come si sta evolvendo il jazz più progressista.

NEJIRA - Blume
Brillante esordio per il collettivo prevalentemente femminile. Sezione di quattro fiati, batteria, contrabbasso, chitarra. Grande groove jazz funk a anche nu soul, hip hop e altre contaminazioni sparse tra afro e reggae.

JOE ARMON-JONES - Turn to clear view
Membro degli Ezra Collective con un album solista pregevolissimo in cui jazz, funk, soul e spiritual soul si amalgamano alla perfezione.
Con l'aiuto di alcuni amici/che (tra cui la favolosa Georgia Ann Muldrow), un lavoro avvolgente, sinuoso, super cool.

KOKOROKO - ep
Ensemble di otto elementi alle prese con un ep di esplicita ispirazione afro jazz in chiave molto dilatata, lenta, liquida.
Un sound più tradizionale e meno innovativo rispetto alla direzione caratteristica della scena New Brit Jazz.

LONDON AFROBEAT COLLECTIVE - Humans
Spettacolare album di afrobeat, soul, jazz, dub e afrofunk, dalle forti connotazioni politiche e dal groove spesso irresistibile. Travolgente!

THE MIGHTY MOCAMBOS - 2066
Viaggia di torrido funk la band di Amburgo. Anche tanto soul e ogni declinazione della black music. Ospiti come Gizelle Smith, Ice T e Lee Fields completano il parterre. Ottimo album!

PROFESSOR WOUASSA - Yobale ma!
Vengono da Losanna e sono in undici a suonare un eccellente afro funk di grande fattura, tanto jazz e un groove di prima qualità.
Band da seguire e apprezzare.

KAPUTT - Carnage Hall
Sestetto scozzese che si muove tra X Ray Spex, B 52's, Devo, Minutemen. Brani nevrotici e nervosi, ritmiche spezzate, umori free jazz e no wave. Strani, energici, pulsanti.

WIVES - So removed
Un riuscito mix di Velvet Underground, Modern Lovers, Pixies e ruvidezze varie per l'ottima band new yorkese. Niente di indimenticabile ma l'album suona bene e molte canzoni prendono al primo ascolto.

MASSIMILIANO LA ROCCA - Exit / Enfer
Massimiliano La Rocca scrive un album importante, intensissimo, profondo, realizzato alla perfezione, grazie anche al prezioso "piccolo aiuto di qualche amico".
E che amici! Hugo Race produce, Enrico Gabrielli, Don Antonio Gramentieri, Howe Gelb contribuiscono con la loro infinita esperienza. La Rocca è un raro esempio di chi riesce a "tradurre" in chiave italiana il verbo di Nick Cave, filtrandolo attraverso il patrimonio culturale della canzone d'autore nostrana, da Tenco a De Andrè, da Fossati a Ciampi, a Cesare Basile.
Gli undici brani autografi procedono con solennità, assorbono umori mediterranei ("Il regno" ad esempio), blues, post punk, tanta anima e tanto cuore. tra i migliori dischi italiani del 2019.

ALDI DALLO SPAZIO - Quasar
Giovanissima band di Ravenna che partendo dal prog spazia poi in un contesto psichedelico, rock blues, jazz rock con echi di Beatles, Pink Floyd, Colosseum, PFM, Canterbury Sound. Suonano in modo pazzesco, grandi brani, grandissimo album.
Uno dei nomi più interessanti usciti nella scena nostrana nel 2019 e che si affiancano ai Winstons nella ricerca e riproposizione di questi suoni.

FRANCESCO PIU - Crossing
Difficile confrontarsi con Robert Johnson. E pericoloso farlo con chi aveva fatto un patto con il diavolo. Il bluesman sardo raccoglie la sfida e lo affronta a muso duro, tenendogli testa e riuscendo nell'impresa di tirare fuori da quei brani immortali qualcosa di nuovo e originale, tra rock, sonorità mediterranee (vedi la sorprendente versione di "Love in vain") con tanta personalità e originalità.
Ovviamente è il blues, quello vero che arriva dal profondo dell'anima, a guidare le danze e l'omaggio al più grande di tutti è totalmente riuscito.

ROYAL KEBAB - Good but useless
Giuseppe “Sebi” Filigi, chitarrista storico dei Senzabenza, prende le redini di un progetto parallelo, proponendo un ottimo lavoro a base di punk, power pop, riferimenti a Skunk Anansie e Alleycats. Ottima la produzione, grande tiro, brani fruibili, lavoro decisamente interessante.

RONIN - Bruto minore
E' sempre un conturbante e piacevole impegno immergersi nelle avvolgenti note dei Ronin. Vent'anni di attività, cinque album alle spalle, un sound riconoscibile ma sempre complesso, in cui non è semplice districarsi, tra atmosfere blues, impennate jazz core, un approccio post rock, un passo malinconico, il tutto sempre rigorosamente strumentale e dall'incedere solenne.
"Bruto minore" non tradisce le aspettative e conferma la band di Bruno Dorella e compagni tra le migliori realtà in circolazione nella Penisola.

FERRO SOLO – Almost Mine: The Unexpected Rise and Sudden Demise of Fernando – Part 2
Secondo capitolo dell’esperienza solista di Ferruccio Quercetti, chitarra e voce di quell’incredibile e stupenda entità punk ‘n’ roll che è quella dei CUT. Il secondo volume riprende il mondo di Ferro Solo (anzi del suo alter ego Fernando, protagonista di entrambi i dischi), fatto di rock ‘n’ roll ma anche di intense ballate folk blues, umori 60’s, sguardi al power pop, ai Cramps (“Early bird”) e a tanto altro. Suoni e arrangiamenti diretti e scarni, brani intensi e crudi. Un nuovo passo nella giusta direzione.

THE BEATERSBAND – Black Christmas
Forse è ancora un po’ presto ma la band toscana si porta avanti con un ep di quattro brani in cui in versione punk rock riprendono ironicamente e simpaticamente, quattro temi natalizi. Ben eseguito, il giusto tiro, tanta energia.

ASCOLTATO ANCHE
BLAENAVON (musica eunuca per un disco eunuco), METZINGERS (epic pop punk), PAUL & the TALL TREES (cantautorato rock soul country. Interessante ma mai bene definito), BANDINI (un ottimo lavoro molto Tom Waitsiano, ben fatto e prodotto), PENDLETONS (gradevole soft soul), REFUSED (punk estremo ma no particolarmente convincente per le vecchie glorie svedesi), JUKKA ESKOLA SOUL TRIO (buon soul jazz strumentale dalla Finlandia), FOALS (indie brit rock anonimo), DANIEL MAUNICK (jazz, dub, elettronica, nu grooves)

LETTO

PATTIE BOYD - La mia vita con George Harrison e Eric Clapton
E' ormai incalcolabile il numero di libri dedicato agli agli 60, la Swinging London, i Beatles etc.
Il nuovo capitolo, scritto da PATTIE BOYD, protagonista di primo piano dell'epoca, modella, fotografa, moglie di GEORGE HARRISON dal 1966, poi di ERIC CLAPTON dal 1974, testimone di un periodo cruciale per la storia della musica rock, non aggiunge granchè di nuovo, ma rimane, per noi inguaribili appassionati di quegli anni, una lettura gradevolissima, piena di curiosità, episodi pruriginosi e "scandalosi".
Le feste nei 60's, gli acidi, i BEATLES, poi l'eroina, l'alcool a fiumi, il degrado, i tradimenti, la solitudine, il disagio, lo sballo, seppelliti da una disponibilità economica illimitata che porta ad una bolla irreale, all'isolamento, al vivere senza contatti concreti con la realtà.
George ed Eric non ne escono tanto bene, il secondo in particolare.
Alla fine la serenità ritrovata con grandi difficoltà.

BRET EASTON ELLIS - Bianco
L'autore di capolavori come "Meno di Zero" e "American Psycho" (senza dimenticare "Glamorama") approda al primo lavoro autobiografico, riguardando alla sua infanzia e adolescenza e sublimando il suo amore per il cinema, facendo diventare "Bianco" anche una sorta di saggio sulle sue pellicole preferite.
Ellis si toglie parecchi sassolini dalle scarpe, restituendo in cambio macigni verbali lanciati con sprezzante ferocia.
Che sia l'ostentata superiorità morale della sinistra americana o la comunità gay "istituzionale" ("Il Gay come Elfo magico"), i millenials (la "Generazione Inetti"), lo strapotere dei social, l'isteria anti Trump (a cui dedica parecchie considerazioni - molto interessanti - di cui sarebbe opportuno fare tesoro anche qui da noi).
Pervade il libro un nostalgico (e reiterato) rimpianto per un'età perduta, in cui "crescere" non era esclusiva pertinenza di asfissianti genitori, tra censure e divieti.
Il tutto in un profluvio di accidiose parole, giudizi sprezzanti e tranchant, felicemente, volutamente, "politicamente scorretto".
I fan di Easton Ellis si divertiranno e apprezzeranno, per gli altri meglio dedicarsi ai suoi gioielli precedenti.

REVERENDO LYS - Born Losers
Un libro destinato ai BORN LOSERS.
Quei pochi impazziti per quei suoni ruvidi, penetranti, ammalianti, stordenti, travolgenti che, dai Sonics sono passati attraverso Fuzztones, Chesterfield Kings, Creeps e sempre più flebili sono arrivati ai nostri giorni.
Ma come dice Lys: "Il rock 'n' roll non ha bisogno di prove, ma di racconti memorabili".
Il Reverendo raccoglie con il suo personalissimo stile di scrittura, pieno di voluta esagerata enfasi e metafore (spesso, come è giusto che sia, senza limiti) una storia mirabile, quella del garage punk rock e di tutti quei perdenti che ancora gli sono appresso.
Decine di schede dedicate dai nomi apparsi come una meteora a quelli che hanno invece lasciato scritto un pezzo di storia.
A corredo una serie di preziose interviste esclusive a molti dei protagonisti.
Se siete Born Losers un testo imperdibile.
Se non lo siete, diventatelo, vivrete una vita inimitabile.

MARCO GROMPI - David Crosby Ultimo eroe dell`Era dell`Acquario
Testimone di un'epoca irripetibile (i 60's in tutta la loro completezza, sociale, artistica, di costume, di cambiamenti), vittima di dipendenze estreme, tra cadute rovinosissime e rinascite insperate.
David Crosby è un'icona della musica "rock" nell'accezione più ampia.
Dai Byrds a CSN&Y, le avventure soliste e le collaborazioni.
Una storia avvincente e, perlomeno, in Italia poco conosciuta, avendo avuto dalle nostre parti un ruolo e una visibilità non sempre di primo piano.
Il libro di Grompi è una biografia come dovrebbe sempre essere: precisa, competente, approfondita, appassionata.
L'appendice finale con la discografia completa, anche degli episodi più sconosciuti è esemplare.

CARLO BONOMI - Agorà Underground
Quella degli AGORA' è stata una meteora, per quanto luminosa e di ricco spessore artistico, nel caotico mondo del rock italiano dei primi anni 70.
Ai confini tra jazz rock e prog, un album registrato live al Montreux Jazz Festival come esordio, mille occasioni e opportunità, tanto seminato ma scarsa raccolta di frutti.
Spesso snobbati dalla critica, guardati con sospetto dal giro"politico" per non essersi mai esplicitamente schierati, vissero quegli anni turbolenti sempre in seconda fila.
Interessante la storia, raccontata nei minimi dettagli, che li porta dagli anni beat (Les Garcons, i Cancelli Aperti) ai 70 (OZ Master Magnus Ltd, un album in odore beatlesiano) per poi sfumare nei più edonisti 80, fino a una recente reunion.
Libro veloce e pieno di rimandi a nomi, situazioni, eventi (parteciparono al concerto al Parco Lambro poi documentato sull'omonimo disco ad esempio), considerazioni.

VISTO

Il traditore di Marco Bellocchio
Marco Bellocchio difficilmente fallisce.
Il suo sguardo è sempre rigoroso, severo, preciso.
Non concede nulla in questo potente ritratto del "pentito" Tommaso Buscetta e della Cosa Nostra degli anni 80, tra stragi, guerre efferate, fino ai maxi processi innestati dalle sue rivelazioni.
Favino e Lo Cascio giganteggiano, le due ore e mezza volano, presi nella morsa di un'angoscia costante.
Il Buscetta tragicomico, braccato in ogni parte del pianeta, chiuso tra carceri e tribunali ma soprattutto nella sua inattaccabile adesione ad un "ideale" mafioso da "cui non si esce mai".
Fenomenali la festa per Santa Rosalia in apertura (che rievoca quella de "Il cacciatore" di Scorsese) e l'attentato a Falcone cui segue l'osceno festeggiare dei mafiosi.
Forte, crudo, teso, allo stesso tempo lieve: tutto, prima o poi, finisce.

COSE VARIE
Ogni giorno mie recensioni italiane su www.radiocoop.it, ogni domenica "La musica ribelle", una pagina sul quotidiano "Libertà", ogni mese varie su CLASSIC ROCK.
Occasionalmente su "Il Manifesto".
Sul sito di RadioCoop (www.radiocoop.it) ogni lunedì va in onda il TG musicale "3 minuti con RadioCoop" condotto da me , Carlo Maffini e Paolo Muzio.

VISTO

Fred Frith TRIO + JOHN GREAVES live a Piacenza
L'Associazione Musiche Nuove di Max Marchini porta nuovamente a Piacenza un raggio di sole di cultura e di storia.
Al Conservatorio Nicolini suonano due pilastri della musica d'avanguardia (strettamente imparentata, in passato, con quella scena attigua al Canterbury Sound, essendo i due già membri dei mitici Henry Cow).
Ad aprire JOHN GREAVES (oltre agli Henry Cow, ha suonato con National Health, Peter Belgvad, collaborato con Robert Wyatt e protagonista di una luna carriera solista), accompagnato dalla chitarra di Olivier Mallano e dalla voce potentissima, quasi lirica di Annie Barbazza, perfetta nel coadiuvare John.
Canzoni in perfetto bilico tra il gusto armonico del primo prog, echi di Canterbury, classicismi, jazz, avanguardia.
Incantevole.
Alla fine sale anche Fred Frith ad accompagnare il vecchio compagno di avventure. Tocca poi al rigore di FRED FRITH (accompagnato dallo splendido drumming del giovane Jordan Glenn e dal basso di Jason Hoopes).
Un monumento della chitarra d'avanguardia, 400 album in cui compare, a fianco di Robert Wyatt, Brian Eno, Mike Oldfield, Marc Ribot, Residents, Lol Coxhill, John Zorn con i Naked City, Bill Laswell, Syd Barrett con l'estempranea The Last Minute Put Together Boogie Band.
Un brano/improvvisazione di un'ora che ripropone il caos totale, in un ipnotico assalto sonoro, sperimentale, duro, spiazzante.
Pubblico discretamente numeroso, età avanzatissima ma anche un piccolo stuolo di giovani, resa sonora perfetta.

IN CANTIERE

NOT MOVING LTD in tour

Giovedì 31 ottobre: Roma "Whishlist"
https://www.facebook.com/events/493026451539101/
Venerdì 1 novembre: Colle Val d'Elsa (SI) "Bottega Roots"
Venerdì 8 novembre: Milano “Cox 18”
https://www.facebook.com/events/438179893464024/
Sabato 9 novembre: La Spezia “Skaletta”
https://www.facebook.com/events/1312303395608920/
Venerdì 22 novembre: Fontanafredda (PN) "AstroClub"
https://www.facebook.com/events/691580767987717/
Domenica 15 dicembre: Catania "Teatro Coppola"
Venerdì 20 dicembre: Piacenza “Musici per caso"
Sabato 21 dicembre: Bologna “Freakout”
Domenica 22 dicembre: Torino “Blah Blah”

https://www.facebook.com/Not-Moving-L-T-D-302470280600832

martedì, ottobre 29, 2019

Bret Easton Ellis - Bianco



L'autore di capolavori come "Meno di Zero" e "American Psycho" (senza dimenticare "Glamorama") approda al primo lavoro autobiografico, riguardando alla sua infanzia e adolescenza ma anche al proseguio, infarcito di aneddoti di ogni tipo e sublimando il suo amore per il cinema, facendo diventare "Bianco" anche una sorta di saggio sulle sue pellicole preferite.

Ellis si toglie parecchi sassolini dalle scarpe, restituendo in cambio macigni verbali lanciati con fiera ferocia.
Che sia l'ostentata superiorità morale della sinistra americana o la comunità gay "istituzionale" ("Il Gay come Elfo magico"), i millenials (la "Generazione Inetti"), lo strapotere dei social, l'isteria anti Trump (a cui dedica parecchie considerazioni - molto interessanti - di cui sarebbe opportuno fare tesoro anche qui da noi).

Pervade il libro un nostalgico (e reiterato) rimpianto per un'età perduta, in cui "crescere" non era esclusiva pertinenza di asfissianti genitori, tra censure e divieti.

Il tutto in un profluvio di accidiose parole, giudizi sprezzanti e tranchant, felicemente, volutamente, "politicamente scorretto".

I fan di Easton Ellis si divertiranno e apprezzeranno, per gli altri meglio dedicarsi ai suoi gioielli precedenti.

Quando andavi in una libreria o in un negozio di dischi o al cinema o in edicola, dedicavi il tuo tempo a queste spedizioni investendo una maggior quantità di impegno e di attenzione di quanto tu non faccia premendo dei tasti e grazie a questo c'era più probabilità di gratificazione.
C'erano un romanticismo in quell'era analogica, un ardore, una diversità, che si sono persi nell'era digitale del post-Impero quando ogni cosa infine ha cominciato a sembrarci usa-e-getta e a portata di mano.

lunedì, ottobre 28, 2019

Get back. Dischi da (ri)scoprire



Ogni mese la rubrica GET BACK ripropone alcuni dischi persi nel tempo e meritevoli di una riscoperta.
Le altre riscoperte sono qui:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/Get%20Back

THREE DOG NIGHT - Cyan
Ottimo album del 1973 del trio vocale americano. Tipico sound soul rock, grandi armonie vocali, brani come "Shambala" e "Happy song" a arricchire il tutto con un groove ancore fresco e potente.

DAVE DEE, DOZY, BEAKY, MICH and TICH - If Music Be the Food of Love ... Then Prepare for Indigestion
Secondo album per il quintetto inglese che risente delle prime influenze freakbeat psichedeliche (1967), un po' di baroque pop, sound più che godibile, tanto gusto beat tipicamente mid 60's. Ninete di imperdibile ma un album (e un gruppo) che merita un ascolto.

JEFF BECK - Rough and ready Sciolto il portentoso Jeff Beck Group, il grandissimo chitarrista intraprese una dignitosa carriera solista, il cui primo album fu nel 1971 a base di un corposo rock soul blues con il poderoso drumming di Cozy Powell e l'ottima voce di Bobby Tench. Grande classe di Beck, brani di notevole tiro e album ancora più che godibile.

THE KINGSMEN - Up and away
Il sesto album della band di "Louie Louie".
Molto intrigante tra cover classiche, riproposte con particolare gusto, come "Shake a tailfeather" e "Mustang Sally" e cose come"If I needed someone" dei Beatles e "Under my thumb" degli Stones. Ottima "Killer Joe" che entrò in classifica e alcuni originali pieni di rhythm and blues soul rock.

sabato, ottobre 26, 2019

Not Moving LTD, Classic Rock



Nel nuovo numero di CLASSIC ROCK parlo degli album di RON WOOD, BILLY BRAGG, MICHELE BITOSSI, Comix, le compilation "Matita Emostatica" e "Firenze Sogna", Alessandro Errichetti, Domovoi e del libro di John Doe e Tom DeSavia "More fun in the new world".



NOT MOVING LTD in tour

Giovedì 31 ottobre: Roma "Whishlist"
https://www.facebook.com/events/493026451539101/
Venerdì 1 novembre: Colle Val d'Elsa (SI) "Bottega Roots"
Venerdì 8 novembre: Milano “Cox 18”
https://www.facebook.com/events/438179893464024/
Sabato 9 novembre: La Spezia “Skaletta”
Venerdì 22 novembre: Fontanafredda (PN) "AstroClub"
Sabato 14 dicembre: Tortona (AL) TBC
Domenica 15 dicembre: Catania "Teatro Coppola"
Venerdì 20 dicembre: Piacenza “Musici per caso"
Sabato 21 dicembre: Bologna “Freakout”
Domenica 22 dicembre: Torino “Blah Blah”

Claudio Bonomi - Agorà Underground



Quella degli AGORA' è stata una meteora, per quanto luminosa e di ricco spessore artistico, nel caotico mondo del rock italiano dei primi anni 70.

Ai confini tra jazz rock e prog, un album registrato live al Montreux Jazz Festival come esordio, mille occasioni e opportunità, tanto seminato ma scarsa raccolta di frutti.

Spesso snobbati dalla critica, guardati con sospetto dal giro"politico" per non essersi mai esplicitamente schierati, vissero quegli anni turbolenti sempre in seconda fila.

Interessante la storia, raccontata nei minimi dettagli, che li porta dagli anni beat (Les Garcons, i Cancelli Aperti) ai 70 (OZ Master Magnus Ltd, un album in odore beatlesiano) per poi sfumare nei più edonisti 80, fino a una recente reunion.

Libro veloce e pieno di rimandi a nomi, situazioni, eventi (parteciparono al concerto al Parco Lambro poi documentato sull'omonimo disco ad esempio), considerazioni.

"Pur condividendo le istanze di libertà e di uguaglianza che esprimevano i movimenti, non avevamo nessuna velleità rivoluzionaria, né tantomeno ci sentivamo di associare il nome degli Agorà a iniziative di matrice politica.
Semmai più che di sinistra ci sentivamo dei libertari, dei radicali o ancora più precisamente degli anarchici."

venerdì, ottobre 25, 2019

Soviet Hippies



La regista Terje Toomistu nel documentario SOVIET HIPPIES ha raccolta una serie di testimonianze e rarissime immagini d'epoca che documenta la difficile, pericolosa ed estrema della scena HIPPIE in UNIONE SOVIETICA tra la fine dei 60 e i 70.

Scoprendo l'esistenza di un mondo diffuso in tutta l'URSS, che si incontrava, creava, resisteva, nonostante le feroci persecuzioni delle autorità.
Che talvolta permetteva raduni e concerti in modo da poterli arrestare tutti in una volta e, non di rado, spedire in ospedali psichiatrici o arruolarli a forza nell'esercito.

Il paranoico sistema sovietico aveva infiltrato spie ovunque.
Anche tra gli hippies ovviamente, spesso traditi dai "compagni" che ne denunciavano le "devianze".
La regista ha ritrovato molti di loro e li ha fatti parlare.

Il doc (in tedesco) è qui:
https://www.youtube.com/watch?v=jgsdYocpghg&t=1592s

L’Unione sovietica non era tutta sigillata, c’era uno scambio con l’occidente soprattutto attraverso i paesi baltici.

giovedì, ottobre 24, 2019

Pattie Boyd - Wonderful today – La mia vita con George Harrison e Eric Clapton



E' ormai incalcolabile il numero di libri dedicato agli agli 60, la Swinging London, i Beatles etc.

Il nuovo capitolo, scritto da PATTIE BOYD, protagonista di primo piano dell'epoca, modella, fotografa, moglie di GEORGE HARRISON dal 1966, poi di ERIC CLAPTON dal 1974, testimone di un periodo cruciale per la storia della musica rock, non aggiunge granchè di nuovo, ma rimane, per noi inguaribili appassionati di quegli anni, una lettura gradevolissima, piena di curiosità, episodi pruriginosi e "scandalosi".

Le feste nei 60's, gli acidi, i BEATLES (cioè: i BEATLES!!!!), poi l'eroina, l'alcool a fiumi, il degrado, i tradimenti, la solitudine, il disagio, lo sballo, seppelliti da una disponibilità economica illimitata che porta ad una bolla irreale, all'isolamento, al vivere senza contatti concreti con la realtà.

George ed Eric non ne escono tanto bene, il secondo in particolare.
Alla fine la serenità ritrovata con grandi difficoltà.

Londra apparteneva ai giovani.
Le vecchie strutture di classe dei nostri genitori stavano crollando.
Le vecchie convenzioni sociali venivano spazzate via.
A nessuno interessava da dove venissi o che scuola avessi fatto, che accento o quanti soldi avessi. Contava solo quello che avresti potuto fare, quello che avresti potuto creare.
Si era all'alba di una uova era e di un nuovo sistema di valori.

Io e George ascoltavamo la musica della Motown e altri nuovi artisti americani come Marvin Gaye, Martha and the Vandellas, Ronettes, Byrds e Dylan.

I Beatles vivevano una vita irreale e i musicisti erano le uniche persone di cui ne facevano parte. Avevano raggiunto la fama da giovanissimi, non avevano avuto modo di crescere come la maggior parte dei loro coetanei.
Sotto molti aspetti erano ancora dei bambini.
Sapevano poco o niente della vita.

mercoledì, ottobre 23, 2019

Cesare Basile - Cummedia + intervista



Cesare Basile è il miglior cantautore italiano in circolazione.

Ha creato un suono e uno stile.
Ha ricreato una tradizione, l'ha rinnovata, ha ricostruito le fondamenta di una nuova casa (come sempre aperta a tutti) sulle solide radici che ha trovato nella Terra (che non è solo Sicilia ma è il mondo intero).
E' un suono mediterraneo, blues, africano, nero, meticcio, atavico, moderno, futurista (perchè vede molto avanti).
CUMMEDIA (Urtovox Records) è un nuovo capolavoro come sempre ostinatamente in direzione contraria.

Con Cesare si è parlato di alcune cose:

Le canzoni sono un gesto, un atto politico, e un gesto non educa nessuno a parte te stesso, ma un gesto è fatto del corpo dell'attore e racconta il suo corpo a corpo col mondo. La canzone, per me, può essere solo conflittuale.

Recentemente ha deciso di abbandonare le agenzie di concerti e di tornare a fare da sè:

Voglio mettere meno cose possibili fra me, la mia musica e chi viene a sentirmi.
Credo che oggi ci sia bisogno di riprendersi il fare, trovo strano che in un mondo in cui non è mai stato cosi facile comunicare, lasciamo che le nostre relazioni siano determinate da terzi.


Io sono uno che viene dal mare e il mare avvicina gli uomini e li libera dalla terra, il mare ci porta all'altro e nell'altro scopriamo l'altrove. Cosa c'è di più bello? la Patria?

Sono giorni importanti quelli che ci sta capitando di vivere, giorni in cui lo scontro fra chi intende il mondo come uno spazio privato e chi come un luogo da attraversare liberamente si ripropone in diverse parti del globo e sotto diversi aspetti.
La contrapposizione è violenta e non ha niente a che vedere con la raccolta differenziata.
Guardiamo la cometa mentre passa, può annunciare i reticolati o salutare la rivolta.
Dipende da ognuno di noi.


Ora Cesare Basile è in tour con Sara Ardizzoni, Massimo Ferrarotto, Alice Ferrara, Vera Di Lecce.

In scaletta c'è tutto il nuovo disco e qualcosa di vecchio.
Le prime date sono state ottime, con partenza dal Coppola di Catania con un sold out.
Ci muoviamo in furgone con tranche di quattro concerti e due giorni di pausa.
Basi di appoggio a Roma, Barberino e Ferrara, a casa di amici.
Siamo una banda autoorganizzata e un po' a casaccio.
Muoviamo passi d'arrembaggio.


Giovedì 24 Ottobre Teatro dell' acquario, Cosenza
Venerdì 25 Ottobre Arci Centocittà, Crotone
Sabato 26 Ottobre Scugnizzo Liberato, Napoli
Lunedì 28 Ottobre Scumm, Pescara
Mercoledì 30 Ottobre Angelo Mai, Roma
Venerdì 1 Novembre Arci Progresso, Firenze
Sabato 2 Novembre Caracol, Pisa
Domenica 3 Novembre Cisim, Lido Adriano RA
Giovedì 7 Novembre Germi, Milano
Venerdì 8 Novembre Citabiunda, Neive CN
Sabato 9 Novembre Black Inside, Lonate Ceppino VA
Domenica 10 Novembre Mon amì, Montichiari BS

martedì, ottobre 22, 2019

Fred Frith Trio + John Greaves a Piacenza 21-10-2019



L'Associazione Musiche Nuove di Max Marchini porta nuovamente a Piacenza un raggio di sole di cultura e di storia.
Al Conservatorio Nicolini suonano due pilastri della musica d'avanguardia (strettamente imparentata, in passato, con quella scena attigua al Canterbury Sound, essendo i due già membri dei mitici Henry Cow).

Ad aprire JOHN GREAVES (oltre agli Henry Cow, ha suonato con National Health, Peter Belgvad, collaborato con Robert Wyatt e protagonista di una luna carriera solista), accompagnato dalla chitarra di Olivier Mallano e dalla voce potentissima, quasi lirica di Annie Barbazza, perfetta nel coadiuvare John.
Canzoni in perfetto bilico tra il gusto armonico del primo prog, echi di Canterbury, classicismi, jazz, avanguardia.
Incantevole.
Alla fine sale anche Fred Frith ad accompagnare il vecchio compagno di avventure.

Tocca poi al rigore di FRED FRITH (accompagnato dallo splendido drumming del giovane Jordan Glenn e dal basso di Jason Hoopes).
Un monumento della chitarra d'avanguardia, 400 album in cui compare, a fianco di Robert Wyatt, Brian Eno, Mike Oldfield, Marc Ribot, Residents, Lol Coxhill, John Zorn con i Naked City, Bill Laswell, Syd Barrett con l'estempranea The Last Minute Put Together Boogie Band.
Un brano/improvvisazione di un'ora che ripropone il caos totale, in un ipnotico assalto sonoro, sperimentale, duro, spiazzante.

Pubblico discretamente numeroso, età avanzatissima ma anche un piccolo stuolo di giovani, resa sonora perfetta.

lunedì, ottobre 21, 2019

Editoria in Italia nel 2019



Il rapporto dell’Associazione Italiana Editori (Aie) sullo stato dell’editoria 2019, presentato alla Fiera Internazionale del libro di Francoforte.

Risultati positivi per il numero di imprese attive (+1,4%), il numero di titoli pubblicati (+9,8%) e quello dei titoli commercialmente vivi (+10,1%) che sono oltre 1,2 milioni. Un numero, quest’ultimo, in progressivo aumento (era pari a 360mila nel 2000) e che esprime la potenzialità di avere un buon catalogo – essenza stessa del lavoro dell’editore – da valorizzare al meglio negli store online.

Le case editrici attive sono 4.972.
Dal 2010 + 825 nuove case editrici.

Nel 2018 sono stati pubblicati 78.875 nuovi titoli.

Il lettore trova oggi a sua disposizione più titoli, prezzi e formati diversi tra cui scegliere rispetto a quanto non avveniva anni fa.
Cala la produzione di titoli di ebook. Nel 2018 ne sono stati pubblicati 51.397 ( -17,2%).
Il prezzo medio di copertina (non ponderato e alla produzione) tra 2017 e 2018 è stato di 19,48 euro, +3,8% rispetto al 2017.
Nel 2018 ha letto almeno un libro il 62% della popolazione nella fascia 15-75 anni di età, pari a circa 28,2 milioni di persone.

L'Italia si colloca al diciannovesimo posto nell’Unione Europea per i tassi di lettura.
Il 41% di chi dichiara di aver letto non arriva a tre libri l’anno e solo il 17% ha letto almeno un libro al mese.


Solo il 9% nel 2019 ha letto più di un’ora continuativa al giorno.
Il nostro Paese si colloca all’ultimo posto per il livello di comprensione dei testi.
Solo il 24,8% della popolazione ha adeguate competenze nella comprensione e nell’analisi dei testi.

La libreria si conferma come principale canale attraverso cui gli italiani comprano libri da leggere (69% delle vendite nel 2018 contro il 79% nel 2007).
L’e-commerce del libro fisico raggiunge il 24% del totale.

Nei primi otto mesi dell’anno si registra una crescita del +5% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

domenica, ottobre 20, 2019

The Grotto Shell, Margate



La fine del mondo è la rubrica domenicale che va ad esplorare i luoghi abbandonati dalla storia, particolari o estremi.
I precedenti post:

http://tonyface.blogspot.it/search/label/La%20fine%20del%20mondo

Nel 1835, un lavoratore nel Kent, Inghilterra, si accorse che il terreno su cui stava lavorando suonava vuoto.
Trovata un'apertura fece calare il giovane figlio in quella che si rivelò essere un'ampia grotta, con numerose stanze tutte decorate da un mosaico di di centinaia di migliaia di conchiglie accuratamente sistemate.

Comprò la terra, sistemò l'apertura e nel 1837, la Shell Grotto di Margate è stata aperta al pubblico per la prima volta.

Non è ancora stata scoperta la funzione della grotta che qualcuno data a 3.000 anni fa.
Anche se è più probabile la teoria che vuole la sua nascita nel 1700 e sia collegata alla massoneria o ai Cavalieri Templari.

Le conchiglie nella grotta, tra cui capesante, buccini, cozze, vongole, patelle e ostriche, sono molto comuni nelle zone circostanti.

La grotta attira ogni anno migliaia di visitatori.

http://shellgrotto.co.uk/

sabato, ottobre 19, 2019

Can You Feel It?: Modern Soul, Disco & Boogie 1976-86 vol 1 - 2



Nella decade tra il 1976 e il 1986 la disco music produsse un numero esorbitante (spesso a livello industriale, senza alcun intento artistico) di produzioni.

Finalizzate esclusivamente al ballo, usa e getta e bene presto, giustamente, dimenticate.
In mezzo però anche piccole gemme perse nel marasma e cadute anch'esse nell'oblìio.
Queste due compilation, a cura della sempre benemerita TRAMP RECORDS ce ne restituiscono una quarantina, tra funk, tardo northern soul, jazz grooves, disco soul.

Brani rarissimi ma altrettanto entusiasmanti come ad esempio quello di Tony Swami dalla Guyana, SudAmerica, che incise un solo 45 nel 1978.
Un'immersione in un mondo dimenticato e sepolto ma che riserva ancora tante ottime sorprese.

venerdì, ottobre 18, 2019

Cesare Monti Montalbetti



Uno dei più importanti fotografi e creativi italiani dagli anni 70 in poi.

Prima di dedicarsi ad importanti campagne pubblicitarie CESARE MONTI MONTALBETTI è stato il protagonista di alcune delle copertine più belle e importanti della musica italiana da Fabrizio de Andrè a Lucio Battisti, Pino Daniele, Banco, PFM, Bennato, lavorando assiduamente per Numero Uno, la Cramps, la Trident, la Produttori Associati, l'Ascolto, l'Ultima Spiaggia oltre alle varie major.

Nel 1971 iniziò la sua attività nel mondo discografico. Fu Lucio Battisti a consigliargli un nome d’arte: Caesar Monti.
E' stato direttore artistico della rivista “Re nudo”.
Alla fine dei 70 si trasferisce dove collabora con la Rolling Stones Records.

Dedicatosi anche all'arte visiva è stato autore di due opere molto interessanti: “Ario” e “Il Vento” (1987): https://www.youtube.com/watch?v=HAXVmAdtHH0

Nel marzo 1997, gli venne conferita una Laurea Honoris Causa in Scienze Umanistiche presso l’Universitas Internationalis Studium Superiorum “PRO DEO” di New York.
Nel 1998 fu direttore creativo della sezione italiana dell’Expo di Lisbona.
Il 23 febbraio 2015 il fratello Pietruccio Montalbetti, componente dei Dik Dik, annuncia la sua scomparsa all'età di 69 anni.

giovedì, ottobre 17, 2019

Times Square Show



Nel 1980 un gruppo di artisti organizzò un'innovativa mostra nel cuore di una New York ancora violentissima, semi distrutta, in bancarotta, in quella TIMES SQUARE diventata poi il fulcro turistico della città, a quei tempi pericoloso punto di spaccio, prostituzione, degrado.

Il Times Square Show fu organizzato dal Collaborative Projects Inc. (Colab, un collettivo creato nel 1977 e attivo fino ad oggi) in una sala massaggi, riunendo oltre 100 artisti che cercavano di tirare fuori l'arte dalle gallerie e di portarla in strada nell'intento di democratizzarla portandola nelle aree meno desiderabili di New York.

"Stavamo tutti cercando di portare fuori l'arte dalle gallerie e proporla sulla strada. L'importanza del luogo è stato poter camminare per 42nd Street e vedere la cultura pop declinata attraverso film da tre dollari, blaxploitation, negozi di pornografia, prostitute, gang e droghe ... ci ha permesso di parlare del ventre della cultura." (Tom Otterness).

Parteciparono artisti destinati a diventare famosi ma in quel momento ancora in partenza: Jenny Holzer, Nan Goldin, Keith Haring, Kenny Scharf, Jean-Michel Basquiat e Kiki Smith.

Una mostra che mostra rifletteva l'intensa energia della città in quel momento.
Oltre alla pittura e alla scultura sperimentale, presentava musica, moda e un programma di esibizioni e video.
L'evento fu decisivo per portare il mondo dell'arte a una nuova generazione di artisti, molti dei quali non erano mai stati presto miei nelle gallerie dei quartieri alti permettendo loro di iniziare a pensare a collettivi e collaborazioni in chiave DIY.

Nel 2012 è stata riproposta con il nome Times Square Show Revisited, con opere di oltre 40 artisti che hanno preso parte alla mostra originale, tra cui Charlie Ahearn, Josh Baer, ​​Jean-Michel Basquiat, Keith Haring, Jenny Holzer, Kenny Scharf e Diane Torr.
http://www.timessquareshowrevisited.com

"La cosa principale è non essere nostalgici"
"Era uno spettacolo grezzo, con un'organizzazione ancora più grezza ed è stato probabilmente per questo che è stato bello." (Josh Baer)

Un breve doc sull'evento
https://www.youtube.com/watch?v=klRFk6lZT8s