giovedì, marzo 19, 2015

Intervista a SIMONA NORATO



Dopo FEDERICO FIUMANI dei DIAFRAMMA, al giornalista FEDERICO GUGLIELMI, ad OSKAR GIAMMARINARO, cantante e anima degli STATUTO, al presidente dell'Associazione Audiocoop GIORDANO SANGIORGI, a JOE STRUMMER, a MARINO SEVERINI dei GANG, a UMBERTO PALAZZO dei SANTO NIENTE, LUCA RE dei SICK ROSE, LUCA GIOVANARDI e NICOLA CALEFFI dei JULIE'S HAIRCUT, GIANCARLO ONORATO, LILITH di LILITH AND THE SINNERSAINTS, a Lorenzo Moretti, chitarrista e compositore dei GIUDA, il giornalista MASSIMO COTTO, a FAY HALLAM, SALVATORE URSUS D'URSO dei NO STRANGE, CESARE BASILE, MORENO SPIROGI degli AVVOLTOI, FERRUCCIO QUERCETTI dei CUT, RAPHAEL GUALAZZI, NADA, PAOLO APOLLO NEGRI, DOME LA MUERTE, STEVE WHITE, batterista eccelso già con Style Council, Paul Weller, Oasis, Who, Jon Lord, Trio Valore, il bassista DAMON MINCHELLA, già con Paul Weller e Ocean Colour Scene, di nuovo alla corte di Paul Weller con STEVE CRADOCK, fedele chitarrista di Paul, STEFANO GIACCONE, i VALLANZASKA, MAURIZIO CURADI degli STEEPLEJACK e la traduzione di quella a GRAHAM DAY, CARMELO LA BIONDA ai MADS, CRISTINA DONA', TIM BURGESS dei Charlatans, JOYELLO TRIOLO, tornano le interviste con SIMONA NORATO giovane cantautrice autrice dell'interessantissimo esordio "La fine del mondo".

Le precedenti interviste sono qua:
http://tonyface.blogspot.it/search/label/Le%20interviste

Il tuo è un album molto complesso ma soprattutto personale, in cui non è facile trovare riferimenti diretti. Ci puoi dire allora tu quali sono le principali fonti di ispirazione ?

Ascolto musica con molta parsimonia (ascolti intensivi e non estensivi), leggo pochi romanzi, non ricordo titoli e autori, mangio poco. Però io studio, studio tutto ciò che è studiabile ... l'amore, la natura umana, le tecniche che migliorano ogni cosa. Forse questo è il motivo per il quale non si reperiscono, nel mio disco, modelli di riferimento. Mi capita, nella musica come nelle relazioni, di innamorarmi perdutamente e di approfondire quell'opera per mesi, solo quella. Pochi amori musicali ma intensi e indimenticabili.
Mi ispirano i film, le assurdità della televisione, le storie degli amici e degli sconosciuti (in cui la realtà supera di gran lunga la fantasia), il mio passato, la mia famiglia, le mie metamorfosi per diventare la donna che volevo essere.
Mi ispirano di più gli autori che frequento, o con cui ho lavorato, rispetto ai miti musicali.

Un aspetto particolare di “La fine del mondo” è un approccio molto cabarettistico e teatrale.

Tutta colpa di una sana curiosità che mi spinge continuamente ad usare elementi rubati ad altre arti per dare forza alle parole, all'intenzione sonora. La tragicomicità naturale della vita è precipitata in questo disco mentre cercavo, a tutti i costi, di essere sincera.

Quanta (se c’è) Sicilia c’è nelle tue canzoni ?

La Sicilia non molla mai chi ci è nato. Nemmeno quelli che la abbandonano riescono a liberarsene. È una madre totale. Io ho scritto il disco in Sicilia mentre i ragazzi del noMuos si facevano arrestare perché si oppongono a un accordo di natura politico-militare che non tiene in alcuna considerazione la salute di un'intera isola e dei suoi abitanti..
Come loro sono abituata a lottare per ogni cosa: complicatissime questioni genetiche. Questo disco si oppone ai discografici che ti trasformano in una meteora da spremere e spacciare per qualche stagione e alla SIAE, oligarchia tentacolare da cui ho svincolato il disco e me stessa.

La produzione di Cesare Basile quanto ha influito nel risultato finale ?

Hai presente la scena del primo Karate Kid in cui il maestro Miyagi fa potare un bonsai a Daniel, ad occhi chiusi?
Ecco.
Grazie a Cesare ho chiuso gli occhi e, mentre mi fidavo di lui, le canzoni hanno perso il superfluo per rimanere essenziali.

Secondo te è finita definitivamente l’era della fruizione della musica attraverso il supporto “fisico” (CD, vinile etc) e siano inevitabilmente e in maniera irreversibile entrati in quella della musica “liquida” ?

Per fortuna c'è ancora una bella fetta di romantici e feticisti che, la musica, vogliono anche toccarla. C'è un ritorno alla richiesta del vinile, negli Stati Uniti come in Europa.
Credo che alcune cose siano immortali, come il teatro. Di certo, almeno in Italia, il business principale degli artisti che pubblicano non sono le vendite (Vasco Rossi ha venduto poco più di 200.000 copie nel 2014, dato molto indicativo che fa rabbrividire!)

Cosa ti aspetti da “La fine del mondo” ?

Mi aspetto che entri nelle case di quelli che, come me, sentono una malinconia perenne per il creato imperfetto e che, ciononostante, amano la vita stessa sopra ogni cosa. Mi aspetto che 'la fine del mondo' si accomodi sugli scaffali di chi ama il viaggio più del traguardo.

La solita domanda finale: un po ‘di dischi che ti porteresti su un’isola deserta.

L'imboscata di Franco Battiato
Rosmary Plexiglass e Armstrong degli Scisma
Notturni, Chopin
Kid A dei Radiohead
... e una raccolta Fivelandia degli ultimi anni 80

6 commenti:

  1. Molto interessante e bentornate le interviste

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  2. Ne è in arrivo, se tutto va bene, un'altra, molto interessante per tutti i soul lovers

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  3. MARVIN GAYE?????????????????????????????????

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  4. http://media.gossipblog.it/e/e59/tevez-esulta.jpg

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